

disperata del presente mi riempie d i speranza".
La situazione disperata del la guerra d i liberazione vietnamita, l a situa-
zione disperata del Terzo Mondo genera una determinazione disperata de i
rivoluzionari in tut to i l mondo.
I l passaggio sull'odio come fattore di lotta che ci rattrista tut t i , è inscin-
dibilmente connesso con l a situazione e con l a lacerazione del movimento
rivoluzionario. Dobbiamo però distinguere nitidamente due aspetti d i questo
fenomeno: da un lato, nel l 'odio contro ogni forma d i oppressione c'è una
carica d i umanismo mi l i tante; dal l 'al tro — come sottolinea correttamente
B. Brecht — anche l 'odio contro g l i oppressori tende roca l a voce, genera
il per icolo dell'oggettivazione rivoluzionaria, l a quale non col loca p i ù a l
centro l'interesse emancipatorio che deve permeare t u t t i i mezzi e t u t t e
le forme del la liberazione rivoluzionaria. 11 pericolo del rovesciamento del-
l'umanismo mi l itante in terrore fine a se stesso è impl ici to nell'odio i n tut te
le sue forme.
I l Che vede molto chiaramente questo problema in L'uomo e i l socialismo
a Cuba, quando esige dal rivoluzionario moderno che si distingua per la sua
grande umanità.
Dobbiamo però anche renderci conto del fat to — ed è i n questi termini
che va compreso i l Che — che nel Terzo Mondo nessuna lotta rivoluzionaria
può essere vinta senza l 'effetto mobi l i tatore del l 'odio pe r i rappresentanti
della repressione nazionale e internazionale.
Un mondo senza odio è un mondo senza guerra — e senza dominazione
storicamente superflua, e quindi irrazionale, del l 'uomo sull 'uomo.
I l cont r ibuto de i r ivoluzionar i del le met ropol i è d i natura dupl ice:
all'interno de l processo internazionale d i emancipazione, l a collaborazione
alla realizzazione del la "globalizzazione dell'opposizione rivoluzionaria"
( H .
Marcuse) attraverso l a partecipazione di ret ta al la lot ta condotta nel Terzo
Mondo, attraverso l a realizzazione del la mediazione internazionale che non
può esser lasciata a i burocrat i d i par t i to, e attraverso l'elaborazione d i
forme d i l o t t a specifiche, corrispondent i a l l ivel lo del lo svi luppo stor ico
raggiunto nelle metropoli. Nelle metropol i la situazione nel momento attuale
è i nfat t i sostanzialmente diversa: i nost r i signori a l vertice sono assoluta-
mente fungibi l i , possono essere sost i tui t i i n ogni istante da al tre maschere
burocratiche. Non possiamo neppure odiarl i, essi sono prigionieri e vi t t ime
del meccanismo repressivo.
La nostra violenza cont ro g l i st rument i d i manipolazione è i l r i f i u t a
organizzato...
Le forme e i mezzi del la repressione organizzata cont ro l e azioni d i
ri f iuto sempre p i ù aspre che mett iamo i n at to non possono esser previste
con assoluta certezza. I n particolare se non ignoriamo la possibilità oggettiva
di un secondo o di un terzo Vietnam i n Asia o i n America Latina.
E' certo che l'élite americana del potere in tal caso non sarà più in grado
di sostenere da sola una lot ta d i contenimento contro i movimenti d i libe-
razione.
Sussiste la pericolosa possibilità che la Repubblica Federale, a causa dei
slioi legami economici, mi l i tar i e pol i t ici con gl i Stati Uni t i d'America, venga
costretta a partecipare alle "azioni di liberazione" nel Terzo Mondo. Le con-
seguenze di una tale politica sono inimmaginabili. Basta uno sguardo all'Ame-
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