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/ 01-"I ,\"E

I13

convin1.ioneche le forze ddlo .spirito

a\'Cssero

gli stessi caratter i

di quelle naturali;

e che moltiplic :mdoue gli elementi, accre–

scendone la quantità, se ne aumentas~c all' infinito il vigore .

E difficile persuad ersi del fatt o che una

idea condfri sa

da milioni di uomini può

3\'ere

stru ttura debolissima e quella

creata da un solo uomo

o

da un ristre tto numero di uomin i,

formidabile potere. E difficile rinncg1rc

lo spirito della pro–

cessione, rinun ciare al tentati,· o di accodare la propria dcbo•

lezza mentale all'altrui con b presun;~ione di creare un com–

plesso di potenti idee.

L'Italia

è:

certam ente uno dei paesi che ~aggiorment e hann o

sofferto

di

questa sfiducia nella guida dell'int elligenza. Per

nostra sciagura , per troppi anni, la sorte ha \'Olut o negarci una

riprova clamorosa della scempiaggine sulb quale si reggeva

la

ideologia che per tanti anni ci ha dominati. L'id okttria

~

stat:1.

alimentata, per troppi anni, da una serie di successi pratici;

per cui la fiducia del consenso multipl o e talvolta pressocM

unanime al regime, ha fatto , nel nostro paese :mche più trist e

che altrov e, la solitudine dell'intelligenza .

Bisogna riconoscere che il di\'orzio tra forze intellettuali

e popolo

è

da

noi antichissimo . E

bisogna

ritene re che la ra–

gione, forse più profonda del nascere e dell'a ffenn arsi della

dittatura,

è

in strettis sima dipcndcm:a di qucst.3 mancata

fu–

sione.

L'impopolarit à delb

nostra lette ratur a, del nostro pen–

siero filosofico, la difficoltà della formazione di un costume

morale uniforme nel nostro popolo, dovuto alle antiche vicc:nde

politiche:che lo hanno tenuto troppo a lungo diviso, la rou.czza

mentale di larghi ssimi strati del popolo, sono fatti,

troppe

volte esaminati, per insistervi ancora . Ma una cosa

è

certa;

la insufficiente diffusione e lo scarso vigore che avevano nelle

menti e nelle coscienze alcuni prin cipi fondamentali che ave–

vano retto la vita democratica dei popoli nel secolo decimonono,

resero più facile il cedimento delle coscien1.e.

Ora, conclusa dopo tant e sciagure la tardiva 3vventu ra im–

perialistica dell'Italia, non

è

certo venuto meno quel disorien ta•