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R I N A S C I T A

397

Lettere al Direttore

Student i e ceto med i o

Cara

Rinascita,

da alcuni mesi sulle tue pagine si

svolge

una interes–

sante

discussione

sulla gioventù italiana e

in

partico–

lare

su

quella studentesca e questo

è un buon sintomo

perchè

dimostra

che

anche questo argomento

-desta la

attenzione

mol t i -compag

ni; tuttavia

sarebbe neces–

sario che a una discussione disorganica si sostituisse

uno

studio organizzato sulla gioventù italiana e in par–

ticolare

su

quella

studentesca.

Vorrei anch'io, per quelle poche

esperienze acquisite

in questo

campo,

partecipare alla discussione con uno

studio attento

e

preciso

ma

la mancanza

di

tempo m

' im–

pone

d

'offrire solamente alcune

frammentarie

conside–

razioni che ho potuto raccogliere.

La discussione si è aperta traendo spunto da un art ì–

colo di Zangrandi ed è sfociata intorno alla relazione

che passa tra ceto medio e studenti,

relazione

interes–

sante poiché può fornire un mezzo per meglio compren–

dere i l fenomeno

della

crisi della gioventù

d

'oggi.

I l

compagno Zangrandi

nel nucleo centrale del suo ar–

ticolo

dimostra

che tra

le vecchie e le

nuove generazioni

vi è sempre una rottura

ideologica

e

che

la gioventù, per

spinta materiale, è progressista,

mentre a l t r i affermano

che tale tesi vale più per i paesi dove si

conduce

la

lotta

per l'indipendenza nazionale o dove la borghesìa tende

a concludere

la

sua rivoluzione, giungendo

tut t i alla con–

seguenza che la conquista degli studenti al socialismo

si pone

negli stessi termini di quella dei ceti che l i ge–

nerano, nella

odierna situazione cioè dei ceti medi.

In real tà io penso

che

esiste un legame fra ceto medio

e studenti,

in termini più semplici fra padre e figlio,

ma questo legame non

è lo stesso

di quello che unisce

un componente

del ceto medio

a

un

altro

suo consimile,

infatti mentre nel primo caso più che di un legame si

può parlare

di

una influenza che esercita i l primo

sul

secondo, nel secondo

caso invece

si può dire che

i

componenti del ceto medio

subiscono

presso a poco le

stesse

influenze.

Ma l

'influenza

esercitata

dalle vecch

ie

generazioni

sulle

nuove non

è

sempre positiva,

anzi

quasi regolarmente

negativa, infat t i i giovani assimilano

tut t i quei

prìncipi che i l

mondo

antico cerca d'insegnar

loro, ma tale

assimilazione è tutta particolare e

si svolge

dopo una serrata critica

e con

i l

rivoluzionamento, la

trasformazione, almeno parziale o

solamente

nella

for–

ma, di tal i principi e

ciò

è

causato in

primo luogo per

quel senso

d i

ribellione e per quella esuberanza che è

propria

dei

giovani i quali bramano creare

• ex novo •

tutto

i l

sistema di

vita e d i elaborare tutti i princìpi .

E'

bene tuttavia notare che tale senso di ribellione non è

qualcosa di

solamente giovanile, cioè una spinta natu–

rale

del loro carattere

e solamente

di

questo, ma che

ad

acuirlo è i l fatto

che

i vecchi sistemi si

presentano

ai

giovani in un clima

diverso da quello

in

cui

furono

generati, r icchi di esperienze e

provati

da tante lotte,

con

un bagaglio di

critiche che

l'hanno logorati e in

particolare oggi

si presentano ai

giovani in un clima

arroventato di lotte sociali che

ne

dimostrano e

ne

accentuano la

iragilitù.

Forse ciò dovrebbe far pensare

che in conseguenza

i

giovani, al contrario di come

oggi

avviene, dovrebbero

essere spinti

verso le idee progressiste ma non

bisogna

dimenticare

i l loro essere

sociale, i loro rapporti con la

società che

sono diversi da quelli che

regolano la vita

della classe operaia

e che provengono da un ambiente

dì gretta mental i tà, spinto, per questo, a concezioni

utopistiche e nulla

affatto reali,

da un

ambiente

chiuso

a qualunque

principio di progresso, con un

bagaglio

di studio volto più

a

istupidire la loro intelligenza,

rendendoli facile preda delle

idee

più

strampalate, che

a formare in

loro la

coscienza

del cittadino

democratico

e una cultura alta, che sono pr ivi di una esperienza di

lotte sociali, cioè che non sono ancora entrati in

conflitto

con

i l mondo capitalistico

anche se, per

la quasi total i tà

dei casi conducono una vita di strettwze economiche,

e

eh© per la loro educazione, per la loro

forma

mentis

e per un falso orgoglio istillato loro fin

bambini

sono spinti non

verso

iì proletariato, ma contro i l pro–

letariato.

In che cosa consiste, allora, l a rottura con la vecchia

generazione? Oggi consiste principalmente in uno

scet–

ticismo esasperante, in

un non volere credere

a nulla,

e ciò c i dimostra che questa società non sa più dare

alle

nuove generazioni

alcun ideale

per cui

valga vìvere

(e

questo

è

l'indice più evidente del suo trapasso

e

del

suo inaridimento); consiste nell'accettazione di principi

reazionari velati di retorica, di romanticherie, di visioni

eroiche, infat t i in questo senso può essere spiegata

l

'attraz

ione del M.S.L sui giovani in quanto si è presen–

tato a

questi come J'erede e i l continuatore della « leg–

genda »

della repubblica di Salò;

consiste nell

'acquisto

di posizioni che sembrano essere estetiche, che, ahimè,

sono invece sostanziali e

consistono

in frasi alte, reto–

riche come 11 superamento di se stessi, i l distacco dal

mondo « corretto l'elevamento del proprio spirito verso

l'alto dimenticando le « basse

e

volgari » speculazioni

del secolo venale, la visione astratta dell'amore o un

nietzchanesimo spinto oltre l'esasperazione. Per al tri

giovani

sì apre la via dell'abbrutimento morale, della

corruzione,

della delinquenza e del delitto come bene

è stato

già analizzato dal compagno Zangrandi.

In questi termini,

a me sembra che diversamente

si

pone ìl problema

del ceto

medio e quello degli studenti.

Per

i l

ceto medio

si

tratta d'una

mental i tà,

,

d

'una

forma

mentis,

d'un modo di comportarsi verso

le

ideologie

e

verso

la società generato dal modo come i loro rapporti

si

sono costituiti in questo mondo, mentre per

gl i

stu–

denti si tratta di un aborto di rinnovamento, quasi un

negamento della loro stessa natura e ciò, come ho

detto già

in

altra parte

cella

mia lettera, è dato dal

fatto

che ormai la

società

borghese si è inaridita. In conse–

guenza, credo, per gl i studenti oggi si tratta di aprire

loro nuove prospettive ideologiche, si tratta d'accostarli

agli

operai,

dì far loro comprendere la

lotta

di questa

classe

per la redenzione dell'intiera società

e

per riva–

lutare la vita,

e ciò è

possibile penetrando nel sistema

di vita dei giovani mostrando a questi le storture e le

contraddizioni

di questa

loro vita,

allargando la

falla

dèlia sfiducia in questa

società, facendo

fortemente la

domanda su che cosa riserva loro l'avvenire dopo tanti

anni

di stucio, dimostrando

che la scienza e

la cultura

sono

in decadenza e che

servono, oggi, non

per svilup–

pare 1©

qual i tà

e ìe

capaci tà dell'uomo ma per miglio–

rare i mezzi d'oppressione e per mantenere

nell'ignoranza

le

masse popolari. E necessario che

dei

bravi marxisti

sappiano porre sotto accusa qualunque aspetto di questa

società, è necessario che ogni campo non sfugga alla

nostra attenzione

e

alla nostra critica serrata.

Per mezzo della critica marxista dell'ambiente e del

modo d i vivere dei vari strati delia nazione

è possibile

accostare questi alla democrazìa,

alte forze popolari,

dall'analisi oculata dei fatti della

socie

tà odierna noi

possiamo trarre argomenti per mobilitare tutta la na–

zione per la nostra lotta.

Oggi le universi tà, i laboratori, i luoghi di studio, i

campi sportivi

si

trovano in uno

stato

di deplorevole

abbandono

per l

' incapaci tà della classe politica, oggi

dominante, a comprendere i bisogni della gioventù.

Questo è un argomento d'attacco, un argomento che

può fare mobilitare i

giovani.

Ancora è bene che un bravo comunista,

ovunque condu–

ca una aperta e serrata lotta contro tutta la retorica che

ammorba l'aria delle nostre università,

i n

attesa che i l

nuovo regime socialista, nella sua fase di ascesa, rinnovi

i metodi d i studio che dovranno essere vol t i a formare

cittadini democratici e colti, per elevare i l tono della

cultura in modo da farne un mezzo d'elevamento morale

e

non d'oscurantismo.

Questa

è

la lotta nel campo studentesco

ed è

bene che

i giovani comunisti

armino dell'ideologia marxista-