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ture antiche. Ciò che è i n al to viene ribal tato i n basso e come nei saturnali

romani i l signore serviva i l servo, così durante l a rappresentazione i bam-

bini stanno i n scena e istruiscono e educano g l i at tent i educatori. Nuove

forze, nuove innervazioni compaiono, de l l e qua l i spesso c h i gu i da n o n

aveva avuto sospetto nel corso del lavoro. E ' soltanto i n questo selvaggio

scatenamento del la fantasia che egl i impara a conoscerle. I bambini che

fanno de l teat ro i n questo modo, ne l corso del la rappresentazione diven-

tano l iberi . Ne l gioco scenico l a loro infanzia s i realizza. Essi non portano

con sé de i residui , che p i ù tardi , attraverso lacr imosi r i cord i d' infanzia,

impediranno un'att ivi tà non sentimentale. Nel lo stesso tempo, questo teatro

è per l o spettatore bambino l 'unico utilizzabile. Quando g l i adul t i recitano

per i bambini, quel che ne nasce è un'insulsaggine.

In questo teatro d i bambini risiede una forza, che annullerà gl i atteggia-

menti pseudorivoluzionari de l p i ù recente teat ro borghese. Poichè vera-

mente rivoluzionaria non è l a propaganda del le idee, che st imola ora qua

ora là ad azioni ineffettuabi l i e finisce con la pr ima considerazione a mente

fredda f a t t a al l 'usci ta de l teat ro. Veramente r ivoluzionar io è i l

segnale

segreto

dell'avvenire, che par la dal gesto infanti le.

Walter Benjamin

(trad. d i E . F. )

Elvio Fachinelli

NOTA A BENJAMIN

Di Walter Benjamin, da qualche tempo si comincia a parlare in modo

diverso. Fino a pochi anni fa, in Italia, la figura d i questo saggista ebreo

tedesco, tagliato fuori sui 26-27 anni dalla carriera accademica e in seguito

vissuto di articoli, di traduzioni, di collaborazioni, «sensibile alle speranze

come può esserlo un reumatico alle correnti d'aria », morto suicida a 48

anni, nel 1940, quando si vide minacciato, alla frontiera spagnola, di essere

consegnato ai nazisti, era vista nell'ambito e col distacco del giudizio storico

di Lukàcs sull'avanguardia e in stretta relazione col lavoro della scuola di

Francoforte (Adorno, Horkheimer, Marcuse). Ne era nato per così dire un

ritratto indiretto, per differenza, insieme all'immagine d i un'opera fram-

mentaria, da considerare ormai non come « esempio, ma come documento »

dei problemi di un'epoca. Questo curioso destino potrebbe in parte essere

compreso ripercorrendo i l ramificato percorso intellettuale d i Benjamin,

che lo portò a far convivere in profondità situazioni è influssi 'culturali diffe-

renti, t a l i d a risultare facilmente contraddittori t r a loro e insostenibili.

Caratteristico in questo senso i l rapporto con Brecht e col marxismo, che

uomini abbastanza diversi t ra loro come Sholem e Adorno sono concordi

nel valutare come un'influenza fondamentalmente negativa, sia pure per ra-

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