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TEATRO

E' facile compremkrc,

in tal

modo, 11carattere dominante della

lett eratura d 'oltrcocea110: quel suo

particola r~ naturalismo che

è

i.I

ri–

sultato

dt

una violenta

rcaz1oue

alle costrizio ni puritane e che,

cercando aristo tclicamcntc di pia–

cere col descrin •re casi e oggt:tlt

sgrad evoli, se non addirittura or–

rip ilanti e disgusto si, si sforza di

rap pn:scnta re

il

dramma umano

nei suoi fondamentali e

più

pie–

tosi aspetti attra verso il culto di

quanto di elementare c'è nell'uo–

mo,. 11eisuoi appet iti e qei suoi

dièstderi.

Non m·craviglia perciò che

i

fat–

ti,

val e a dire l'i11trigo, abbi ano

~~~1} !r~~J':i~~~::

s ~!}:c~~~~~~!~~~

senz.ialità, un' aridità esteriore che

evitano

di

scendere nell~

piei he

t~~f~

1

ir

0

n~r

;~i~~ti;Jd~

~k~~

i

fatti sono in definitiv a i supre–

mi regolatori della sorte e deJJ:i

condizione umana, essi soltant o

contano e interessano. Or bene lo

• Zoo

di vetro •

è

in aperto con–

trasto con siffatto tipo di letter.1-

tura prendendo in coi:islderaiione

i

più riposti stati d'ammo dei rxr -

~~:!11~

3 Yì!i

psi~:

11~~::~:~re1!

9.uotidia11e.

I

fatt i so~o sta ti abo–

liti

a tutto vant aggio dei senti –

menti,

Abitu ati a1la prepotenza dei

gr~si effetti

e

all a

violenza dei

forti contrasti, gli americani non

si

erano mai curati di solleva re

il

velo. che nasconde la tragedia

quotidiana degli uomini senza

,·oJto e senza storia, delle crea–

ture che lang1:10110giorno

pc~

giorno nella grigia monoto11iadt

una

anonim:i. • -routine• •

di

tutti

i

tapini che soffocano rra logorant i

rinuncie

e

inutili fantasticherie

nello squallore di un destino man–

cato . StJrovvisti del gui;to dcll' in–

trospez1one, che

è

in definitiva bi–

sogno di giustificazione e di ca•

rità, non erano potuti arri, ,are, su

ques ta via, a quella particolare

forma cli trito psicologismo che

è

proprio dl•i crepusco lari, nè tanto

meno

.1

quella

c11e

ha dato origine,

dopo l'alt ra guerra, vc11t1cmq11e

ann i or so110,al pallido tuoco del

t1:atro int musta. Ciò spiega come

s1 siano potut i fac\hncntc <:saltare

alla pietosa e mahucontca ana lisi

del 'J'enn<:ssù!;

per

loro.

è

stata

una rivelazione <:d una rivoluzio–

ne.

Ma

noi che sia mo ormai rotti

e. vorrei dire, disincailtati

da

si–

nuli cose, non poss iamo esaltarci

allo stesso modo.

Ecco pen:hè lo •

Zoo

di vetro •

che negh Stati

U.nit1 ha .

rappre–

sentato una ellett1va novità e ot–

tenuto, perciò, uno strepitoso suc–

cesso, ha suscitato a Roma un in–

teresse che va poco al di là del

nonnale. Possiamo apprczza~e

in

questa commedia certe sott igliezze

analitiche e descritt ive che pre–

siedono al disegno

elci

personag–

gi, possiamo ce~ere al patetico

del loro dramma mteriore, possia-

~; i~a!}~:~

~r;:~~~~~e

i~o~

m!r'iografo

(che

ha trentadue an•

ni, si chiama Thomas Lainer

ed

era già noto per una commed ia

ridotta eia una novella di Law rcn–

cc)

possiamo, dicevo, applaudire lo

sforzo compiuto

per

liberare

il

teatro americano da una troppo

cruda ed esteriore teatralità a tut –

to va11taggio dei conflitti

intimi ;

ma niente di pitì. Si tratta di una

formu la

già

esaurit a.

La vicend a si richiama allo

spunto di due atti aSsai nofi : • La

facciata•

di

Fa11sto Maria :Mar–

tini

c •

L'i ndigcnt •

di

Vildrae

i

quali si imperniano sulle reazion i

e sulle conseg uenze provocate

da

una vi!lita

imo

ita . i\ nchc

qtii

per–

sonagg i solitar i e fa)lit i, intristiti

nd vuoto di un'esistenza senza

senso, pie11acli rimpianti e di so–

gni , si cle!ltano ad m1'cffimcra

il–

lusione nell'attesa di

un

visitatore

che

potrebbe far loro realizz are

le seg-rctc aspiraz ioni che alimen–

tano da anni: per la madre

SJ>O·

sare

b

figli a e, attraverso la sua

felicità, ritrovare le gioie

e

il

mito

della perduta giovineu.a; per la

figlia coronare 1111 segreto sogno

d'amore cl1e custodisce dai tempi