Table of Contents Table of Contents
Previous Page  148 / 460 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 148 / 460 Next Page
Page Background

Note

t

«

L'arte della seta [ ...] potrebbcsi dire

qwv1

nativa, inerente

al

suolo

e alle abitudini paesane, non essendovi villaggio per piccolo che sia

il

quale

non abbia uno o più opificii consacrati ai vari rami

di

questa industria

».

Cosl

nel 1872 scriveva

il

medico S.

BoNOMI,

nello scritto

Intorno alle condizioni

igieniche degli operai e in particolare delle opuaie in seta nella provincia

di Como,

Milano 1873, p.

5.

2

Ibidem.

l

lvi,

pp.

5-6.

4

U.

CEDUTI,

Le

arti tessili,

Milano

1885.

' Il telaio Jacquard, introdotto in Lombardia all'epoca della Restaurazione,

permetteva la produzione di seta damascata mentre

il

telaio a mano semplice

lavorava esclusivamente tessuti lisci.

• In

decadenza era il sistema del riscaldamento delle bacinelle a fuoco

diretto, che era invece prevalso nella prima metà dell' '800.

7

Per un panorama delle varie attività del settore serico vedi: K. R.

GREEN·

FlELD,

Economia e liberalismo nel Risorgimento ,

Bari 1964;

R.

MoRANDr,

Storia

della grande industria in Italia,

Torino 1966; B. CAIZZI,

Storia ddl'industria ila•

liana

1

Torino 1965i

IDEM,

Storia del setificio comasco,

voi.

I,

L'Economia

1

Como 1957i

R. ROMEO,

Breve storia della grande industria,

Bologna 1967.

8

G.

LUZZATTO,

L'economia italiana dal 1816 al 1894,

Torino 1968,

p.

130.

9

MAIC(Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio),

Notizie sta•

tistiche sopra alcune industrie,

a cura di V. Ellena, Roma 1878.

10

La

diffusione della trattura a vapore si ... 1'a accentuata specialmente

negli anni 1870-73, come risulta dagli

Alli del Comitato dtlla Inchi,rta Indu••

striale

che si riferiscono proprio a quel periodo .

La

maggior parte degli interpellati per la provincia di Como affermava

di

avere adottato

il

sistema della uattura a vapore per realizzare un'cco–

notnia sul combustibile e sulla manodopera e per ottenere un risultato più

brillante e un aumento di produzione.

11

S.

MERLI,

nel suo saggio

La

grande fabbrica e la formazione del proleta–

riato indu.striale di massa,

in «Classe» , a. I, n. 1, p.

5,

ha

osservato come

«

il

padrone italiano aveva a disposizione, come forse in nessuna nazione eu–

ropea, una materia prima praticamente illimitata cd esente da controlli e

gravami di sorta, cioè una manodopera a sua completa disposizione sulla quale

non doveva nemmeno pagare quelle poche tasse che erano richieste ad esem–

pio per la utilizzazione delle fonti idriche •· Questa assoluta « libertà» dell'indu–

stria e della manodopera costituiscs: secondo

il

Merli « la chiave per comprcn-

138

Biblioteca Gino Bianco