Leopoldo Maluccelli - Garibaldi e la democrazia

PAR() L E DEL DOTTOR LEOPOLDO MALUCCELLI ALI •.\ i ~f aggio 18i!J L' A L L .\ T l l' O t,; 1\ .\ F l .\ ;; il n : L L l

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14 Luglz"o 1879. c»tp;oona io ebbi no.z;ione {teZ ?ionpr osso t enuto iZ .21. c9ZpriZo e {ZeZZru !/Jep rv !!lJemoeratiea cZa 'Voi jo?v{Zatcv i?v ltomcv; tenni su,~ r;zve= sto cvrpomento una eonjerenzcv cuZZcu eS ezvoZcv Jtazzùvi. &rrv el~,;e; per otten'bjJOrad'O cvZ cZosirlorio di ecurissùni cvn'biei; si ;nvboZiea iZ n'bio mese/vin-o l avoro; a -rdiseo o._j?.. ~rZo a UZJoi ; eo?Jte pl'o= 1nossa d; rvclesione; e rispostcv ruZZcu praditissintrv Vcstra Zcttera cloZ .2-3 /!izvpn o.

cJiZ6eo!JZiete; cffenera.Ze; i sen-si rloZZa ?Jtia et·7J~7lbirct-zirJJ'bO o cZol 'JJ?/io a l/otto. " DO'l'T. MALUCCELLJ. /tonta.

Concittadini. Per cura ùi gioYani popolani entra nel suo quarto anno ùi Yita la scuola Mazzini. Fu inaugurata dall'Illustre Giusopp~ Ceneri splendida gloria del Foro italiano, e dal gioYane Ingegnere AYerardo 1\1atteucci. Oratori Yalenti la hanno inalzata alla dignitit del nome che porta; o il concorso, sempre numeroso , di attenti uditori, il fa ,·or e, di cui fu sempre largo nrl essa il patrio :Municipio attestano la simpatia della cittadinanza, e proYano in pari tempo che le dottrine repubblicano, informatr al vero e all' onesto, si fanno strada nella mente e nel cuore dei cittadini, alla guisa del sole, che col suo raggio luminoso percuote l' occhio pure di chi si trova riYolto in direzione opposta. - Aurelio Saffi, che Faenza ò, a buon dritto, orgogliosa di chiamare suo cittadino, il CaldPsi , il Renzi , il

(j Fratti, il Lucertini troppo pres to rapi Lo alla Pao tria, alla famiglia, di cui ora decoro e :so~ tcgno, il Borgognoni, il Comandini, il Mamoli, il Dotto, lo Zanoli hanno sYolto da questo banco i più ardui problemi sociali e politici con CJ.uell' accento di Yerità che nasce da convinzione profouda, da perfetta conoscenza, da ardentissima fede. Ed io, sebbene altre volte lusingato di vostra cortese accoglienza, pur venendo in questa sera a tratteHerYi ~opra importantissimo argomento , co11 somma trcpidanza succedo a questi egregi, c sento il bisogno di ricordare a Voi, cortesi uditori , il costume d olia g-ioventù spartana, che all' apparire d' un Yecchio nel circo , sorgc,·a rispettosa e gareggia\'a nel procurargli un buo11 posto , onde potesse a miglior agio godere dello spettacolo. Al mio apparire dinanzi a Voi siatemi cortesi rl' attenzione e di benevolenza. - Gan·baldi e la Democi·azz'a, è il t ema dell' attuale conferenza. E cloYcro della Democrazia atloprarsi concorde a richiamare all'antico primato Ja Patria, esplicando con "irile te111peranza lo par- (i buone della sua Yita ciYile, rimoYendo , sen~a 'i 1 am·ne , dagli ordini suoi ciò che è guasto, arbitrario, avverso all' esser suo ; trasformando il fatto i11giusto o incompiuto in fatto ognor più conforme alle tradizioni storiche d' Italia, agl' interessi, ai bisogni degl' Italiani. Tcndenmo a questo scopo connme le varir grachziolli della Democrazia, ma,

7 discord i su i mezzi, il lavor o dell'una era paral izzato da ll a iner zia, o dalla opposizione J. ell' altra. Urgeva che ci intendessimo : di f ronte a ciò che l'Italia vuole, di fronte a ciò che l' Italia soffre, il non intender ei sar ebbe delitto. - L' uomo, a cui Italia deYe la sua unità, la sua glor ia, l' eroe della leggenda , proclama solennemente che il tempo è giunto oramai di tra<lurro in atto i principi che soli son cardino, e baso dell' essenza politica della Pat ria. - Il 21 Apri lo Giuseppe Garibaldi, in Roma , ha riepilogato intera la st01·ia della sua vita gloriosa. - Giuseppe Mazzini lasciò , come supremo l egato la gran sentenza, che l' Italia non avrebbe conquistato essenza di nazione, so non quando uu patto nazionale fosse stabilito dal suffragio di tutti. Questo legato lo ha raccolto Garibaldi, e ha compreso altresì che, per raggiunger e l' altissimo scopo, era mestieri suonare a r accolta e ottenere la cooperazione di tutta la parte democratica. == L'esercizio della Sovranitù nazionale == è ciò che si propose di conseguire l'assemblea del 21 April e. l\lazz ini ne lasc iò scritto e oggi giova ripeterlo , che nessuno tra noi sogna impiantare la r epubblica a viva forza, ove anche no avesse il potere ; ma per ognuno di noi sta sopra t utti la nazione : acl essa spetta profferire il giudizio supremo ; a noi , illuruinarla per quanto si possa, poi accettarne, li eti o dolenti, la volontà. Vorrebbero i monarchi~ ci mant ener e la ~lonarchia sulla punta delle baio-

t; nette, oYe anche si pr·onunciasse contrario il Yolere del pae:3e? Sul campo dell' educazione nazionale noi riYeiHlichiamo il diritto eli pre1licare le nostre dottrine: chi oser ebbe , dalla t irannide in fuori , contenderlo ? - Il suffragio uniyer sale , che diè l' Italia a V. Emanuele, perehè non deve ripetersi rlalla nuoYa generaz ione eli fronte alle odierne esi~ genze della Yita ciYile nel paese , alle necessità sociali cloll' eU nostra, alle tradizioni, al genio del popolo italiano? Oal'ibaldi attende dal fascio della Democrazia un miglioramento alla condizione dei proletari. L' orribile stato <lolle nostro fìnanz<-" reclama infatti sollecito, energico pron·edimento. Princ ipal causa del pauperismo in Italia è l' eser~ cito permanente. Ad esso noi Yorremmo sostituita la nazione armata, ma a difesa della pat ria, non do tinata a soffocare nel sangue le legittime aspirazioni di moltitudini inermi, non a ferire il Duce clei prodi, non a rinnuoYare gl' insuccessi eli Cu- ~toza, e le Yergogne di Lissa ; Yergogne e insuccessi che tanto sangue costarono e tanto pianto. Sia soldato ogni cittadino ; deposto l' istrumento rlel suo laYoro , impugni la carabina, quando la patria è in pericolo, e, questo scongiurato, ritorni al laxoro. L' eser cito permanente costa ingente somma all' erario , e sottrae all' ao-ricoltura le t') hraccia necessarie. l\iuno può negare che il popolo cl' Italia possa combattere e Yincer e , perchè esso ha combattuto e ha Yinto. Le Yittorie di Garibaldi '

le cinque giornate di Milano, l' eroica difesa eli Roma, i fatti di Brescia, di Bologna sta!}no acl attestare la onnipossente Yirtù del popolo ~ che si leva gigante contro i propri oppressori: al braccio ed al senno del popolo si affidi la integrità, la prosperità della Patria. ì\on v' è da temere ch'esso si prostri umiliato ad una corona di re, o acl una stola di preto che lo dissangua, e lo disonora. - Ma qui verranno in campo i soliti opportunisti moderati a gridare che il popolo non è maturo. Trista genìa quella dei moderati! essi sono come i ranocchi, i quali, ::;tando col_muso fuori dell'acqua, si tuffano sotto al primo stormire della procella, per tornar e a gracidare appena torni l'aura ser ena.·- Il popolo non è maturo !... l\Ia lo conoscono essi , lo amano, gli ispirano forse tale fiducia da far sì, ch' esso si riYeli Yeramente qual' è? No ; questi uomini che dichiarano freddamente il popolo non esser maturo per la libertà, non vivono della sua vita. I suoi capi, quelli che lo guidavano un giorno, e dai quali esso attende il segnale , stavano prima incerti, divisi, ed inerti: - ora la parola di Garibaldi li raccoglie, li unisce attorno al sacro vessillo della sovranità nazionale. Non è, lo ripetiamo , un decreto per la proclamazione della Repubblica quello che si vuole; si chiede che la Nazione si pronunci ; si chiede il Voto universale, e un nuovo patto ; si chiede che siano migliorate le condizioni attuali. Oggi noi non abbiamo unità ma- \

lO teriale, perchè la cerchia delle alpi, ~izza, Trento e Trieste sono ancora soggette allo straniero. Non abbiamo unità morale , perchè non abbiamo un pat · to, discusso e votato dai delegat i del popolo intero, che definisca il concetto dei doveri e dei diritti, in Yirtù dei quali i ventisette milioni d' italiani sor· gano a farsi nazione. Dal non aYero unitù materia· l e cleriYa la necessità del vasto esercito, l' incer· tezza dell'avvenire, il ristagno dei capitali e l' im· possi bilità eli ogni sviluppo normale all' industr ia e acl ogni pacifico svolgimento del problema sociale. Dal non avere una solenne (lofinizione della vita uazionale consegnata in un patto, derivano gli arbitrì dei governanti, la diffidenza meritata d' una autorità senza base, la inefficacia delle opposizioni parlamentari, la serie fatale eli equivoci, per entro la quale si aggirano i migliori tra noi ; la politica d' interessi parziali , o d' impulsi, che affatica l' J. talia. Non avevamo punto di partenza, nè metodo comuni per rimediare a condizioni siffatte : erravamo nel vuoto, in balìa dell'egoismo, degli istinti,· e del caso, senza coscienza della forza che è in noi e della missione che Dio e la nostra tradizione ci assegnano. La integrità materiale, l' uniti\ morale, il nuovo patto non possono venire se non dal popolo; ed ora la Democrazia deve guidarlo concorde all' esercizio dei suoi doveri e de' suoi diritti. -- La Italia ha bisogno di giovani che, deposta ogni gara, ogni diffidenza , ogu i ombra eli

11 di visione tra fratelli di una medesima fede, con11uist ino l' unica cosa che lor manca ancora - la coscienza dei grandi e Yeri progressi , la coscienza della forza che è in loro a risvegliare la sopita Yirtù del popolo ( in nome delle sue tradizioni , dei suoi istinti d' eguaglianza , de' suoi ricordi di gloria) a mutare le codarde eù immorali condizioni dell' oggi ; e ricordino i giovani che , ad m·ere la forza , non manca lor o , che la coscienza d' averla. - E ricordino gli oper ai che hanno nella loro classe alcuni poveri aggirati che ripet ono dovere le associazioni operaie astenersi dalla politica : rispondano a questi che la lor o non è politica, ma fede e dover e : si astengano sì gli oper ai da quistioni d' uomini, da ambizioncelle, gelosie di poteri e raggiro: ma la qu ist ione di principì è loro , come di tutti, e le associazioni operaie sono i conyegni, nei quali il tempo e il contatto fra terno danno agio e opportunità di trattarla. Chi dichiara le associazi oni operaie straniere a ciò che riguarda la moralità, l'onore, e la libertà della Pat ria comune, si esilia spontaneo cla essa, o accetta la perenne servitù della propria classe. Alle menti evirate degli uomini illuminati . L sottentrino gl' infallibili istint i cl el popolo, r appresentato dalle classi operaie : sulle loro bandiere sia scritto l' ordine del giorno di Nelson alla battaglia di Trufalgar « ogui uomo faccia il :-; uo dovere » -- .

lZ Altre per-rerse e funeste dottrine , venute d' oltr'alpe , pretendono risolvere i grandi problemi sociali colla guerra al capitale, colla abolizione cleli a proprietà, della Patria, della famiglia, colle stragi, col t errore, colle -rendette; queste son vane gri(la eli pochi inf'ensat i della politica. I repubblicani sanno che il capitale rappresenta i frutti del lavoro, che la borghesia ~cencle dagli artigiani dei n o~tri comuni r epubblicani; ch' essa emancipò l' ILalia dai signori feudali, e arrichì il paese e sè stessa col lavo1·o. I repubblicani sentono vivo nel c110 re il culto alla famiglia, alla patria, alla r eligione compendiata nel motto == Dio c il P opolo == Dio, cioè l' adorazione della legge morale ; la coscienza d' una missione da compiersi sulla terra a prò dell ' intera umanità - progresso e associazione nel bene - sent imento di dovere - amore - operositù. Il Popolo, cioè non intermerliari privilegiat i fra noi e Dio, non caste, non dominazione esclusiYa di frazioni, non poteri usurpati in virtù di nascita o di ricchezza, ma interpreti, amministratori tutti , a seconda dei mezzi, della legge morale : assoc iazione di tutti verso il fine comune : educazione per tutti: patto nazionale che rappre~enti la fede e le aspirazioni comuni; governo scelto da tutti, fra gli uomini che diedero maggiori prove d' intelletto d' amore , di virtù di sacrificio : miglioramonto positivo di condizioni economiche per quanti non possono oggi, per miseria e difetto d' indipen-

13 denza, compiere i doYel'i ed esercita r e i diri tt i di popolo. - Su questo terreno, tutte le gradaz ioni della Democrazia, che ama il progresso ciYile , pos:;:ono, senza dubbio , e derono, troYar~i fl' accordo, onde costituire una forte opinione puLL li ca sulla Yia di quei miglioramenti che le condizioni oùieruo clel paese consentono, e che serYirmmo di base ad ulteriori progress i. Diss i possono e devono, poichò s in CJ. ui potendo e dm·endo, nol vollero. Ar~ dua impresa indagarne le cause; le accennerò: - da un lato austero puritanismo d' intransigenti che t utto vogliono, o nulla: dall' altro rosee speranze d' impossibili connubì ; inerzia, egoismo privato, prevalenza delle passioni locali su i sentimenti patrii, sulle idee generose, e il basso grado a cui discese in molta parte d' Italia lo spirito pubblico, tennero rlivisa, sebbene concorde nel fine , la Democrazia ita liana; in questi ultimi tempi. L'animo di ogni onesto rifugge dall' ammettere che uomini sommi per patriottismo, devoti alla causa della libertà abbiano potuto abiurare quel principio, che a loro costò quant' uomo può dare, per sorregge!'€ una istituzione incalzata dal fato s upremo. Io credo più facilmente, e più volentieri, che i Democratici della sinistra parlamentare, poichè parlo di Essi, abbiano scemata la loro fiducia nelle virili virtù del popolo italiano: lo Yidero muto e indifferente alle più grandi quistioni nazionali , alla parola di patriottismo che, usciva dal loro labbro

14 nell'aula parlamentare; muto e incliffer enle alla dilapidazione ùolla pubblica sostanza, alla strage eli Duecento popolani inermi in Torino, al fratricidio d' Aspromonte, all' assassinio eli Mentana , a cui assisteva coll' arme al braccio il fiore dell' esercito; Yidoro il popolo, fedifrago erede delle virtù deg li <wi , rimanero prostrato nella polYere innanzi a un sistema di goYerno che d ' italiano ha solo il nome. -- Videro tutto ciò e credettero meglio giontre alla patria facendosi propugnatori di leggi liberali ne lla cerchia angusta dell' aringo parlamentare. - , Un tale procedere per due Yie parallele a una meta comune portava necessariamento alla impo~s ibilità d'incontrars i, d' inten cler- ~i.-Giuseppe Garibaldi - di Lui. quando i tardi n epoti apprenderanno le gesta , diranno atto n i li - quegli er a un Dio. - Invitto sempre, vinto solo una Yolta ~ quando gli mosse ro· contro i frate lli, ed egli percorrcYa le file per impedire che sangue italiano da mani italiane fosse ver sato - Giuseppe GaribalJi ha compreso ch e alla salute della patria occorre la concordia, r · unione eli tutte le sue forzo : Egli s i è ri cordàto che nelle sue schiere sfidaYano impavifli la morte tanto coloro che seggono sugli scanni del parlamento, quanto quelli che, deposta la carabina, rimase ro tenacemente feùeli all'antica b<tndiera. Agli uni cd agli altr'i fa appello, e, posta b mano sul cuore <.lella ~azione, Yi :-;ente un palpito di libera d ta . ch e di g randi cose

13 La prome tte ancora capace. Arùua l' imprc~a : chiamare a raccolta per un lavoro comune color o che del P arlamento si son fat t i una palestra, dalla quale esclusivamente possa Yenir salu te alla Pat ria, e coloro , pei quali il Parlamento nou è che una accademia di r etori, o di cacciatori di portafogli ministeriali, un narcotico pel . popolo, nna e- ~m'citazione d' equilibrio necessaria all' esi . t enza del sistema co~tituziona l o, coloro, che nella ini - ;dativa c nella virt ù del popolo non ebbero , o perdettero fede, e coloro che in esse ripongono ogni speranza di miglioramento morale c materiale , era, ognuno lo vede , tale impresa che il solo Garibaldi poteva tentare; ed ei la tento! Egli vide che in fl tw.nto concerne la educazione morale c politica del paese, le guarentigie della libertà individuale , il diritto di associazione e di riunione, le riforme amministrative e tributarie, l' autonomia e un migliore assetto territoriale dei Comuni e delle provincie , lo svolgimento clelle istituzioni di credito c di cooperazione a benefi cio delle classi operaie, un organamento pit\ equo delle r elazioni fra capitale e lavoro, e le grandi quistioni di politica nazionale e internazionale che hanno rclazion0 alla integritù, unitù. e indipendenza della patria , all ' onor e della nazione e ai suoi gr and i ufficì al di fuori - t utte le gr adazioni della Democrazia italiana, della Democrazia eh~ ama davvero la l iher tù c il progresso civiìe, potrebbero arcordar::-i

lG e stendersi la mano su terreno comune, coopera !ldo a costituite una opinione pubblica potente e atta a impedire il male , ed a promoYere il bene. -- Non è per gl' indi-ridui e per le associazioni una transazione, e molto meno una abdicazione il seguire il Generalo Garibalcli sulla via che addita il proclama del 21 Aprile. Quel proclama ha la base che Mazzini pone-ra all' edificio d'una Italia fatta nazione e signora dei proprì destini. Ad attuare questo sublime concetto Garibaldi chiama tutte le forze della Democrazia militante noi circoli republicani o nelle sale di .Monte Citorio, rispettanrlo la piena libertù dell' azione e dell' ini- ;dati ,-a in c1ualunque nucleo , od associazione. -- Gio-rani operai : il sogno dorato di t utta la mia vita fu il lann"o concorde dei liberali since ri per la restaurazione dell' essenza morale politica e ci- ' 'i le del nostro paese. Dura o lunga esperienza proYò che la cli-risiono, la sfidu cia, l' egoismo , il voler troppo , e troppo poco poter dare , portano a lla serYitù del corpo, allo scetticismo clollo spirito. Purtroppo gl'Italiani fin ora misero in oblio la par te più Yitale degl' insegnament i eli l\Iazzini ; la necessit ù , cioè , di rigonorare moralmente la coscienza e il costume della Nazione : ne consegtw elle l' Italia è risorta come forma, a cui manca il ~offio animatore dello spirito, o la sua nuova Yita presenta fin dalla culla tutti i segni della decaclonza sen il e. Srgni di (lecadonza sono la ricerca clri

17 subiti guadagni, l' ozio, la inerzia; l' ayiditù dei piaceri, degli spettacoli, le Yane mostre , gli aLiti brutal i del ùere e del gioco, degli spensierati sollazzi, l' incapacità eli porre un freno alle triste passioni, a i nmi orgogli, alle feroci Yil tù che trascorrono proditoriamente alla Yendetta ed al sangue : segni di docaùonza, in ogni classe della societù, il senso ottuso delle più elevate manifestazioni dello spirito, il preferire un impiego son ·ile allo attivitù indipendenti e feconde del pc~us i ero e del la- ,·oro , il preferire la professione alla scienza, il culto della materia al culto dell' ideale. E se a c1uesta corrente, che precipita sempre più al basso, non contrastano con Yirile per seyer anza gli animi più generosi, se eli terra in terra, di cittù in cittit, l' alito della libertù o la coscienza dell a dignità dell' umana natura non riprendono vigore , e non propagano le loro forti e benefiche influenze, è da temere che il male trascorra quel t ermine , oltre il quale la servitù , o l' anarchia cancellano una gente dal ruolo delle nazioni ci,·i!i. Nè q ui~tione sociale, nè c1u istione politica può riuscire acl alcuna soluzione, fino a tanto che, in tutti i gradi della società, non preYalga il sentimento della mutua responsabil ità , Llella giustizia e del cloYerc. Su c1uesti grandi problemi "la Democrazia italiana & chiamata a di scutere dalla Yoce autoreYole del Generale Garibaldi. Tutti possono , senza ledere i loro princip'ì, rispondere ==presente == all' appe1- '

I o lo. - E se la lotta sarà necessar ia, ricordi la gioYentù italiana che il suo Duce sa conver ti r e in Yittoria qualunque pitl audace conato, e ricord i altresì che la Patria le grida== si i forte, quant'io :-;\m hel1a. == ., ,, '. 0 i.

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