

cesso, dato che i l rivale di Barry (il primo marito) è un vecchio malatissimo. Ma ciò che
importa è i l modo in cui sono risolte queste scarse e rapide situazioni erotiche. Contro i l
corrente uso del nudo integrale e dei giochi sessuali più arditi, Kubrick si limita al bacio,
a un solo tipo di bacio, canonizzato da cinquant'anni di cinema. Esso viene eseguito da
Barry in modo del tutto impersonale, con estrema correttezza, come una mossa di danza,
obbligata. Questo bacio viene scambiato indifferentemente senza la minima variazione con
la contadina, la domestica, la prostituta, la moglie ( nel caso di lady Lyndon, i l bacio è
preceduto da alcune lunghe occhiate, fisse, assolutamente inespressive). Non è solo il mito
dell'avventuriero galante che esce svuotato da questo procedimento, è i l mito stesso dell'e-
rotismo, ridotto a mero rituale.
La morte in tenera età è sempre stata un asso nella manica di registi e narratori, i l
colpo basso che non manca mai di produrre il suo effetto anche sullo spettatore più incal-
lito, i l lettore meno indifeso. D'altra parte, la gratificazione sadica sarà compensata dal
fine edificante: i l sacrificio dell'innocente, ucciso dai peccati e dagli errori degli adulti,
servita ad ammonirli, redimerli. Anche per i l capitolo della morte del f igl io d i Barry,
Kubrick non abbandona i luoghi e i percorsi più abusati, dal pericoloso dono del cavallo,
alle premonizioni materne, alla funesta disobbedienza, alla disperazione dei genitori, alle
pie esortazioni del bambino morente affinché papà e mamma tornino a volersi bene. E
ancora una volta i l ricalco esasperato dei modelli canonici ottiene i l risultato di contrad-
dirli radicalmente, smascherarli. La morte del piccolo Bryan, come non vuole cogliere di
sorpresa (essa è anticipata dalla voce fuori campo prima ancora che inizi l'episodio, la cui
narrazione è svolta in modo che lo spettatore non possa mai dimenticare che la conclusio-
ne è scontata), così non ha bisogno di giustificazioni morali a posteriori. E la logica con-
seguenza di certe premesse, è una conferma, e non avrà alcun effetto edificante, non pro-
durrà proprio nulla. Essa significa che, a dispetto delle ambizioni paterne, i l piccolo Br-
yan non ha alcun avvenire. I l suo futuro, già incertissimo per ragioni obiettive (l'erede è
Bullingdon), è da prevedere rovinoso grazie all'educazione sbagliata ricevuta dal padre,
che gli concede tutto, mentre la formazione della classe dirigente deve passare attraverso
la repressione. E che regalandogli i l cavallo sia proprio Barry a fornirgli i l mezzo che lo
ucciderà, è solo l'estrema manifestazione di un comportamento apparentemente tenero,
orgoglioso, sollecito, in realtà compiaciuto, cieco, irresponsabile. Che al figl io ormai in
agonia Barry ripeta ancora una volta la favola dei suoi strepitosi successi militari, ci dà la
misura della sua incapacità veramente irrimediabile di uscire da una visione mitica di se
stesso e della realtà (se Bryan non morisse, non potrebbe che ripetere la fallimentare car-
riera del padre). A far parte della classe dirigente è invece destinato Bullingdon, che ha i l
senso del rango e del denaro, che vuole rispettate le forme e studia con applicazione
(mentre Bryan è un ozioso). Non va dimenticato che si tratta della classe dirigente della
nazione all'avanguardia nell'edificazione del capitalismo e che nel secolo successivo rag-
giungerà
l'egemonia
mondiale. (Che poi la storia dell'impero britannico annoveri anche
ministri incapaci, funzionari corrotti e generali da operetta, significa solo che i l sistema
era così forte da poterselo permettere. Così come un gentiluomo con molte migliaia di
sterline di rendita poteva anche essere un perfetto idiota, comportarsi da cafone, scialac-
quare e gozzovigliare, dato che egli era già comunque classe dominante: chi invece aspira-
va a diventarlo, non poteva permetterselo). Barry, a dispetto delle mortificanti (e illumi-
nanti) esperienze per cui è passato, continua a credere che i l rango e i l denaro siano una
sorta di premio dovuto ai suoi meriti, servano a soddisfare i suoi appetiti e a esaltare le
sue qualità. Bullingdon è meno vitale di Barry, non è brillante, quando deve affrontare i l
rivale trema e vomita; ma ha capito i termini della questione. La tristezza del suo sguar-
do, precocemente velato dagli occhiali, esprime la rinuncia al piacere, alla felicità, al suc-
cesso, insomma a considerarsi un individuo: egli sa di essere nient'altro che un patrimo-
nio, che saprà restaurare e amministrare con efficienza, e parte di un sistema, alla conti-
nuità e al rafforzamento del quale darà la sua collaborazione.
Quanto detto non ci impedisce di commuoverci sulla morte di Bryan. Però non si
tratta di lacrime carpite o voluttuose. Sono lacrime disperate, non solo perché — come
sappiamo — alla morte non c'è rimedio, ma soprattutto perché non c'è rimedio alla vita,
non si sfugge alle leggi sociali. La massima in stile biblico-puritano che conclude i l f i lm