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Vittorio Rieser

CRONACA DELLE LOTTE ALLA FIAT

Qual'era la situazione alla Fiat circa due mesi fa, pr ima che cominciasse

questo ciclo d i lotte? Quali le tensioni interne prevalenti, che novità presen-

tavano rispetto a un anno fa, e quale era l ' intervento del sindacato? E cosa

c'era d i diverso nel la composizione del la classe operaia Fiat , r ispet to a l

passato?

Bisogna forse part i re, per questa cronaca, dal la lot ta dell 'anno scorso,

che aveva come due rivendicazioni pr incipal i l a

distribuzione annuale del -

l'orario con i sabati festivi alternati e la regolamentazione dei tempi. Infat t i

questa lotta era un momento nuovo, un passo in avanti, sia del la classe ope-

raia F i 4s i a , ovviamente sulla linea che gl i è propria, del sindacato, __nzi dei

sindacati, visto che l'hanno condotta unitariamente. Dal punto d i vista degli

operai, cioè, questa lot ta aveva visto una compattezza d i partecipazione, un

livello d i discussione pol i t ica e una capacità d i organizzazione, una sol idi tà

•organizzativa che era già un grosso fat to nuovo rispetto al le esperienze pre-

cedenti alla Fiat. Dal punto di vista sindacale, questa doveva essere la pr ima

lotta importante attraverso cui i l sindacato cercava realmente d i affermarsi

•come organizzazione i n fabbrica t ra gl i operai e come organizzazione dotata

di un potere contrattuale effettivo di fronte al padrone. L'unità, per la pr ima

volta raggiunta su una questione importante da t u t t i e quat tro i sindacati,

compreso i l SIDA, doveva appunto èssere i l pr imo passo verso l a forma-

zione anchet alla Fiat d i un regime sindacale i n cui da un lato s i t rova i n

pratica un grosso sindacato forte, anche se formalmente diviso i n quattro, e

dall'altro una direzione che ne riconosce l'importanza. Questa prospettiva del

resto si apriva anche esplicitamente per bocca della direzione Fiat: vedi inter-

viste varie d i Agnelli, ecc.

Però questa lot ta manifestava anche una contraddizione non risol ta, e

non risolta neanche adesso, nella prospettiva di incontro t ra sindacato e dire-

zione. Cioè, per riuscire effettivamente a radicarsi i n fabbrica e a conqui-

stare una forza t ra gl i operai, i l sindacato avrebbe dovuto portare l a lot ta

ben più in là di dove l 'ha portata, sia, appunto, nelle forme di lotta, e quindi

nella durezza e durata del la lot ta, sia nel t i po d i rivendicazioni, e cioè d i

conclusioni rivendicative. Ma questo non era accettabile per la direzione Fiat

e di conseguenza neanche per i l sindacato. Cioè i l sindacato ancora una volta

era costretto a lanciare una lot ta abbastanza avanzata, preparata con una

effettiva consultazione operaia, su t emi estremamente sent i t i dagl i operai

come l 'orario e i tempi, per poi concluderla dopo tre giorni di sciopero distri-

bui t i i n t re settimane seguiti da una lunga trat tat iva i n modo che l e cose

sbollissero, e accontentarsi infine d i una soluzione insoddisfacente per l 'ora-

rio, d i vent i l i re d i aumento sul cot t imo e d i d i r i t t i puramente formal i sui

tempi, cioè del la comunicazione dei tempi •su cartel l ino e su tabel loni. E '

questo un punto non ancora risolto, nel senso che i l sindacato, per ragioni

Intervista registrata a Torino i l 10-6-'69 e aggiornata i l 25 dello stesso mese, a cura di G.F.

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