

PRISCO
la sua morte? Che cos'è, morire? Staccato,
estraneo,
da
•vivo•
: guardando quel ritra tto d'ignoto, riudi vo parole sle–
gate salire da chi sa quali profondità :
è
il solo puntello, diceva
la mia voce, brandelli di discorsi, non penso assolutamente sia
immaginario... Allora un desiderio di fuga mi condusse al–
l'aperto voglioso di aria. Sulle scale il fattore veniva da mc,
lo investii con violenza :
-
Che c'è?
-
Venivo a pregarv i di dare uno sguardo in cantina, si-
gnor avvocato.
-
Andiamo -
ordinai. M'era parsa una voce melliflua
e falsa, ma avevo bi.sognodi lavorare, di lavorare per uccidere
i miei pensieri e la mia solitudine.
Sl,
questa
è
la mia
vita,
oggi.
E
a
se.rasono stanco e sfi–
nito, senza capacità
di
pensare,
più :
ma non
è
quello che
vC1glio?A volte la mamma dice sospirando:
-
Bernardo, perchè non prendi un
po'
di vacanze?
Sorrido, trovo sempre motivi per rimandare. Lavoro, lavoro
tanto : ma non penso, non bo più pensato,
è
quello che voglio.
Nemmeno a sera, quando ci si trattiene in salotto: viene sempre
Berti, assiduo e fedele. Anch'egli qualche volta rimprovera. le
mie .eccessive occupazioni, non
ti
accorgi che
ti
logori? , e io
rido addirittura, no, non me ne accorgo proprio.
Egli giuoca lunghe
interminabili partite a scacchi con
mia madre : Maurilia entra a servire quakhe biscotto, una bi–
bita . Qualche altra volta Berti suona.
Lo
vediamo affondare
con gravità
le dita nei tasti -
pare che con gli anni venga
fuori una diversa vibrazione, dal pianoforte, un tono compiu–
tamente nuovo. Ma le note dilagano pur sempre oltre la fine–
stra, tra gli alberi che circondano la casa, e si mescolano al
bruslo misterioso del fogliame. Berti suona; nessuno gli dice
di fermars i, di smetter la : allora io mi accorgo anche, senza
vederla, che nella stanza
c'è
un'a ltra presenza,
è
Maurilìa :
ritta sulla soglia, si regge allo stipite e ascolta.
MIC HELE PRISCO