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così politicamente teso attorno a un nodo di problemi, peraltro sempre fonda-

mentale nella storia del movimento operaio nei paesi occidentali.

È stato Norberto Bobbio, come già nel 1955 con

Politica

e

Cultura (1)

a im-

personare «l'astuzia della ragione»; se non ci fosse stato lo si sarebbe dovuto in-

ventare, solo che si rifletta sull'accoglienza che la «provocazione» di Bobbio ha

trovato presso i suoi interlocutori, quasi esclusivamente comunisti; segno che

l'approfondimento della tematica da lui riproposta tocca un aspetto essenziale per

il PCI ed è colta dal gruppo dirigente come l'occasione per marcare una decisa

omogeneizzazione della linea politica del partito comunista e del suo apparato

politico-ideologico alla realtà istituzionale dei paesi in cui si concreta la sua mar-

cia di avvicinamento al potere. I l dibattito nuovamente aperto da Bobbio su

«Mondoperaio» nel 1975 (2), con gli interventi che ne sono seguiti, hanno costi-

tuito un momento importante di questa rinascita della tematica democrazia-

socialismo e — se per parte nostra risultano inadeguati al livello teorico del pro-

blema tanto l'approccio «liberale» di Bobbio, quanto il sensogenerale degli inter-

venti dei suoi interlocutori — sarebbe assai errato giudicare con sufficienza sia il

problema in sé quanto il significato politico degli interventi stessi.

Il dibattito sul rapporto democrazia-socialismo e sulla teoria marxista dello

Stato ha una cattiva reputazione nella tradizione teorica marxista; esso infatti ha

spessocoinciso — da molti decenni — con le svolte «revisionistiche» del movi-

mento operaio ed è stato da sempre il tema privilegiato delle esperienze socialde-

mocratiche. I l sospetto con cui ancor oggi viene visto testimonia di questo suo

passato significato sia politicamente che teoricamente. Ma senza voler entrare in

unadiscussione retrospettiva occorre riconoscere — secondo noi — che la situa-

zione è oggi assai diversa sia sul piano strettamente politico sia su quello, se si

vuole, più generale della discussione teorica che ne sta a monte e lo giustifica. È

infatti la crisi, contestuale e sempre più avanzata, sia dei sistemi politici occiden-

tali, basati sul modello liberal-democratico, che della credibilità dei sistemi politi-

ci dei paesi del «socialismo realizzato», a ridare attualità e pregnanza teorica al

problema; che si pone come nodo essenziale — in Occidente — per pensare poli-

ticamente la questione della «transizione» e del rapporto tra movimento operaio

organizzato e Stato borghese.

Per questa ragione consideriamo il problema come reale e — se si deve ac-

cogliere, sia pure problematicamente, la proposta dell'«autonomia del politico»

(3) — occorre riconoscere che i problemi della teoria politica, del risvolto istitu-

zionale di qualsiasi scelta strategica, dei modelli giuridici ed etico-politici elabora-

ti (o non elaborati) acquistano una importanza rilevante e sono espressione, se

non di un

rovesciamento

dei rapporti tra politica ad economia, certo di un au-

mento di importanza della teoria politica e della concezione dello Stato rispetto a

qualunque proposta politica di lungo periodo; a questo proposito occorre rico-

noscere la insensibilità manifestata in passato dal movimento operaio per questo

complesso di problemi, il suo determinismo nel sistemare i rapporti tra economia

epolitica.

(1) Torino, Einaudi, 1955; la discussione tra Bobbio e Della Volpe è riportata ora

in: La libertà politica,

a cura di

A. Passerin D'Entreves, Milano, Comunità, 1974, pp. 43-102.

(2) Rimandiamo a I l

marxismo

e

lo Stato,

nuova serie dei Quaderni di «Mondoperaio», 1976, n. 4, ove sono ripor-

tati l'introduzione e la replica di Bobbio e gli interventi apparsi su «Mondoperaio» e «Rinascita» (M. Boffa, U.

Cerroni, F. Diaz, V. Gerratana, R. Guiducci, P. Ingrao, A. Macchioro, A. Occhetto, G. Ruffolo, D. Settem-

brini, C. Signorile, G. Vacca). Sul problema v. anche di Danilo Zolo,

La teoria comunista dell'estinzione dello

Stato,

De Donato, Bari, 1974, e

Stato socialista

e

libertà borghesi,

Laterza, Bari, 1976.

(3) M. Tronti,

Sull'autonomia del politico,

Feltrinelli, «Opuscoli marxisti», n. 16, 1977.