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Eidault ha appreso da noi il numero degli italian i morti in .
Francia a fianco dei Maquis.
Sulla quistione economica, mentre la nostra commissione
accumulava dati su dati per dimostrare l'impossibilità dell'eco–
nomia. italiana di far
fr01:te
agli oneri de11eriparazioni , le ri–
chieste delle nazioni vincitrici o sedicenti tali, aumentavano
con un crescendo spaventos o e ridicolo. Ad un certo punto esse
superavano
i
20
miliardi
cli
dollari. Era evidente che nessun
paese voleva rinunziare al piacere di strivere al proprio attivo,
sia pure per pochi giorni
1
un credito verso Pltalia.
Dopo un mese dall'apertura deJla conferenza, la posizione
dell'Italia risultava indubbiamente aggravata anche per i
ri–
flessi
di
alcune decisioni politiche. Il lavoro dei nostri espert i
si svolgeva pertanto in un'atm osfera di sfiducia e di pessimi–
smo, con una tendenza molto diffusa di piantare tutto e ritor–
narsene a casa. Tutti coloro che abbiamo avvicinato a Parigi
il
primo giorno del nostro .arrivo, si trovavano in questo stato
d'animo. Lo stesso Ministro Corbino, cosl vivace verso gli
avversari della sua politica in Ital ia, aveva perduto a Parigi
ogni velleità combattiva : Non desiderava che di ritornarsene
a Roma, come infatti fece.
In quest'a tmosfera pesante e senza ori2zonti, il memoria)e
della C.G.I.L _., sereno e ponderato nell'esposizione finanziaria ,
ma. agg.ressivo e spregiudica to nel preambolo, produsse lo
st~sso effetto di -un macigno che cada in uno stagno. Per una
intera settimana nell'ambiente della conferenza, tra giorn alist i
e delegati, non si parlò che del memorandum della C.G.I.L. e
dell'intervento della F.S.M. ·in favore dell'Italia. I giornal i'
f;ancesi, anch~ quelli che avevano finto di ignorarci, si sve&lia-·
rono pubblicando larghi riassunti di esso. Il
Daily Mail,
il
Timè s,
il
Nea, York Times,
' il
Chicago Tribu11e
e altri grossi
calibri internazionali si ricoI'darono che l'It::ilia era stata
co-–
belligerante .:e .a\·e\·a combattuto . per . oltre due annì a -fianco