

220 partecipanti; a Brienno, Primaldina, Cortabbio, Corte Nova,
Barcore e Pessima con
150
partecipan ti; a Oggiono con
500;
a
Musso con 300; a Como, con 43; a Bellano, Brivio e Malnate,
quasi tutti per opporsi alle diminuzioni delle mercedi in corso
- piuttosto che per chiedere aumenti delle medesime - e all'au–
mento delle ore di lavoro. Ma gli scioperi delle filatrici della
città e provincia di Como ebbero quasi tutti esito negativo, a causa
certo anche del loro carattere
«
spontaneo
»,
del mancato collega–
mento con le categorie operaie cittadine inquadrate nelle società
di resistenza che, avendo acquisito una più matura coscienza sinda–
cale attraverso le loro esperienze di lotta, avrebbero potuto fornire
un contributo importante sul piano organizzativo e della direzione.
Lo stesso carattere di spontaneità mantennero gli scioperi negli anni
successivi segno evidente della difficoltà da parte degli operai urbani
di uscire dagli schemi corporativi e di elaborare una piattaforma
rivendicativa unitaria che tenesse conto delle istanze della parte
più arretrata dei lavoratori tessili.
Nel 1893, come rilevava la
«
Statistica degli scioperi», scoppia–
rono nella provincia di Como quattro scioperi di filatrici: a
Menaggio, Dongo, Galbiate e Brienno, di cui soltanto due, gli scio–
peri di Menaggio e Dongo si risolsero favorevolmente per le operaie'".
Anche nel 1894 in provincia di Como si ebbero numerosi scio–
peri. Il 22 gennaio scesero in sciopero i 130 operai della tin–
toria Castagna, per opporsi alla prevista riduzione delle maestranze
e per ottenere una diminuzione dell'orario di lavoro.
Lo
sciopero della
tintoria Castagna, che durò tre giorni e conobbe alcuni episodi di
violenza, ebbe esito del tutto negativo; anche lo sciopero delle
filatrici, scoppiato a Contra in data 20 ottobre, e che ebbe la
durata di venti giorni, volto ad ottenere aumenti salariali in ragione
di 10 centesimi giornalieri, non ebbe successo e le retribuz ioni delle
filatrici di Contra rimasero
cli
90 centesimi giornalieri.
La frequenza degli scioperi delle filatrici, che mantennero sino
alla conclusione del periodo in questo studio esaminato, il carattere
di spontaneità a cui sopra accennavamo, si giustificavano tenendo
presenti le caratteristiche
«
depresse e sconfortanti delle loro condi–
zioni in confronto degli appartenen ti ad altri restieri
»
192
•
In
propo–
sito, cosl si pronunciava l'anonimo autore dell'opuscolo
Norme per
regolare il lavoro delle donne e dei fanciulli
'" ·
La
fanciulla proletaria, strappata alla scuola quando la sua istruzione
è
ap–
pena rudimentale, senza nessuna preparazione pratica che la sottragga ad un
lungo e doloroso tirocinio,
è
sfruttata dalla grande industria
ed
anoor più
dalla cosiddetta industria casalinga che, disponendo
di
pochi mezzi, di mac–
chine antiquate, cerca
di
sostenere la concorrenza, e di guadagnare, spingendo
lo sfruttamdto dell'operaia al
di
là di ogni limite.
La
donna operaia, affranta
da
.,,una illimitata giornata di lavoro che non
136
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