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mero dei capi tal ist i può per un certo tempo aumen–
tare.
Ma più rapidamente cresce nel lo Stato i l pro –
letar iato.
Tu t t i questi fat tor i sgorgano direttamente dal lo
svi luppo economico. Essi non vengono da sè, senza
concorso umano, ma vengono da sè, senza concorso
proletar io, unicamente per l'azione dei capi tal ist i
che hanno un interesse al l ' incremento del la l oro
grande indust r i a . Tale svi luppo è i n pr ima linea pro–
pr i o delle città, e industr iale. Lo svi luppo agrar io
offre soltanto una debole eco d i quel lo. Dal le città,
dal la industr ia, e non da l l ' agr i co l tura uscirà i l so–
cial ismo. Ma perchè esso si avveri , è necessario an–
cora un quar to fattore accanto ai già menz ionat i : i l
proletar iato deve non sol tanto avere interesse al so–
cial ismo, deve non semplicemente t rovare le sue con–
dizioni mater i a l i e possedere la forza d i appropr i ar –
sele, deve anche possedere la capacità di conservarle
e adoperarle giustamente. Soltanto al lora i l socia–
l ismo si può realizzare come durevole forma di pro–
duzione./
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Al la
maturità
delle circostanze, alla necessaria
altezza dello sviluppo»
industriale
deve aggiungersi
anche la maturità del prolelar iato, se i l social ismo
deve diventare possibi le. Ma questo» fattore non è
creato dal lo svi luppo industriale, dall 'azione del lo
sforzo industr iale verso i l prof i t to, senza concorso
del proletar iato : deve essere raggiunto dal proleta–
riato i n opposizione al capitale.
Sotto i l dominio della piccola industr ia
i
nul la–
tenenti cadono i n due st rat i : per g l i uni , garzoni di
contadini o giovani f i g l i d i agr i co l tor i , la nul late–
nenza è soltanto uno stadio transi tor io : essi si r i –
promettono» d i diventare un giorno propr i e t ar i , han–
no interesse al la proprietà pr i va l a . Ciò che resta an–
cora poi d i nul latenent i , forma la « feccia del pro–
letariato », uno strato d i parassi t i senza (coltura,
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