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L'influenza del Kuwait si fa sempremaggioremanmano che i suoi 'capitali afflui-

scono in diverse colonie inglesi sotto forma di aiuti per lo sviluppo. Anche l'influen-

zasaudita è forte, particolarmente nel Qatar, chesegue lo stesso rito Wahhabi della

religionemusulmana, e nel Bahrein che per le sue raffinerie dipende dal petrolio

dell'Arabia Saudita. La politica militare saudita è agganciata a quella britannica, e

daquando l'Inghilterra ha intensificato i suoi attacchi contro le zone liberate del

Dhofar, anche l'Arabia Saudita ha lanciato una serie di attacchi contro la quinta e

lasesta provincia dello Yemen democratico vicino alla frontiera .con il Dhofar.

Il ruolo iraniano nel Golfo rappresenta unaminaccia nonmeno grave di quella

dell'Arabia Saudita. L'Iran ha un esercito di più di 160.000 uomini, di gran lunga

il più forte nel Golfo, ed ha forze navali ed aeree superiori. Esso mira a sostituire

l'Inghilterra come forza militare e politica egemone e sta facendo di tutto per otte-

nereappoggi all'interno delle colonie inglesi: recentemente si è conquistato un note-

vole prestigio -diplomatico capeggiando il cartello dei paesi produttori di petrolio ai

negóziati di Teheran. Inoltre una parte ragguardevole della popolazione di diversi

stati arabi, come il Bahrein e il Dubai, è composta di iraniani. Nel caso del Bahrein,

lo Scià ha trasformato la sua politica di annessione diretta in un'altra di penetra-

zioneeconomica, ma l'Iran rivendica ancora tre isole situate nei pressi dell'imboc-

catura del Golfo e ha dichiarato che occuperà la sponda omani degli Stretti di

Hormuz seuna forza rivoluzionaria vi dovesseavere il sopravvento. Ha anchemani-

festato la suapreoccupazione per il colpo militare di stile libico nell'Arabia Saudita.

Nelle sue più recenti dichiarazioni, lo Scià ha affermato che l'Iran sta portando

avanti una politica che interessa non solo i l Golfo, ma anche l'Oman e l'Oceano

Indiano nel suo complesso.

La politica iraniana è strettamente collegata a quella dell'Inghilterra e degli

USAe questo si è visto molto chiaramente al convegno che la CENTO ha tenuto

in maggio ad Ankara. Sia Home cheRogers hanno collegato la presenza sovietica

in Egitto e in Siria a quella nel Golfo e nell'Oceano Indiano, e hanno fatto appello

aduna rinnovata vigilanza controrivoluzionaria di fronte al movimento montante

dellemassepopolari. Gli Stati Uniti tengono nel Bahrein una propria ridotta forza

navalee diverse basi aeree nell'Arabia Saudita. Queste forze presumibilmente rimar-

rannoanche in futuro e saranno collegate con le basi inglesi a Masirah e Ras-Hadd.

L'Iran non si opporrà alla presenza di oneste basi, ma le considererà una garanzia

di intervento da parte dell'imperialismo qualora l'Iran stesso o l'Arabia Saudita non

saranno in grado di dominare la situazione.

Più in là, nell'Oceano Indiano, la poli t;cadell'imperialismo si sta ugualmente

riassestando, gli inglesi stanno rafforzando i loro legami con i l Sudafrica seguiti in

questoanche dagli USA: uno dei motivi sembra essere l'esigenza di vigilare le

rotte marittime attorno al Capo, cioè il trasporto ai petrolio dal Golfo; ma il motivo

più pressante è il bisogno di assicurare la « stabilità » dell'imperialismo nell'Africa

meridionale. Gl i inglesi stanno anche cercando un accordo con la Rhodesia. A

Ceylon, Inghilterra, USA e URSS sono accorseassieme ad aiutare la repressione

controrivoluzionaria contro i contadini e gli intellettuali insorti in aprile; e nel

Madagascar è stata ugualmente annientata lo stessomese una sollevazione antim-

perialista nella provincia meridionale del Tulear. In Eritrea, la provincia marittima

dell'Etiopia, gli USA e Israele sono attivamente impegnati ad appoggiare la lotta

contro i l movimento guerrigliero locale.

La fine del '71 e i primi mesi del '72 saranno decisivi per il futuro del Golfo.

Ci sarà un'offensiva militare nel Dhofar e i l tentativo inglese di instaurare in

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