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La questione organizzativa è i l cri terio per giudicare la matur i tà o l ' im-

maturità del movimento. Essa non è una questione tecnica, ma una questione

fondamentale della rivoluzione: qual i sono le forme d i convivenza più felice,

più l ibera dal potere, degl i uomini?

L'autoorganizzazione del campo antiautoritario al l ' interno dell'università

ha compiuto i l successivo passo possibile con l'organizzazione d i una « con-

trouniversità » al l ' interno dell'università esistente, nella quale s i svolgeranno

corsi e seminari cr i t ici sulla teoria e la prassi dei movimenti d i emancipa-

zione del mondo intero.

Ci sembra però del tut to indispensabile una nuova svolta organizzativa

in quest'attività teorica.

Anche se l a nostra esistenza d i individui isolat i nel tardo capitalismo

può da noi venir compresa correttamente come prodotto dello sviluppo della

società borghese, l a «s t rut tura individual ist ica » de l nost ro pensare, de l

nostro agi re e del la nostra stessa esistenza sopravviverà i n t u t t a l a sua

immediatezza. Soltanto la tendenza pratica al la dissoluzione delle condizioni

reali di quest'individualismo monadico-reificato, potrebbe produrre col tempo

un comportamento modificato.

La svol ta organizzativa del lo studio cr i t i co-liberatore potrebbe consi-

stere nel sorgere di numerose piccole associazioni d' ist i tuto — comprendenti

da sei a dieci antiautoritari — nelle quali, attraverso la collaborazione soli-

dale, potrebbe venir migliorata la formazione scientifica, si potrebbero costi-

tuire settori comuni d i lavoro e d i ricerca, e attraverso l '« aiuto reciproco))

(Kropotkin) s i potrebbe realizzare una comunicazione meno autori taria; i n

esse i rappresentanti delle più di fferent i discipline e dei più svariati gruppi

sociali potrebbero iniziare, al di là dell'alternativa tra studioso isolato e buro-

crate d i par t i to, l a l oro at t ivi tà pol i t ica verso l'esterno, i l dispiegamento

dell'attività autonoma d i altre « minoranze ».

Naturalmente ancora per un periodo prolungato mobiliteremo minoranze,

ma i concetti del la maggioranza e del la minoranza sono stor ico-dialettici,

vale a dire modificabi l i attraverso la prassi umana, e non concetti quantita-

tivi immutabi l i. I n qualunque grande concentrazione umana le associazioni

di ist i tuto riescano ad « annidarsi », esse si troveranno immediatamente con-

frontate con un gran numero d i compi t i e d i possibilità: esse potrebbero

costituire dei centri d i consulenza, gratui t i o a bassissimo prezzo, giuridici,

medici, pedagogici o per l'educazione sessuale, nei qual i i sottoprivilegiati,

le operaie e g l i operai p i ù giovani, le scolare e g l i scolari ecc. potrebbero

ottenere informazioni sui più di fferent i meccanismi del la società, nei qual i

si potrebbe organizzare un'assistenza concreta.

Questi centri di consulenza sarebbero forme embrionali di ul ter ior i orga-

nizzazioni autonome degl i uomini . L'organizzazione dell'assistenza concreta

se non s i vuole cadere nel l 'att ivi tà chiesastica samaritana — potrebbe

riuscire sol tanto attraverso l a politicizzazione e l a mobil itazione d i inte-

ressi e desideri immediat i , come ad esempio l a stabi l i tà de i prezzi e l a

sicurezza degl i aff i tt i .

La costituzione d i

comi tat i per la vigilanza sui prezzi e sugl i af f i t t i

da

parte de i set tor i interessati del la popolazione i n interazione con l 'at t ivi tà

politica delle associazioni di istituto, l'organizzazione di scioperi degli inqui l ini