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le leggi d i emergenza. C i s i è congratulati con no i per l'esame d i gotico,

mentre i l nostro presidente federale si congratulava con i l governo sudafri-

cano per la sua pol itica razziale. Abbiamo creduto nella l ibertà della scienza

come a l t r i credono nel la l ibertà del Sud-Vietnam... C i siamo creat i le basi

di un'esistenza sicura, benchè queste basi non fossero nul la più che sicure.

Naturalmente non ne eravamo fel ici , naturalmente avevamo l a coscienza

sporca, ma non abbiamo mutato nul la, c i siamo l imi tat i a esser delusi dei

nostri studi... Nel corso dei nostri esami e dei nostri seminari abbiamo forse

detto qualcosa che esprimeva adeguatamente la nostra rabbia? Non l'abbiamo

fatto. Dovevamo quindi aspettarci che una delle nostre belle teste s i difen-

desse ricorrendo a un procedimento disciplinare nei nostri confronti... Abbia-

mo abbandonato i nostr i professori, non l i abbiamo trascinati con noi, non

abbiamo fat to metà e metà con i nost r i professori; dopo dieci, dopo vent i

semestri i nostri professori non avevano ancora imparato nul la di noi. I n tal

modo abbiamo permesso che sorgessero malintesi che avremmo dovuto evi-

tare a ogni costo. Abbiamo lasciato che i nostri professori, invece d i denun-

ciare con noi i l vicepresidente Humphrey come criminale di guerra, ci abbiano

denunciati proprio per questo come criminali. Abbiamo lasciato che si giun-

gesse al punto che in occasione di un sit-in, indirizzato espressamente contro

l'intollerabile tranqui l l i tà e ordine regnanti in questa università, essi abbiano

tentato d i costringerci al la tranqui l l i tà e al l 'ordine lanciando appel l i i n ta l

senso. Abbiamo lasciato che s i giungesse a l punto che uno dei nost r i r a r i

esperti nel l 'ambito del marxismo abbia confuso le nostre azioni con quelle

del fascismo, i l che è indubbiamente, t ra l 'al tro, un grave errore sul piano

scientifico. Evidentemente a l l ora n o n c i siamo espressi chiaramente; c i

esprimeremo chiaramente ora. S i t r a t t a effettivamente d i sopprimere l a

tranquillità e l 'ordine, s i t rat ta d i assumere un comportamento non demo-

cratico, si tratta — finalmente — di farla f ini ta con l '« obiettività». Abbiamo

informato con assoluta obiett ivi tà sul la guerra ne l Vietnam, ma abbiamo

riscontrato che possiamo ci tare i p i ù inimmaginabi l i dettagl i sul la pol i t ica

americana nel Vietnam senza che venga messa in moto la fantasia dei nostri

vicini; è invece sufficiente calpestare un'aiuola — che è vietato calpestare

per suscitare un or rore sincero, generalizzato e profondo. Abbiamo dimo-

strato in modo assolutamente democratico contro le leggi d i emergenza, pur

riscontrando che potevamo elencare tut t i i ranghi del servizio civile (1), senza

risvegliare alcuni ricordo, ma che basta variare i l percorso prescritto dal la

polizia nel corso d i una dimostrazione per fare balzare da l let to i l borgo-

mastro e la popolazione. Abbiamo richiesto tranquillamente e ordinatamente

una r i forma universitaria, pur avendo riscontrato che potevamo di re quel lo

che volevamo cont ro l 'ordinamento universi tario senza che s i alzasse l a

copertina d i una sola cartella per gl i at t i , ma che bastava violare i l regola-

mento edi l izio vigente al l ' interno del l 'università pe r f a r vaci l lare l ' intera

struttura universitaria. Siamo quindi giunt i al la conclusione che per. poter

(1) I l « servizio civi le))

(Zivi ldienst)

è l'equivalente e l a somma d i due organizzazioni

naziste create nella Germania di dopo i l '33:

l'Arbeitsdienst

e i l

Luftschutz

( i l « servizio

di lavoro)) e l a « difesa antiaerea »). Le denominazioni dei ranghi sono l a riprodu-

zione quasi esatta d i quelli delle organizzazioni nazifasciste. L'organizzazione, incorag-

giata e propagandata dal lo stato, per ora è costituita da volontari i n previsione d i

Una « aggressione comunista ».

(N.d.T.).

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