

Carteggio
296.
Salvemini a Giuseppe Prezzolini
Chexbres, 17 settembre 1911
Carissimo,
bisogna, dopo l'articolo sul Piazza,' pubblicare un articolo sugli articoli
del Torre, che le dicono troppo grosse.
Non preoccuparti di far troppa
politica
e poca
coltura.
Spiegare agli
italiani somari che cosa è Tripoli e i pericoli e i danni del tripolismo, è
altrettanto
coltura
quanto parlare di Peguy e di Picasso. Con la differenza
che Peguy e Picasso possono aspettare, e Tripoli no.
Anche il suffragio universale può aspettare.
Lo
rimanderai magari a no–
vembre.
Dovresti studiare specialmente quel che dice il Torre:
a) dell'hinterland tripolino;
b) delle possibilità ferroviarie;
c) delle necessità militari.
Consulta per le necessità militari Frola e Sylva Viviani (presso la re–
dazione
dell'Avanguardia,
Roma).
Per le ferrovie e per l'hinterland possono mandarti dati e consigli Ric–
chieri e Maranelli (questo indipendentemente dall'inchiesta).
Sulla grande questione che dobbiamo impedire ad altri di andare a
Tripoli, dobbiamo essere assai chiari.
Ecco le mie idee:
1)
la Francia e l'Inghilterra hanno rinunziato a Tripoli a nostro van–
taggio: dunque da questo lato non c'è pericolo che i famosi porti mili–
tari formidabili del Torre cadano in mano di costoro;
2) la Germania e l'Austria troverebbero nelle loro pretese, finora non
mai affermate, d'occupare Tripoli, l'opposizione non solo nostra, ma - quel
che è piu - della Francia e dell'Inghilterra, che sarebbero obbligate ad op–
porsi, non solo dal trattato con noi, ma sopratutto dal loro interesse. Dun–
que questo pericolo è per lo meno problematico.
E noi astenendoci da Tripoli non abbiamo nulla da chiedere alla Ger–
mania e all'Austria:
e perciò non abbiamo da consentire dei compensi.
Andando a Tripoli, dobbiamo chiedere il consenso della Germania e
dell'Austria, e
perciò pagarlo nella penisola balcanica.
Andare oggi a Tripoli, impegnandoci la flotta e parte dell'esercito, men-
296.
CPr.
In
una successiva lettera, del
18
settembre
1911 -
in CPr. e che qui
non si pubblica - Salvemini riprendeva lo stesso argomento.
La
lettera del
18
settem–
bre
è
ed. in PREZZOLINI,
Tripoli,
pp. 372-373; e in
ID.,
Voce,
pp. 133-434.
1
Cfr.
La coltura italiana a Tripoli,
firmato
"LA VOCE,"
in "La Voce" del 28 settembre
1911,
pp.
657-659,
in cui
vi
sono accenni a
G.
PIAZZA,
La nostra terra promessa. Lettere dalla
Tripolitania, marzo-maggio 1911,
Roma
1911.
L'articolo
è
riprodotto in
SALVEMINI,
Come siamo
andati in Libia,
pp. 102-114.
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