

TEATRO
I05
della scuola; per
il
figlio liberarsi
da un misero impiego e <".orrere
il
mondo come mar inai o in cerca di
av\·enture. Quando l'ospite arriva
il
tripli ce castello in aria \'a in ro–
vina: l'uomo conrcssa di tèSS€rc
fidanzato e poco dopo se ne va per
~mpre lascmndo dietro
di
sè una
più
amara desolazione.
Jlis og11a
riconos cere che da gucsta effimera
avventura psicoloK1Ca si sprig io–
na un 'accora ta malinco nia la qua–
le, se tal volta sa di maniera (spe–
cie nella scena d'amore fra Tom
e Laura ), lm
l)IITC
la sua grazia
e
la
sua scd11z1onc,
La messa in scena
è
stat.'l fin
trop po curata da Luchino Viscon–
ti che ha abbond ato in sottol inea–
tur e e ..in sofisticazioni strizzando
continuam ente
1'0tt hio
allo spet–
tatore come se temess e che qual–
cimo
dei
ta11to
facili particolari
potesse andare perduto. E qui ca•
drebbe acconcio un disCQrso sullo
stile
di
ques to reii sta che vuole
ad
ogn i <..-osto farci sentire la sua
presenza per meglio convincerci
della sua abilità; ma preferisco,
prima, dire due parole degli at•
tori. Rina ll1orclh, in uua parte
che ~mbrava latta apposta J)<'r
lei, si
è
tro\'ata evidentement e im•
brig liata dalle perentorie esigen •
:re
dell a regia e non ha potuto
dar<:',tlla vivezza del ~rson aggio
qndl'abbanclono
trepido e com•
mosso che altre volte ]'ha affer•
mata come la migliore attritt deJ.
la
nuova generazione. Tempera•
mento istintivo, ma al tempo stcs •
so contro llati ssimo, che redta per
dono
cli
natura come se una g-ra•
zia scendesse "u di lei a ispira rla,
questa fragile e fervida attrice ha
bisogno di libertà per poters i libe•
ramcnt e esprimere: aHrimc, 1ti ri•
schia di scivolare di tanto in tanto
in
111'\
('c:teriorità i•n poco
frNlcla.
Tatiana Pavlova, alla quale venti.
cinque anni di pernumcnza
it1
Jta.
lia non sono ancora rinsciti a to•
~liere un fa!'.tidioso residuo di ca•
denza esotica, ha redtato come
suole con nna costrnit. 't mani ero-–
sità che può essere, forse. cli ef•
fctto , ma che
è
di un'e vidente in•
sine<:rità. Paolo Stoppa
è
stato un
Tom sicuro, convim;-eutc, uma no :
sta defi111tivamcnte lib:;!rnndosi, in
q_ucstc parti semplic i e 11011 ecces•
Sl\'amen te drammaliche, dalle for.
z.atur è del formu lario com;ço di
cui ha tanto ab11s.'.ltosullo scher•
mo. t.:ior_gio Di l.ullo ha alternat o
toni felicemente espress ivi con
toni accademic i e alquanto esubc•
ranti.
Ed eccoci all'• enrau t terribile,.
di 9uesto dopoguerra teatrale: Lu•
cbmo Visconti . Non ostante
i
so-–
spetti giustificat i dalle sue pre–
ferenze letterarie, ho sempre
pen•
sato che sia il regista
P.iùdotato
del nostro teatro, il
più
provve·
duto
di
estro artistico, quello çbe
meglio
di
ogui altro sa ciò che
vuole e con
più
evidenza di ogni
altro riesce a real izzarlo.
Le
man•
chcvolezze, le esuberanze e le
Ji.
c-cnze che si possono riscontrare
nelle sue. regie, credevo
clic
cleri•
vassero da
poca
esperienza
e
so.
prattutto da giovan ilità : difetti
che
il
tempo avrebbe facilment e
corretto. Bisognerà invece, molto
prohabilm:m te, che mi ricreda su
di lui.
Un grave colpo alle mie convin•
zioni era stato dato, l'anno scorso,
dal1a messa in scena del • 1.fatri•
monio di Fig:iro •, e non tanto
pcrchè ridu ttm1o la commedin del
lk anma rchais ad una specie di
ballctto•o pcrctta, Visconti a\·cva
dimostrato poco rispetto per un
te;;to classico , quant o per il gros•
solano malinteso che sta all'ori •
gine di quella man ipolazio~c . Il
Visconti giustificò le propne
Ji.
«'11 7...C
mostrando agli amici una
1cttcra dell' autore contene nte prc•
C'isc e minu te istrnzioni agli inter.
preti a proposito di balli, cli nrn~
siche e di uua gra nde e festa ,
che avrebbe dovuto completare
il
finale. •
Se
non fate
1111
grosso
sforzo per r.1n ·ivnre il lavoro, sa•
rebbe meglio
11011
recita rlo • con•
eludev a Ill'auruarcl1ais promcttcn •
do agl i attor i di ai11t11rliin ogni
modo pcr v:1lorinare lo spett:ico lo
qualora avessero seguito a punti•
no
le
sue raccomancl:tzioni. L'alibi