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ristocrazia solida e legittima (l'acuto fustigatore dello snobismo si rivela a sua volta uno

snob). Queste e altre contraddizioni e ambiguità sono risolte da Kubrick alla radice, nel-

l'impostazione del protagonista. I l Barry di Thackeray è un gran chiacchierone, quello di

Kubrick è quasi muto. In Thackeray Barry è perfino troppo sveglio, dinamico, inesauribi-

le, sì che a volte può davvero credere di dominare gli avvenimenti; in Kubrick è statico,

massiccio, passivo. La seduzione di Lady Lyndon in Thackeray è un lungo assedio, un ca-

polavoro di strategia; in Kubrick, come s'è già detto, è risolta con due occhiate e un ba-

cio. Insomma, in Thackeray, nonostante il dominio della macchina sociale, Barry è anco-

ra un uomo vivo e responsabile e la sua sconfitta è anche il castigo dei suoi molti peccati;

maaccanto ai peccati del piccolo Barry ci sono i grandi delitti della Storia, per colpire i

quali Thackeray, non bastandogli la satira, esprime direttamente la sua indignazione. In

Kubrick scompare ogni moralismo, viene assunto un unico punto di vista, Barry è posto

inposizione ancor più centrale che non fosse in Thackeray, ma spogliandolo di ogni attri-

buto individuale e distanziandosene, in modo che la vicenda personale di Barry e quella

sociale, la piccola storia e la grande Storia diventano un'unica cosa, compongono un uni-

coquadro.

Oltre alla condanna morale dei condottieri e alla pietà per le vittime, il romanzo pre-

senta un caso di aperta e consapevole rivolta all'oppressione militare. Difficilmente un al-

tro regista avrebbe resistito alla tentazione di valorizzare l'episodio. Kubrick invece lo

sopprime, come un filologo che espunga da un testo un'indebita interpolazione. Non gli

sfugge la contraddizione tra la posizione antiindividualista, antieroica, antiromantica di

Thackeray e l'attribuzione di un valore positivo a un'azione essenzialmente individualisti-

ca, eroica, romantica (col fondato sospetto che l'ammirazione di Thackeray sarebbemeno

schietta se i rivoltosi non finisseromassacrati e il loro nobile capo fucilato). Kubrick in-

somma ristabilisce una coerenza cui Thackeray era venutomeno.

La contrapposizione tra società irlandese e inglese è ancora giustificata in Thackeray,

mase Kubrick l'avessemantenuta sarebbe caduto inevitabilmente nel pittoresco. Spoglian-

do Barry quasi di ogni connotazione irlandese, Kubrick sgombra il campo di un conflitto

secondario per dare la massima evidenza al problema fondamentale: il potere economico,

i rapporti di proprietà. Anche la guerra, anziché scontro tra nazioni, è vista esclusivamen-

tecome conflitto tra comandanti e comandati (ma questo era chiaro già in Thackeray).

Ancora: in Thackeray l'etichetta ha un rilievo modesto (intendo la rigida osservanza

di determinate forme, l'ossessiva attenzione alle sfumature del comportamento come indi-

ci di differenziazione sociale: che oltretutto riguarda assai più la borghesia che non l'ari-

stocrazia, come invece vorrebbe un tenace luogo comune); conseguentemente, con una

sorta di coerenza progressiva, in Kubrick scompare del tutto. La forzatura coglie, tra

l'altro, una peculiarità della società inglese, dove l'aristocrazia — a differenza per es. di

quella francese — seppe inserirsi nel processo capitalistico, rimandando di un secolo il suo

esautoramento e con un declino sostanzialmente indolore. Chiunque abbia una rendita di

tante migliaia di sterline d i c e pressapoco un gentiluomo nel film di Kubrick dov r eb -

beessere fatto Pari. (2)

Piergiorgio Bellocchio

(2) Queste note erano già composte quando ho letto la recensione di Cesare Pianciola (((Ombre rosse» n. 18-19), i l

primo e unico scritto a mia conoscenza che sia pertinente al f i lm. Dissento su mol t i punti, anche essenziali, ma

per replicare dovrei ripetere cose già dette.

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