

Appunti sulla
«
nouvelle critiqu e
»
le
della
loro
vita e il
loro
equilibtio quoti–
diano quando in essi l'istinto di conserva–
zione frana sotto le esigenze dell'istinto di
propr ietà. Diventano ostili ai fermenti
del–
l'atmos fera e si sottomettono senza ritegno
alle
istanze della menzogna e del male.
È
sorto una grand inata malefica che si sbricio–
la la loro miserabile condizione
».
Il
vuoto si
è
formato fra un neo-illumini–
smo uscito dal rovescio di Nietzsche Rous–
seau e Sartre , sui quali si era ricostituita la
mitologia dell'indiv idualismo borghese , e tut–
ta una serie
di
istituzioni da questa derivate ,
sorprese nel tentativo disperato di giustifi–
carla in forza
del.laJoro esistenza. Un'esi–
stenza
di
marca hegeliana , progressiva, di
cui l'illuminismo dei nostri giorni costitu i–
sce la coscienza deviata ,
il
segno astratto del
ristag no sottostante,
del
congelamento. Un
illumin ismo che ha senza dubbio una delle
sue voci più vive nella critica letteraria fran–
cese.
È
DIFFICILE
immaginare, per quanto ri–
guarda
le
diverse voci che hanno dato vita
alJa
nouvelle crilique
in Francia e
a
un rin–
novamento della critica letteraria un po' dap–
pertutto, una sintesi più sobria e insieme più
ricca e utile del volume
Les chemins actuels
de la critique,
che appare quasi contempora–
neamente in due differenti edizioni: una in
formato economico presso
l'Union généraie
d'éditions,
contiene soltanto i test i degli
interventi dei critici che si trovarono riu–
niti nella prima quindicina del settembre
1966 nel castelJo normanno di Cerisy-la-Sal–
le; l'altra, pubblicata da
Plo11
a cura di Jean
Ricardou, comprende, oltre a tali testi , an–
che quelli delle discussioni registrate che li
seguirono.
All' incontro di Cerisy erano presenti pili
di ottanta persone ,
i1
livello culturale era
sorpre ndentemente alto, il paesaggio stupe n–
do. La ragione di tanto interesse risiedeva
ovviamente sia nell'attua lità dell'argomento
Tendances actuelles de la critique,
sia nel
fatto che si sarebbero visti in prim o piano
alcuni dei personaggi più prestigiosi del
mondo culturale francese ,
i
protagonisti del•
la nuova crit ica. I testi che compo ngono
il
volume sono infatti dei veri e propri saggi,
documenti di prima mano , e non già esposi–
zioni divulgative: essi si attengono a una ca–
ratter istica che non
è
quelJa dell'informa–
zione ma della critica in senso stretto, qua-
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le
è
inte sa in questa sede:
«
Un pensiero
critico - ha detto Georges
Poulet
-
che
non
è
più informatore, giudicante , biografi–
co o impressionis ta, che si vuole il dupli–
cato spirit uale dell'opera studiata, la tra–
spos izione integrale di un universo dello
spirito all' interno di un altro spirito
».
E se
è
vero, come ha detto poi Gérard
Genette, che
«
uno dei compiti della cri–
tica
è
quello di riversare sulla lett eratur a
del passato l'e sperien za letteraria del pre –
sente e di leggere gli antic hi alla luce dei
moderni
»,
si illumina immediatament e
quel processo per cui oggi si arriva a parla–
re di Racine come se si parlasse di Roland
Barthes, e parlare di Mallarmé vuol dire
in fondo par lare di Jean-Pierre Richard.
A llo
stesso modo Jean Rousset può riferirsi
alla propr ia attività di critico tratteggian–
dosi in questo itin erario:
«
Le mie rifles–
sioni hanno avuto come punto di part enza,
all'or igine, il mio libro sul
Barocco lett era–
rio.
Il barocco
è
uno stile dello stile, un'ar–
te iper-elaborata che porta direttamente a
una ebbrezza delle forme; d'altra parte,
qualsiasi studio di una immaginazione col–
lettiva, esteso
a
un' epoca intera, dunqu e
a un numero
x
di testi
molto
diversi , ripo–
sa su un ritaglio arbitrario della realtà; que–
sta
è
infatti multifo rme e senza limit i.
È
il ricercatore che decide e della sezione esa–
minata
e
della prospettiva da prendere,
dunque
del
senso da darle... Egli ha la sen–
sazione di modellare come un'argilla una
materia malleabile in tutti i sensi, di pers e–
guire forse un fantasma o
il
proprio rifles–
so. In breve, partito per scoprire,
mi
do–
mandavo se non arr ivavo a inventar e
».
Ma gli sviluppi di questa posizione per
altri crit ici vanno molto più lontano. Mentr e
Rousset si basa sull'assunzione abbas tanza
netta
e
rigida della distinzione saussuriana
fra
langue e parole,
tale distinzione va at–
tenuandos i moltiss imo in Serge Doubrovsk y,
fino alla scomparsa di un qualsiasi soggetto:
autore, opera. L'autore viene liquidato dal–
l'opera: la scritt ura si ripro duce in se stessa,
rimanda soltant o a se stessa. E l'opera divie–
ne linguaggio, si ramifica in altre innumere–
voli opere, passate presenti future : perde
i
suoi confini. Allarga i suoi motivi a tutte
le altre e assorbe, raccogliendoli in sé,
i
mo–
tivi di tutte le altre. L'individualità si ma–
nifesta spezzandosi, risolvendosi in Idea . Si
tratta, secondo Blanchot,
dell'infini littérai-