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regimi totalitari di tipo oc:ciàcntalc. Erano come un succc•
daneo, che impediva una netta visuale dei due mondi realmente
in contras to: e,
di
concorde volere, rinviando la loro partita
decisiva, il diaframma
è
stato fatto cadere.
Se
ciò
è
stato
pos•
sibilc, si
è
dovuto all'essere, quei regimi, come antidemocra–
tici
così anticomun isti, e perciò privi della possibilità di appog –
giarsi a qualsiasi dei due mondi. Ed era, la loro, la formula
più innaturale e spuria, nella spinta decisa verso una soluziont=
sociale che democrazia socialista, laburi smo e comunismo hanno
in comune. Rappresentava
la concordia per acquiescenza, il
progresso tecnico per l'eliminazione di interess i nel mondo del
lavoro, una stabilità politica per abbandono di ogni aspirazione
e di ogni contras to, di quelli di cui la libertà si alimenta.
Democrazia occidentale, da una parte, comunismo, allora,
dall'altra. Il panorama sarebbe così chiaro
1
e non necessaria–
mente l'umanità passibile di sviluppi bellici, dato che tra de–
mocrazia e comunismo non vi dovrebbe essere un antagonismo
diretto e un'idiosincrasia assoluta. Piutto sto l'uno si potrebbe
intendere come lo sviluppo, o l'esperi mento avanzato, dell'altra.
Ma non
~
cosl.
li
comunismo d'oggi, quello che pesa sulla bi–
lancia dei rapporti
internazionali, non
è
quello utopistico, in–
teso -
anche nel suo realizzarsi -
come la perfetta ugua –
glianza degli uomini rispetto ai beni della natura. Non
è
nean–
che la forma più alta di marxismo, quel1a che permeando il
movimento operaio della fine dell
1
Ottocento aveva avviato allt>
giuste rivendi cazioni dell'Internazionale
socialista . E non
~
nemmeno il comunismo rivoluzionario che, bruciando le tappe
del moto sociale dove esso non aveva potuto che imperfettam ente
esprimersi (come in Russia), si volse a fornire una base d'azione
per una nuova internazionale comunista. E invece il tipico • c<r
nrnnismo in uno stato solo
1 ,
contro cui Tro tzky, dopo Lenin,
aveva combattuto;~
lo stato dittator iale e assoluto che, pur fon–
dato sul presuppo sto dell'uguaglianza dei lavoratori e sul prin–
cipio rivoluzionario del mutamento di classe dirigente , si volge
ad ampliare il già ampio settore acquisito al comunismo piut–
tosto per l'effetto di uno slargarsi della prop ria sfera d'azione
an,d che per la diffusione -
democratica o rivoluzio11aria -
della ideologia comunista. E insomma lo stato russo di Stalin,