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samedelle domande d'incarico. Oltre a quella di Abacuc, che aveva firmato con la

zampa intinta nell'inchiostro, ve n'erano altre dueche l'ordinario uscentedemolì in

unabenconcertata relazione di dieci pagine. All'unanimità il consigliodecisedi pro-

porreAbacuc. La pratica fu trasmessa al Ministero chenon fece obiezioni mapose

unquesito alla Corte dei Conti sullemodalità di pagamento (una difficoltà che era

sfuggita all'onnisciente professore di pubblicità). La Corte dei Conti risposechese

l'incaricato non era in grado di ritirare personalmente lo stipendio poteva delegare

qualcunoprovvisto di regolaremandato; non potendopronunciarsi sul merito della

questione, riteneva nondoversi procedere altrimenti chenei casi di impedimenti do-

vuti ad altri motivi (malattia ecc.). I due candidati respinti fecero ricorso al Consi-

glioSuperioredella P.I., senzamettere indubbio la liceità del conferimento di un in-

carico a un felino, né contestando la qualità dei titoli delmedesimo, ma sostenendo

chelàdovesi presentavanocandidati di diversaspeciezoologica gli esseri umani do-

vevanoavere la precedenza per diritto di natura. I l Consiglio Superiore, tra i cui

membri il Presideannoveravamolti amici, respinse il ricorso ricordandochedamol-

ti decenni era statasoppresso il requisito delpossessodella cittadinanza italiana: in-

trodurre un altro criterio discriminatorio, di cui non c'era traccia nella legislazione

vigente, significavanongiàdifendereunpreteso diritto naturale, bensì cadere in una

grave forma di razzismo incompatibile con i princìpi della Costituzione repubblica-

na e della Carta delle Nazioni Unite e di cui non si capiva come fosse stata fatta

propria dastudiosi illuminati econsapevoli.

All'inizio di novembre tutte le pratiche eranoconcluse, il nome di Abacuc fi-

gurava nel programma ufficiale accanto all'indicazione del corso: «I l gatto nel-

l'arte dei fumetti. Parte I. Da Crazy Cat a Mio Mao (con dimostrazioni). Si av-

vertono gli studenti che il testo del corso sarà pubblicato in forma di volume en-

tro l'anno. La libreria "La goliardica" accetta fin d'ora le prenotazioni.» I lau-

reandi in fumettologia constatarono conpiacere che con il nuovo docente era tra-

montato l'annoso corsosuUmberto Eco. Alla prima lezione il vecchio fumettolo-

go, che essendo «fuori ruolo» aveva il diritto di assistere il suo successore per

cinque anni, depositò il cestello sulla cattedra, lo aprì e si ritirò in buon ordine

dietro la porta, poiché l'innata discrezione gli imponeva di non dare alla sua col-

laborazione l'apparenza di un controllo o di una supervisione. Origliando, con-

statòsoddisfatto che nel silenzio generale si percepiva soltanto un continuo «Ih!

Ih!». Egli aveva infatti legato a una zampa di Abacuc una gabbiolina contenente

unagrossa cavalletta, sapendo per esperienza chegeneralmente i gatti, quando si

accaniscono a voler acchiappare qualche animaletto senza riuscirci, anziché mia-

golare emettono un suono palatale, vagamente umano, simile appunto a un «Ih!

Ih!». E non era in fondo proprio la coscienza della frustrazione - rifletteva il fu-

mettologo - che avevapermesso la trasformazione dell'animale in uomo, l'avven-

to del lavoro e la sublimazione della cultura? In questi profondi pensieri i tre

quarti d'ora trascorsero d'un fiato, il vecchio si riscosse solo quando il bidello

diede il finis. Rientrò in aula mentre ne uscivano i primi studenti. «Io non ho ca-

pito niente, - sentì dire una ragazza a un'altra - e tu?» «Neanch'io, ma ho preso

tutti gli appunti.» «A che cosaserve? Tanto c'è scritto che uscirà il libro.» «Bra-

va furba, lo sai che poi agli esami ti fregano chiedendoti quello che hanno detto

solo a lezione!» Richiudendo il cestello, il fumettologo ebbe un sorriso di trionfo:

eranoesattamente gli stessi discorsi che gli studenti facevano dopo le sue lezioni.

La continuità didattica era assicurata.

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