

La grande
proprietà
terriera diventò insosteni–
bile con la r ivoluzione. Ciò fu subi to manifesto. Fu
inevi tabi le i l t rasfer i r la alla popolazione rura l e .
Ma non si era' d'accordo sulle forme i n cui ciò
doveva avvenire. Si potevano pensare diverse solu–
z ioni . Da i punto di vista socialista la più razionale
sarebbe stata quel la d i trasferire le grosse aziende
in proprietà dello Sialo e farle
amministrare
dai con–
tadini che fino al lora avevano lavorato in esse corno
salar iat i , in forme social i . Però tale soluzione pre–
suppone dei lavorator i r u r a l i qual i la Russia non
possiede. Un'al tra soluzione avrebbe potuto essere
che la glande proprietà terriera diventasse proprietà
dello Stato ma fosse divisa in piccol i
fondi
presi
In
affitto dai conladini pover i ini terra. Cosi si sarebbe
realizzata alcunché del social ismo.
Ma la piccola azienda tende, dove può, alla pie–
na proprietà pr ivata dei suoi mezzi d i produzione.
Essa ha finora mostrato dovunque questo carattere
e i l conladino russo non fa eccezione, a malgrado
delle tradizioni del comunismo d i v i l l agg i o . I l rom–
pere o spart ire la grande proprietà era i l suo pro–
gramma, ed esso era abbastanza forte per compierlo.
Nessuno gl ielo poteva impedi re.
Tut tavi a sarebbe stato più desiderabile nel l ' in–
teresse del proletar iato stesso che la spartizione fosse
compiuta sistematicamente e la terra fosse data a
coloro che ne avevano maggior bisogno e che pote–
vano ut i l izzar la. C'era soltanto un'autorità che po.
tesse compiere una tale spartizione sistematica : la
Costituente, la rappresentante del la volontà col let–
tiva della nazione, compresa la grande maggioranza
dei contadini .
Ma questa si fece troppo aspettare. I contadini
cominciarono i n generale ad aiutarsi da sè, e cosi
mo l t i preziosi mezzi d i produzione andarono d i s t ru t t i .
L'organizzazione dei Soviet mise poi da parte ogni