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mento delle coscienze che la precedette ; nè si può dire che
iT
divorzio consumat o venticinque anni
fa
tra l'i ntetligem~a ita–
liana e il popolo abbia trovato la sua conciliazione. Vi sono,
è
,·ero, segni confortanti di una salutare
inquietudine, massime
nei giovani, ma non si può affermare che sia stato trovato un
indirizzo che pcÌ"metta fin da ora di disegna re
i
nuovi linea–
menti dello spirito nazionale per il prossimo futuro .
Eppure non c'é speranza di salvezza se non si riu scirà a
trovare
l'e quilibrio tra
le oscure forze dell'impu lso e quelle
del1'intelligenza; occorre che
i
problemi dell'anima divengano
quOtidiano alimento per risolvere tutt i
i
quesiti della vita pra-
tica.
Gli italiani sono vissuti-per decenni facendo una delega del
proprio potere intellettivo, ricevendo passivamente dall'alto
le
norme della propria condotta. La fede, l'entusi2smo, il con–
correre in app arenza attivamente
a reali zzare te norme rice–
vute, diedero l'i llusione che non si tratta sse di obbedienza pas–
siva ma di libera elezione. Pernic iosa cre<len7.ache renderà più
difficile, per larghi strati del popolo italiano, ritr ovare nel ritmo
interiore
l'amore della critica
illuminata, delle decisioni pon–
dt'rate, del rispetto dell'inte lligenza altrui .
La cultura
italiana
rimase, per alcuni aspetti, pienament e
,·itale duran te il fascismo ; ma fu una vita lit:\ che non poteva
giovarsi delle linfe del consenso che le sono indispensabili.
Quel tant o di astrattezza
nel pensiero filosofico sistematico,
nella saggis tica, nella letteratura narrativa e nella poesia che
allora veniva cautamente lamentato da pochi e che oggi
è
cla–
morosamente rivelato dai più, persiste ed
è
elemento nocivo.
Ma, per la verità,
la persistenza di questa specie di schiva
aristocrazia , come dicono i benevoli nella nostra cultura, che
la condanna alta sterilit à, non
è
dovuta, come
è
facile pensare,
soltanto a difetti intrinseci.
L'indifferenza del pubblico che ancora permane o
è
venuta
addirittura accentuandosi, non favorisce il ritorno del calore,
della chiare zza, della forza eloquente, nelle prove più alte della
nostra intelligenza.
La cultu ra
~
fatto ciclico, corale; le sue manifestazioni,
che, in appare nza, sono auto nomamente generate e solo in un