

Il 1848
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necessitàdelprocessoobiettivodellastoria.
Certononpotevanoarrivareaquestonèlavec-
chiascienza,nèlavecchiafilosofia,perquanto
ipiùavanzatifragli storicidelprimoOtocento
preludesseronelleopereloro aquestanuova
conquistadelpensieroumano.Occorrevauna
dottrinache,liquidato il contenutometafisico
delrazionalismosetecentesco,superasseinpari
tempolanuovametafisicadell'idealismo,istau-
randounaconcezionedelmondorigorosamente
realistica(materialistica) e storicistica(dialet-
tica).Taleè laconcezionecheguidal'analisi
storicadel
Manifesto
edaessadirettamentefa
scaturire i compiti rivoluzionariconcreti del
proletariato.«Laproduzioneeconomica,e la
strutturasocialechenecessariamentenecon-
segue,formano, in qualunqueepocastorica,
labasedellastoriapoliticaeintellettualedel-
l'epocastessa..conformeaciò,dopo il dissol-
versidellaprimitivaproprietàcomunedelsuolo,
tutta la storiaèstataunastoria di lotte di
classi,di lottetraclassisfruttateeclassisfrutta-
trici, traclassidominateeclassidominanti, in
diversigradi dellosvilupposociale...;questa
lottahaoraraggiunto il gradoincui laclasse
sfruttataeoppressa (il proletariato)nonpuò
piùliberarsidallaclassechelasfruttaelaop-
prime(laborghesia),senzaliberareanchead
untempo,epersempre,hitta lasocietà.dallo
sfrutamento,dal'oppressioneedalle lotte fra
leclassi»(i).Checosavi èquicherassomigli
al'idealeastrattodeirazionalistiedegliutopisti
sociali?L'«ideale»,-secosì si vuoi dire, cui
tendela lottadiclassedelproletariatoèlafine
stessadella lotta di classe;maèun«ideale»
chesgorganecessariamentedalcorsoobiettivo
delastoria. Il
Manifesto
dàallaclasseoperaia,
perlaprimavolta,-lacoscienzadiquestaneces-
sità,larendeclasse«insèepersè»,leapreun
camminocheessadevepercorrereadeguando
viavia i propri obiettiviconcretie lapropria
azioneallasituazionechelestadavanti,e di
cuilasualottastessadivental'elementoprinci-
pale.Essouniscedi fatto,per laprimavolta,
classeoperaiaesocialismo,distruggendoper
semprela possibilitàstessa di unutopismo
razionalisticoogiusnaturalistico,sostituendoalla
proclamazionedeiprincipiastrattidelvero,del
giustoedelbene,laconcretaricercaecostruzione
delaviapercui larivoluzionesisviluppaecele-
bra il suotrionfo.
Il confronto tra i l capolavorodi Marxed
Engelseidocumenticontemporaneiosuccessivi,
consacratidaiseguacidi altredottrinealleque-
stionisociali, èdecisivo.
Inquest'annosi èregolarmenteancorauna
voltarispolverato il Manifestodelademocrazia
diVictorConsidérant, dal quale i fondatori
delsocialismoscientificoavrebberopreso a
prestitolalorodottrina.Èuntestochenessuno
CarloMarx
dadecenniedecennihaletto,chepochianni
dopolapubblicazionegiàeraignoratoda tutti;
macheècosìrapidamenteuscitodallastoria
appuntoper il banaleeastrattoumanitarismo
chel'ispira, per laconcezioneprofondamente
erratadellastrutturasocialedel capita'lismo
cheè il suofondamento.«ChieraConsidérant?
ChieraCarloMarx?—scrivevaStalinnel
1906-1907.—Considérant..,allievodell'utopista
Fourier,rimaseunincorreggibile
utopista,
che
vedevala«salvezzadellaFrancia»nella
conci-
liazione
deleclassi.CarloMarx...,materialista,
nemicodegliutopisti,
vedevaunpegnodi libera-
zionedellaumanitànellosviluppodelleforze
produttiveenella
lotta
delleclassi.Checosa
vièdicomunetradi loro?»(2).
Echediredelle
Enciclichesociali,
chesicerca
dicontrapporreal
Manifesto,
comesecontenes-
serounasuperioredottrinaepiùprofondamente
avesseroesercitatola loroeficacianegliultimi
decennidellastoriacontemporanea?Mancano
esse,primadi tutto, diqualsiasiforzadimostra-
tiva,siaperl'assenza-diunaesatavisionedei
problemiecontrastidelmondomoderno,che
nonsononèquellidelmondoebraiconédelprimo
CristianesimonèdelMedioevo,nèperdirla in
breve,delacaritàingenerale,siaperl'abusata
gesuiticamanieradi storcere e contraffare il
pensieroaltruiperaverfacilelapolemica.Delle
dueparti sucuiessesontuttecostruite, la
seconda,chereclamacongrandecautelaprov-
videnzea favoredei lavoratori innomedei
principidellamoralecattolica,malserveacelare
il grettocontenutodiclassedellaprima,dove i
giudizipiùastiosisulmovimentoascendentedele
(I)MARX-ENGELS,
Il partitoel'internazionale.Roma,
EdizioniRinascita,1948,pag.36.
(2)STALIN,
Opere,
Vol. I, pag.352.