Leopoldo Maluccelli - Garibaldi e la democrazia

le cinque giornate di Milano, l' eroica difesa eli Roma, i fatti di Brescia, di Bologna sta!}no acl attestare la onnipossente Yirtù del popolo ~ che si leva gigante contro i propri oppressori: al braccio ed al senno del popolo si affidi la integrità, la prosperità della Patria. ì\on v' è da temere ch'esso si prostri umiliato ad una corona di re, o acl una stola di preto che lo dissangua, e lo disonora. - Ma qui verranno in campo i soliti opportunisti moderati a gridare che il popolo non è maturo. Trista genìa quella dei moderati! essi sono come i ranocchi, i quali, ::;tando col_muso fuori dell'acqua, si tuffano sotto al primo stormire della procella, per tornar e a gracidare appena torni l'aura ser ena.·- Il popolo non è maturo !... l\Ia lo conoscono essi , lo amano, gli ispirano forse tale fiducia da far sì, ch' esso si riYeli Yeramente qual' è? No ; questi uomini che dichiarano freddamente il popolo non esser maturo per la libertà, non vivono della sua vita. I suoi capi, quelli che lo guidavano un giorno, e dai quali esso attende il segnale , stavano prima incerti, divisi, ed inerti: - ora la parola di Garibaldi li raccoglie, li unisce attorno al sacro vessillo della sovranità nazionale. Non è, lo ripetiamo , un decreto per la proclamazione della Repubblica quello che si vuole; si chiede che la Nazione si pronunci ; si chiede il Voto universale, e un nuovo patto ; si chiede che siano migliorate le condizioni attuali. Oggi noi non abbiamo unità ma- \

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