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ACLI, da guardiane della salute spirituale dei
lavoratori, da protettrici dei lavoratori con–
tro possibili contagi di ordine materialistico
e marxistico, sono ormai diventate le cen–
trali delta contestazione cattolica,
in
un sen–
so e in base a capacità di espressione e di
influenza, che le pone all'avanguardia delle
rivendicazioni della classe operaia. Per usare
una terminologia di tipo corrente, si può di–
re che le ACLI hanno in molti casi
«
sca–
valcato a sinistra
»
la stessa CGIL , hanno
fornito ai cosiddetti cattolici del dissenso oc–
casioni ed esempi che sembra facile o almeno
tentatore sfruttare nei riguardi o in conte–
stazione del partito democratico cristiano e
della stessa Chiesa.
OvvIAMENTE
più
rispettosi nei confronti
della Chiesa, verso il partito politico che
dovrebbe rappresentare l'unità dei cattolici
italiani volti al conseguimento di un obbiet–
tivo di
«
bene comune », i dirigenti delle
ACLI non mancano di risorse aggressive nel–
la loro polemica contro l'attuale società. Bef–
fardi, in questi giorni di riapertura delle
scuole, hanno proposto che il 1° ottobre ven–
ga solennizzato in tutta Italia al canto di
quella indimenticabile poesiola che anche
ai nostri tempi di prima delle due guerre
mondiali era insegnata nelle classi elemen–
tari del Regno. Ricordate?
P,,
la scuola, del tempio sorella,
è
palestra che forma e trastulla:
ogni cosa ci appare più bella
quando parlano amore e bontà.
«
Ma chi trastulla? » si domandano gli
iconoclasti delle ACLI. Denunciano egual–
mente l'altra espressione tuttora
in
uso da
parte di coloro che parlano della scuola, con
il
cuore in mano, per definirla
«
maestra di
vita».
«
E infatti - dicono alle ACLI - noi
siamo d'accordo: la scuola
ci
insegna a vi–
vere da grandi
in
questo tipo di società,
in–
segna a scegliere
il
minor male, a temere
il
capo ufficio o il capo officina, a cercare
il
plauso degli uguali, a essere sprezzanti coi
sottoposti. Insegna la sacralità della gerar–
chia sociale, a non ribellarsi alla paura di
perdere il posto, oltre a qualche luogo co–
mune che si chiama incertamente " morale
".
Insegna ad arrivare primi a ogni costo, a
sfruttare le conoscenze altrui, ad accettare
passivamente il voto di quelli che stanno
Vittorio Gorresio
più in alto.
È
certamente maestra di vita.
Insegna (pensate!) l'algebra, cento versi di
Dante a memoria,
il
latino della sintassi che
non
è
mai esistito, e che Socrate è
il
più gran•
de dei filosofi. A dare giudizi morali sulla
storia. Napoleone? Un grande personaggio.
Mussolini? Se non era che era fascista, sai
che buon uomo era; e Hitler, cattivo, ma ha
fatto le autostrade . Insegna ad avere paura
del voto, degli esami (di maturità, pensate!),
a sospettare, a essere ambigui
».
La diagnosi della scuola
è
feroce, ma non
del tutto impropria, e in ogni modo in per–
fetta armonia con tutta la visione che le
ACLI hanno mostrato da qualche tempo di
avere di tutta la società contemporanea,
in
Italia e all'estero . La giudicano, ovviamente,
materialistica e edonistica, e
in
nessun modo
accettabile da parte di un cristiano. Fra tutti
i propri competitori e concorrenti,
il
cri•
stiano difatti dovrebbe piuttosto scegliersi
i marxisti come propri interlocutori , appun•
to
in
quanto essi per primi hanno mosso la
contestazione contro la società borghese, ma•
terialistica e edonistica, ignara dei prindpi
di giustizia e carità, illusoria nel promettere
fraternità e uguaglianza. Quanto alla libertà,
è
abbastanza evidente che i cattolici si pos–
sono incontrare con
i
comunisti su una piat•
taforma di indifferenza rispetto ai suoi va–
lori, nel senso
in
cui li intende la tradizione
liberale.
DATO
CHE
chi rispetta la tradizione
-
quantomeno nel senso formalistico esteriore
-
è oggi
il
partito democratico cristiano
CO·
me erede del diritto di rappresentanza delle
masse borghesi, delle loro esigenze e dei
loro princlpi, le ACLI sono entrate in con–
testazione aperta con la DC .
Lo
scorso mese,
a conclusione del loro XVII incontro na–
zionale, il presidente Livio Labor ha pro–
posto che d'ora innanzi le ACLI si presen–
tino con liste autonome alle elezioni che
avranno luogo, a partire dal 1969, a livello
comunale, provinciale, regionale. Per le
fu.
ture elezioni politiche su base nazionale, gli
esperimenti cosl fatti potranno costituire un
collaudo opportuno della capacità organiz–
zativa e rappresentativa delle ACLI, delle
loro possibilità di stimolo e di spinta, in–
somma della loro validità politica.
Già alla vigilia delle ultime elezioni na–
zionali, lo stesso Livio Labor aveva dichiara–
to che l'adesione delle ACLI alle liste elet-