

obiettivi in una data fase, e la violenza come strumentonecessario di questa ca-
pacità: l'esigenza cioè di ribadire il carattere non separato della forza, e al tempo
stesso la sua specificità, di riflettere sucosa rappresenta la violenza per le donne
maanche per i proletari, per i comunisti, di riaffermare anche su questo piano
l'urgenza di una lotti ideologica, della definizione di principi.
In questa prospettiva, anche quel sentimento, che tutte viviamo come riflesso
ambivalente del nostro destino storico, quella «pietas» che ha le sue radici nel
ruolomaterno e nel nostro rapporto con la natura, può spogliarsi della sua com-
ponente di rassegnazione e debolezza per diventare il nucleo della nostra teoria
della forza. Può cioè trasformarsi in una forza «ideale», tutta altra da quel rifiu-
to di principio dell'uso della violenza chemolti osservatori interessati ci consiglia-
no, e che anche tra di noi funziona ancora come rifugio difensivo dall'invadenza
di un diverso troppo temuto.
Anna Bravo, Daniela Del Boca, Lucetta Scaraffia