

cappelli e 1 fabbrica di feltri per cappelli occul?"vano da
50
•
100 operai;
1 fabbrica di cappelli e berrette e 2 cappellif10 ~pavano
da 100 a
500
operai; 4 cappellifici occupavano da
500
a 1.000 operai. Or.
Gu,"4
d,
Monu,
Tip. Sociale Monzese 1912, p. 42-3.
.
74 •
Il
Cappellaio•• a. I, n. 2, 1° aprile 1902, •
Il
Lambro••
a.
XII,
n. 602, 1° ottobre 1901,
«
La
Brianza•• a. IV, n. 39 (suppi.), 3 ottobre 1901,
«
La
Gazzetta dei Cappellai•• a. VI , nn. 66-67, novembre-dicembre 1901.
75
Archivio Camera di Commercio di Milano, scat. 68, fase.
7.
1•
Ibidem.
77
Vedi il telegramma di comunicazione al Presidente della
ccu
di
Mi–
lano e lo Statuto Federale, approvato nelle Assemblee
Generali
Straordinarie
del 4 e 27 dicembre 1902,
ibidem.
2.
78 •
Il
Lambro•• a. I, n. 2, 7 gennaio 1886. Sul lavoro • libero • e • al–
l'aria aperta »
è
interessante anche un ricordo personale del Carera:
«
Chi
è
di
pelo, come me,
già
bianco, si ricorderà i tavoli che si vedevano nelle
strade minori con attorno
gli
operai che impomiciavano
i
cappelli; si ricorderà
i lavatoi di cappelli, che erano la disperazione delle donne che andavano ai
pubblici lavatoi a lavare biancheria e
panni
di colore,
perché
inquinavano
le acque del fontanile; ricorderà le belle distese dei
feltri,
ancora senza forma,
bianchi, grigi, neri, che venivano fatte sulla piazza del mercato e nelle altre
acciò asciugassero; e ricorderà come, per i monelli, fosse una gran bazza
il
poter fare una corsa a salti tra quei
feltri
allineati come tante compagnie
di
soldati, e metterli
in
disordine, facendosi rincorrere da chi stava a custodirli;
ricorderà i lunedl ed anche i martedl delli operai .cappellai•· CARERA,
op. cii.,
p.
17.
79
P. NEBBIA,
La
fabbricazione dei cappelli di lana,
Milano, Ed.
«
La
Gazzetta dei Cappellai•• 1913, p. 39. Vedi anche:
«
La
Cappelleria
Italiana••
a. III, n. 28, ottobre 1886.
'°
RivA,
op. cit.,
p. 207.
81 •
La
Cappelleria Italiana•• a. III, n. 28, ottobre 1886.
ilAMENzoNI,
op. cit.,
p. 324.
La
lavorazione del cappello di pelo, proseguita a Monza
in fase semi-artigianale anche dopo la massiccia diffusione della lavorazione
meccanica del feltro di lana e reintrodotta su scala industriale anche dalle
maggiori fabbriche alla fine del secolo, difleriva da quella del cappello di lana
solo marginalmente. Diversa. ovviamente, era
la
preparazione della materia
•
prima: le pelli, di lepre o
di
coniglio, dopo la stagionatura, erano sottoposte
al cosl detto
(i(
segretage
»,
cioè
all'immersione
in
un bagno contenente acido
nitrico e mercurio, dopo
il
quale venivano essiccate
in
stufe. Dovevano
poi
essere tagliate e rasate, quindi
il
pelo, scelto e mischiato, entrava
nella
la–
vorazione del feltro
con
l'operazione della cosl detta soffiatura, con la quale
si otteneva l'imbastitura del cappello.
12
G.
C.0TTA
RAMusrno,
Cenni statistici sul circondario di MonZ11,
Monza,
Tip. Lib. C. Corbetta 1864, pp. 23 e 29. Per
gli
anni
precedenti vedi: DE
MADDALENA,
op. cit.,
p.
37,
FRATTIN I,
op. cit.,
p.
142,
MBRLINI,
op. cit.,
p.
104.
83
L.
B0010,
Indici misuratori del movimento economico in Italia,
Roma,
Tip. F. Bettero 1891, p.
57.
M MARIANI,
op. cit.,
p.
20.
" Archivio Camera di Coll)IIlercio di Milano, scat. 68, fase.
I.
Si noti
che si pari.ava qui di • salari medi •• il che vuol
dire
che presumibilmente
i minimi,
soprattutto nelle ditte
minori, erano
notevolmente
inferiori.
16
MAIC,
Ricerche sopra le condizioni degli op""; nelle /11bbriche,
Roma,
Tip.
Eredi Botta
1877.
226
Biblioteca Gino Bianco