

&J
Ivi, pp. 200-1.
" MAIC,
Sul lavoro dei fanciulli e delle donne
cit., p. 290. Su
una linea
non dissimile si collocava la risposta del Signor Giuseppe Gavazzi della ditta
Pietro Gavazzi, con filanda e filatoi in Valmadrera. Ivi, pp. 294-5.
ss
Anche
il
Procacci nel saggio
La
classe operaia italiana af).i inizi del se–
colo XX,
in
La
lotta di classe in Italia agli inizi del secolo XX,
Roma 1970,
parla di
«
vecchia e antiquata legge dell'll febbraio 1886, che poneva l'Italia
alla coda
di
tutte le alue nazioni europee ..,
p.
11.
86
I piccoli operai e la legge sul lavoro dei fanciulli,
in
«
Il Lavoratore
Italiano
»,
26 luglio 1896.
87 MAIC,
Statistica industriale lombarda
cit.
88
Nel 1903 nella provincia di Como su un totale di
58.748
occupati nelle
aziende tessili, 49.280 erano donne, delle quali 2.962 sotto i 12 anni, 10.159 dai
12 ai 15 anni, 17.744 dai 15 ai 21 anni e 18.415 oltre i 21 anni. Sul totale
degli occupati nelle indumie tessili comasche quindi le donne rappresentavano
nel 1903 1'84,396 contro il 15,796 degli operai di sesso maschile.
MAIC,
La
donna nell'industria italiana. Studi di demografia e di economia industritJ/e,
Roma
1905.
89
La
media degli orari
è
stata ricavata sulla base dei dati contenuti
in
MAIC,
Direzione generale della Statistica,
Statistica degli scioperi avvenuti
nell'industria e neWagricoltura durante l'anno 1902,
IDEM,
Statistica degli
scioperi avvenuti nell'industria e nell'agricoltura durante l'anno 1901,
Roma
1904; IDEM,
Statistica degli scioperi avvenuti ne/l'industria e nell'agricoltura
durante gli anni 1902 e 1903,
Roma 1906.
90
Lo
sfruttamento illimitato delle fanciulle negli opifici serici era dc•
nunciato senza mezzi termini sulla stampa cattolica:
«Lo
sfruttamento padro–
nale
in
questa classe
di
operaie
è
addirittura enorme. Quando si pensa che
queste povere operaie debbono lavorare da undici a quindici ore
al
giorno per
guadagnare (le cosi dette filatrici) in media una lira, quando si pensa che
giovani donne che ancora non hanno avuto la fortuna di passare nella classe
delle filatrici, percepiscono un irrisorio salario che varia dai
60
agli
80
ccnte•
simi
al
giorno; quando si pensa che queste operaie
in
molti paesi per recarsi
sul
luogo del tormento
debbono percorrere diversi chilometri, nelle tenebre
dell'inverno in mezzo
alla
neve, quando si pensa che
mulu
enormi le colpi•
scono
se
giungono con qualche ritardo e che inzuppate, e che intirizzite deb–
bono mettersi al lavoro senza avere nemmeno il tempo di asciugarsi le mani;
oh, noi
ci
domandiamo se questo stato di cose
può
e
deve
durare
».
Federa•
zione delle filandiere,
in • La Donna» 8 febbraio 1902.
91
Per le operaie lombarde,
in •
L;
Donna del Popolo • • 16 febbraio
1902;
I.e
filandaie,
ivi, IO agosto 1901.
92
Nei setifici,
in
«
Il Cittadino», 9 aprile 1903;
Le
filandaie
cit.
93
Sul lavoro dei fanciulli,
in • Il Lavoratore Comasco •• 7 maggio 1898.
9"
L'
«
immobilità
»
delle mercedi nell'industria della seta
è
sottolineata
nello studio di
E.
MAGRINI
e
A.
GEISSER,
Contribuzione alla storia e statistica
dei salari industriali in Italia nella seconda metà del secolo XIX,
in
«
La
Ri•
forma Sociale»,
a.
X,
vol.
XIV.
"
Statistica scioperi 1900
e
Statistica scioperi 1901-1902
cit.
96 MAIC,
La
donna nell'industria italiana
cit.
"11
Lo
s/ru//amento delle donne nelle filande,
in
«
Quindici maggio»,
supplemento
al
n. 29 della •Battaglia••
15
maggio 1902. Vedi
anche:
Voci
operaie
•
Le
malallie di chi lavora,
in
«
La Battaglia», 19 marzo 1904, e
Note
igieniche,
in
«
La
Voce delle Arti tessili», 30 settembre 1902, e
L'igiene delle
classi lavoratrici,
ivi, novembre 1903.
98
Nei setifici
cit,
99
Circa 1'8096 dei tisici apparteneva
alla
classe operaia. Primi nella
gra–
duatoria erano i tessitori, seguiti d~
addetti alla filatura.
Note igitnicht
cit.
142
Biblioteca Gino Bianco