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100

Le

malattie professionali e l'igiene negli stabilimenti di tessitura,

in

• Le

Arti Tessili•• 1° febbraio 1903.

101

La

moralità nelle filande,

in

«

Il Galantuomo•• 2 maggio 1896.

102

Ecco,

a titolo d'esempio, il testo

di

un regolamento in vigore in un

setificio della Brianza:

«

1.

La

soprascritta operaia accetta le condizioni stabilite

a

voce dal Di–

rettore e dal Regolamento esposto in filanda.

2. Nel caso che la filanda, per qualsiasi circostanza, non venisse riatti–

vata oppure fosse sospesa, non ritienesi

alrun

obbligo di preavviso, né com–

penso di sorta alcuno.

3.

L'infrascritta potrà essere momentaneamente

sospesa,

ed anche licen–

ziata per qualsiasi mancanza riconosciuta dal Direttore a pregiudizio del buon

andamento della filanda.

4. Eccettuati i casi urgenti e comprovati non potrà l'infrascritta abban–

donare

la

filanda in corso, sotto pena di una multa

di

L.

5.

5.

Al

termine della filatura verrà fatta la trattenuta di

L.

8

per le fibre,

e

di

L.

4

per le scopinere che si restituiranno dopo otto giorni di lavoro dalla

filanda seguente.

»

Patti leonini,

in •

La

Voce delle Arti Tessili», 28 febbraio 1903.

103

«

Il

Lavoratore Comasco

»,

17 novembre 18~8.

104

Il Pinchetti calcolava che, verso

il

1874 fossero impiegati nella tessi–

tura in provincia di Como, circa

9.000

operai, cifra che comprendeva sia i

tessitori, sia gli addetti alle operazioni sussidiarie come le operaie incanna–

trici, orditrici,

«

rimettitrici

»,

«

spoliere

».

A suo dire, circa 6/10 del

totale degli addetti erano uomini e ragazzi, e i rimanenti 4/ 10 donne e fan–

ciulle.

Atti del Comitato dell'Inchiesta Industriale,

voi. II ,

Categoria 6,

§

3.

Tessitura della seta

cit., p.

18.

105

Ricerche sopra la condizione degli operai

cit., p. 44;

Atti del Comi–

/alo... Torcitura della seta

cit., pp.

13

e

15.

106

Ricerche sopra la condizione degli operai

cit., p. 43i

Intorno alle condi–

zioni igieniche

cit., pp.

11-12.

101

Ricerche sopra la condizione degli operai cii.,

pp.

45-6.

108

«

I locali addetti sono tristissimi, molti non differenziano dalla can–

tina, stalle e capanne, e sono veri tuguri...

».

A.

ROMANO,

Riforma sulla fabbri–

cazione del setificio in Como e sue leggi,

Como 1874, p. 137. Sempre

il

Ro–

mano riportava la notizia che molti proprietari di case rifiutavano di conce–

derle in affitto agli operai tessitori, tanto più se padri di famiglia numerosa.

109

Intorno alle condizioni igieniche

cit., pp, 23-4,

110

Ricerche sopra la condizione degli operai

cit., p. 47.

111

Lo

scrofola era una malattia della pelle di natura tubercolare. Era costi–

tuita di nodi di volume variabile e si manifestava generalmente nei ragazzi

linfatici o affetti da altre manifestazioni tubercolari.

112

«

Fra questi operai si scorgono molte facce sparute, macilenti, individui

tossicolosi, rachitici, con torace depresso, logori anzi tempi, pochi essendo

quelli che abbiano raggiunto i sessanta: in vari si sviluppano la tisi polmonare,

le emorroidi, l'itt erizia, mali

ai

precordii, catar!i, affezioni gastro-enteriche, predo–

minando in tutti la scrofola cammuffata diversamente

».

Intorno alle condi–

zioni. igieniche

cit., p. 16,

113

«

La

tisi [ ...] si

è

resa da qualche anno cosi frequente nella nostra

popolazione operaia da non poter esserne che tristemente sorpresi •· Uno dei

sindaci interpellati dal Bonomi ricordava

«

la frequenza delle morti immature

indotte negli operai da tisi e da asma, in conseguenza delle cattive condizioni

igieniche degli opificii

».

Ivi., p. 16.

114

«

Il pane di cui si nutrono i nostri operai - osservava il Bonomi -

consiste in un impasto di farina di granoturco, ammannito di solito settima-

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