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II4

/ OVINE

mento delle coscienze che la precedette ; nè si può dire che

iT

divorzio consumat o venticinque anni

fa

tra l'i ntetligem~a ita–

liana e il popolo abbia trovato la sua conciliazione. Vi sono,

è

,·ero, segni confortanti di una salutare

inquietudine, massime

nei giovani, ma non si può affermare che sia stato trovato un

indirizzo che pcÌ"metta fin da ora di disegna re

i

nuovi linea–

menti dello spirito nazionale per il prossimo futuro .

Eppure non c'é speranza di salvezza se non si riu scirà a

trovare

l'e quilibrio tra

le oscure forze dell'impu lso e quelle

del1'intelligenza; occorre che

i

problemi dell'anima divengano

quOtidiano alimento per risolvere tutt i

i

quesiti della vita pra-

tica.

Gli italiani sono vissuti-per decenni facendo una delega del

proprio potere intellettivo, ricevendo passivamente dall'alto

le

norme della propria condotta. La fede, l'entusi2smo, il con–

correre in app arenza attivamente

a reali zzare te norme rice–

vute, diedero l'i llusione che non si tratta sse di obbedienza pas–

siva ma di libera elezione. Pernic iosa cre<len7.ache renderà più

difficile, per larghi strati del popolo italiano, ritr ovare nel ritmo

interiore

l'amore della critica

illuminata, delle decisioni pon–

dt'rate, del rispetto dell'inte lligenza altrui .

La cultura

italiana

rimase, per alcuni aspetti, pienament e

,·itale duran te il fascismo ; ma fu una vita lit:\ che non poteva

giovarsi delle linfe del consenso che le sono indispensabili.

Quel tant o di astrattezza

nel pensiero filosofico sistematico,

nella saggis tica, nella letteratura narrativa e nella poesia che

allora veniva cautamente lamentato da pochi e che oggi

è

cla–

morosamente rivelato dai più, persiste ed

è

elemento nocivo.

Ma, per la verità,

la persistenza di questa specie di schiva

aristocrazia , come dicono i benevoli nella nostra cultura, che

la condanna alta sterilit à, non

è

dovuta, come

è

facile pensare,

soltanto a difetti intrinseci.

L'indifferenza del pubblico che ancora permane o

è

venuta

addirittura accentuandosi, non favorisce il ritorno del calore,

della chiare zza, della forza eloquente, nelle prove più alte della

nostra intelligenza.

La cultu ra

~

fatto ciclico, corale; le sue manifestazioni,

che, in appare nza, sono auto nomamente generate e solo in un