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senta coscienza, senza coesione, superfluo e anche
dannoso per la società. Costoro sono ben disposti , se
possono, a espropriare i propr ietar i , ma non sono
disposti , nè in grado d i costruire una nuova forma
economica.
La forma capital istica di produzione si impos–
sessa d i questi nul latenent i , le cui schiere si gonfiano
enormemente negl i ini z i del capi tal ismo. Essa l i t ra–
sforma da parassiti superf lui , anzi dannosi, in i nd i –
spensabili basi economiche della produzione e quindi
della società. Con ciò e con l 'aumentare i l loro nu–
mero, i l capital ismo ne aumenta la forza, ma l i la–
scia nella loro ignoranza, rozzezza, incapacità. Cerca
perfino di abbassare al l ivel lo d i quel l i tutta la classe
lavoratrice. Sicuro, i l capi tal ismo, per mezzo del
sopralavoro, della monotonia e materialità del la–
voro, del lavoro delle donne e dei ragazzi compr ime
spesso le classi l avorat r i c i anche sotto i l l ivel lo spi –
ri tuale del. proletar iato più abbietto. Quindi l ' immi –
serimento del pro-letariato aumenta in misura spa–
ventevole.
Da tale immiserimento scaturì i l pr imo impulso
verso i l socialismo come sforzo di preparare un ter–
mine alla crescente miser ia del le masse. Ma parve
che anche questa miseria rendesse i l proletar iato i n –
capace per sempre a l iberare se stesso : la pietà bor–
ghese doveva salvarlo, doveva appor targ l i i l so–
cial ismo.
Tosto si rivelò che da tale pietà non c'era nul la
da aspettarsi . Una forza più efficace per realizzare
i l socialismo era da aspettarsi unicamente da coloro
che avevano interesse al social ismo, dai pro l etar i .
Ma non erano quel l i precipi tat i , senza speranza, al
fondo ? I n ogni caso, non l u t t i . C'erano ancora al –
cuni st rat i che avevano conservato forza e coraggio
per la lotta contro la miseria. Questa piccola schiera
doveva fare ciò che gl i utopist ici non potevano, do-