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rivoluzione pol i t ica. Questo ci si deve aspettare
tanfo più presto, quanto più altamente i l proletar iato
apprezza la democrazia, quanto più appassionata–
mente è attaccato ad essa.
D'al tra parte non si deve anche credere che
i l cammino degl i avvenimenti qu i prospettato sia
generalmente inevi tabi le. Non dobbiamo essere cosi
cort i di mente. Quanto più lo Stato è democrat ico,
tanto più i mezzi d i potenza della forza statale, an–
che quel l i mi l i t a r i , dipendono dal l 'opinione pub–
bl ica. Questi mezzi d i forza possono certo, anche in
una democrazia, diventare strumento per la compres–
sione violenta d i un moto proletario' , se i l proleta–
r i ato è ancora numericamente debole, per esemp*o
in uno Stato agrar io, o dove esso è debole po l i t i –
camente, perchè non organizzato e spiri tualmente
arretrato. Ma se i l proletar iato in uno Stato demo–
cratico si rafforza così da diventare abbastanza nu–
meroso e forte per conquistare i l potere pol i t ico ver–
tendosi delle libertà concesse, in tal caso riuscirà
molto diffici le alla « Di t tatura capital istica » l ' impie–
gare i mezzi necessari per sopprimere con la forza
la democrazia.
Marx riteneva realmente possibile, anzi ve–
rosimi le, che in I ngh i l t er r a come i n Amer ica, i l
proletariato conquisti i l potere pol i t ico per le vie
pacifiche. Dopo la chiusura del Congresso del l 'Aja
clell'Internazionale, nel 1872 Marx tenne in un'adu–
nanza popolare in Amsterdam un discorso, in cui
fra altro spiegò :
« I l lavoratore deve un giorno avere in mano
la forza pol i t ica, per fondare la nuova organizza–
zione del lavoro. Eg l i deve abbattere la vecchia po–
l i t ica, che tiene in piedi le vecchie ist i tuzioni , se non
vuol essere escluso dal « regno d i questo mondo »
come i vecchi cr ist iani che lo avevano trascurato
e disprezzato.