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R I N A S C I T A

leninista e si formino una coscienza capace di portarli

a comprendere l'ambiente in cui vivono e la necessità

di trasformarlo per la salvezza delia gioventù e la vit–

toria del socialismo,

ENZO PORCELL I

Per un giudìzio su Om o d e o

Cara

Rinascita,

ringrazio di Prof. Pietro Omodeo per la correzione che

ha apportato a un errore contenuto nella mia recensione

a un volume d i Adolfo Omodeo, /(

senso della

storia

{Rinascita,

1948, n. 11, p. 243). Siccome i l curatore del

volume parlava (p. 9) di « saggi scritti di proposito »

dall'Omodeo per questa raccolta, e siccome nella biblio–

grafia a p. 516 lo scritto indicato col titolo « I l distacco

dal 'Risorgimento » è privo,

unico

della serie dei 61 nu–

meri, d i

ogni indicazione

di previa

pubblicazione,

ho

creduto di potere considerare tale saggio come uno di

quelli « scritti d i proposito » per la raccolta da me re–

censita, evidentemente negli ul t imi tempi della vita del--

l 'Autore Invece i l curatore non aveva potuto stabilire

che i l saggio in questione era già stato pubblicato sulla

rivista

Educazione

Politica

nel J933.

Ma l'errore gentilmente segnalato (con un certo ritardo,

è vero) dal Prof. Pietro Omodeo non cambia molto alla

sostanza della mia osservazione che i l pensiero d i Adolfo

Omodeo si fosse aperto a problemi e a istanze come

quelle da me rilevate. Certo, displace dover riconoscere

che tale maggiore apertura, in forma di «ques i t i» , ci

fu nel 1933, e che poi i l pensiero storiografico dell'Omo-

deo si è chiuso a dubbi e problemi di quel genere.

Avevamo cercato d i vedere quel pensiero in movimento,

e diretto in avanti; la possibilità di uno svolgersi di esso

in senso più vasto

e

più libero era stata del resto accen–

nata con la dovuta cautela, con molti « se », molti « for–

se », molti • sembra ».

Ma i l cambiamento di data non cambia la sostanza

delle osservazioni che avevamo fatto, e che in sostanza,

per quella parte della recensione, si riducevano a questo :

«Adolfo Omodeo ha avuto dei dubbi che secondo la

nostra convinzione trovano la'risposta teorica e pratica

soltanto nel pensiero e nell'azione del marxismo e dei

partiti comunisti ». Che quei dubbi siano da collocare

nel 1933 o nel 1946 ha interesse bibliografico, e abbiamo

già preso atto della rettifica. Si potrebbero forse studiare

meglio i rapporti fra l'Omodeo e i l Lombardo-Radice,

sulla rivista del quale (e non sulla

Critica)

furono

pubblicati quei

Quesiti

così importanti; e si potrà stu–

diare se i l motivo dei

Quesiti

stessi s ìa stato ripreso.

Quanto alla posizione

politica

di Adolfo Omodeo, sulla

quale insiste i l Prof. Pietro Omodeo, chiunque si prenda

i l fastidio di riguardare quella recensione, potrà consta–

tare che i l sottoscritto non ne ha parlato, accettando per

quell'argomento e in quella occasione, in via ipotetica,

e per una comprensibile deferenza (che però nessuno

può pretendere di trasformare in servilismo per un culto

familiare o di scuola), l a distinzione crociana e omo-

deiana.

•Nè, a dire i l vero, mi sono mai occupato di questo

aspetto del l 'at t ivi tà di Adolfo Omodeo. Non voglio do–

mandarmi ora qual mai tarantola abbia morsicato i l

Prof. Pietro Omodeo per indurlo ad at tribuirmi dopo

quasi sei mesi dalla mia recensione cose che non ho

mai scritto, approfittando del fatto che mi ha colto in

un errore bibliografico, su altro argomento e non del

tutto dovuto a me. Vorrei soltanto ricordargli che J'opera

di uno studioso come Adolfo Omodeo non può essere

solo oggetto di culto del maestro o dei penati, ma,

appunto, di studio, di ricerca, di indagine e anche di

critica. Non si capisce perchè un tentativo di studio, di

indagine, e di critica, sia pur modesto, del pensiero deh

rOmodeo debba essere così male interpretato.

D E L I O CÀNTIMORI

La battaglia delle idee

ACCADEMI A NA Z I ONA L E DE I L I N C E I

- Fondazione « Ales–

sandro Volta »,

Convegno

di scienze morali,

storiche

e filologiche

( 4 - 1 0

ottobre

1948 ) -

II

1 848

nella

storia

d'Europa,

Roma,

1 9 4 9 ,

pp.

4 6 7 ,

L .

2 0 0 0 .

La pubblicazione degli at t i del Convegno Vol ta sul

1 848

offre la possibi l i tà di rimeditare nella loro luce

complessiva le memorie presentate i n quella occasione,

della maggior parte delle qual i abbiamo gi à avuto oc–

casione di occuparci nella

Rassegna

bibliografica

di

studi e celebrazioni

sul

" 4 8

italiano

pubblicata nel pr i –

mo * Quaderno » di

Rinascita

dedicato a quell'argo–

mento (prendemmo allora in esame le memorie del

Salvatorelli a pp.

1 3 0 - 3 1 ,

dello Spellauizon a p.

1 3 1 ,

del Valseceli! a pp.

1 3 1 - 32 ,

del Rodolico, del Barba-

gallo, del Falco, del Cessi, del Ma tur i e dello Jemolo

a p,

1 3 9 ) .

La presente pubblicazione ci dà conoscenza anche di

quelle memorie i l cui testo non era stato allora r iuni to

in opuscoli (segnatamente dello Eyck su a Li be r t à e

democrazia », del Kaegi su « Liber tà e democrazia nel

mondo storico d i Jacob Burckhardt », del Namier su

« Nazional i tà e l iber tà », del Cortese su a La prima co–

stituzione italiana del

1 8 4 8

», del Labrousse su c La

propaganda napoleonica prima del colpo di Stato del

2

dicembre »), e soprattutto delle discussioni interve–

nute sulla maggior parte delle relazioni.

I n generale, e a parte l'eccellenza dei contribut i di

mol t i studiosi, ne risulta confermato quel desiderio di

« non cadere in quella che i l più delle volte è stata

definita, senza nominarla^

una Particolare

scuola

storio–

grafica

», che già ebbe occasione di sottolineare Alberto

Caracciolo in una nota dedicata al Convegno in que–

sta stessa rivista (fase, di novembre

1 9 4 8 ) .

I difet t i fondamentali di tale atteggiamento si sono

rivelat i nell'ideologismo e nel moralismo astratto che,

riscontrabili fin nella prima memoria, quella dello

Eyck, dovevano poi caratterizzare Ì lavori del Conve–

gno. Spesso le discussioni storiografiche sul

' 4 8

euro–

peo si trasformavano in dibat t i t i curialeschi sulle « re–

sponsabi l i tà B (vedi in modo particolare la relazione del

Rodolico e i suoi intervent i , e la discussione sulla rela–

zione del Barbagallo a pp.

3 8 8 - 8 9 ) ,

e a questi difet t i

non si sottrassero neppure quegli studiosi, come i l Bar–

bagallo e i l Labrousse, che per la loro formazione po–

tevano essere più sensibili alle ragioni di quella

parti–

colare scuola storiografica.

Una encomiabile reazione a

queste tendenze doveva venire nelle discussioni special–

mente dal Morandi (se ne veda l ' intervento sulla rela–

zione Salvatorelli a p.

4 5 7 ) ,

dal Valsecchi (id. sulla

relazione Eyck pp.

9 7 - 9 8 )

e dallo Chabod (id. p.

98).

Nè va taciuto che la memoria del Cortese, di cut non

avevamo potuto prendere conoscenza, presenta un bel–

l'esempio d i sistemazione dei dat i della ricerca anali–

tica nel quadro offerto da una visione larga e int e l l i –

gente del moto politico-sociale.

PAOLO ALATK I

VASCO P R A T O L I N I ,

Un eroe del nostro tempo.

Bompiani,

L -

5$<>>

pp-

260.

• V ' r

- i *

Quest'eroe,

l'adolescente e » mostruoso » ex-marò, che

in un giuoco convinto, freddo e incosciente assieme,

si fa l'amante della vedova d'un fascista, le rapisce de–

naro per una assurda « insurrezione » postmus solini alia

(e ne esce truffato), cova i l delitto sull 'unico uomo che

lo capisca, perchè lò mette con le spalle al muro, e che

infine uccide « involontariamente », per una forza mag–

giore dì l u i , raggruppata tut ta nelle sue mani , l'amante,

passiva e femmina, tenace solo nel volerlo con sè a

ogni costo, è senza dubbio un'accusa molto chiara della

società che ha dato i l fascismo quale estrema difesa

dei suoi egoistici interessi.