Leopoldo Maluccelli - Garibaldi e la democrazia

lG e stendersi la mano su terreno comune, coopera !ldo a costituite una opinione pubblica potente e atta a impedire il male , ed a promoYere il bene. -- Non è per gl' indi-ridui e per le associazioni una transazione, e molto meno una abdicazione il seguire il Generalo Garibalcli sulla via che addita il proclama del 21 Aprile. Quel proclama ha la base che Mazzini pone-ra all' edificio d'una Italia fatta nazione e signora dei proprì destini. Ad attuare questo sublime concetto Garibaldi chiama tutte le forze della Democrazia militante noi circoli republicani o nelle sale di .Monte Citorio, rispettanrlo la piena libertù dell' azione e dell' ini- ;dati ,-a in c1ualunque nucleo , od associazione. -- Gio-rani operai : il sogno dorato di t utta la mia vita fu il lann"o concorde dei liberali since ri per la restaurazione dell' essenza morale politica e ci- ' 'i le del nostro paese. Dura o lunga esperienza proYò che la cli-risiono, la sfidu cia, l' egoismo , il voler troppo , e troppo poco poter dare , portano a lla serYitù del corpo, allo scetticismo clollo spirito. Purtroppo gl'Italiani fin ora misero in oblio la par te più Yitale degl' insegnament i eli l\Iazzini ; la necessit ù , cioè , di rigonorare moralmente la coscienza e il costume della Nazione : ne consegtw elle l' Italia è risorta come forma, a cui manca il ~offio animatore dello spirito, o la sua nuova Yita presenta fin dalla culla tutti i segni della decaclonza sen il e. Srgni di (lecadonza sono la ricerca clri

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