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Tuttavia la strutturazione del narrato presenta alcune modalità di fun-

zionamento piuttosto significative che varrà la pena di sottolineare. In

primo luogo Resnais continua con estrema lucidità nel suo discorso

attestando la centralità del la rappresentazione mentale

nell'esperienza personale: tut t i i fi lm di Resnais sono fondati su avven-

ture della coscienza che si fanno, profondamente, prospettiva esisten-

ziale, destino individuale. L'orizzonte operativo dell'individuo viene i n

tal modo spostato dall'ambito fenomenico ad una zona in cui tut te le

immagini rappresentate si fondano come forma di una soggettività. Come

ha affermato lo stesso Resnais « dans " La Guerre " la caméra suit Diego

et adopte constamment son point de vue, sauf un plan où Diego dort

et où Marianne s'approche du l i t » (1) . Resnais è infatti consapevole

dello sviluppo macroscopico dell'immaginazione e del la fantasticheria

nell'uomo contemporaneo e s i rende conto che i destini personali s i

giocano in un continuo e drammatico rapporto dialettico, tra una realtà

interiore problematica, talora ossessiva, ed un molteplice esteriore

opaco, chiuso e condizionante.

Nei film precedenti tuttavia la dialettica temporale investiva sostanzial-

mente presente e passato legandoli in un nesso inestricabile che atte-

stava l a presenza determinante dell'esperienza vissuta (del passato)

nell'orizzonte del presente. In « La guerra è finita » la dialettica tempo-

rale è invece orientata sul rapporto presente-futuro: anche se l'oggetto

delle anticipazioni mentali è quasi sempre estremamente banale, questa

costante testimonia un atteggiamento esistenziale del protagonista, i i

suo essere proiettato in una coerente operatività volta alla trasforma-

zione progressiva del reale. Sotto questo aspetto l'inizio del f i lm è tra

le parti più riuscite grazie alla tensione narrativa interiore e raggiunge

un notevole grado di letterarieta proprio attraverso l'uso sonde e con-

trollato di « flash-towards » ambigui problematici in cui si progetta co-

stantemente una possibilità di agire ( la corsa di Diego per i l treno di

Perpignan) o un aspetto possibile, ipotetico della realtà ( l e immagini

dell'amico catturato dalla polizia, o quelle di giovani diverse come av-

vicinamento alla figura reale di Nadine, ancora sconosciuta).

Un secondo procedimento usato da Resnais per realizzare uno strania-

mento nel contesto del la narrazione, è i l r icorso all'impiego del t u

negli interventi « off » del narratore, quasi seconda coscienza che s i

rivolge al protagonista I I significato dell'operazione è almeno duplice:

da un lato si tratta evidentemente di insistere sul carattere di finzione

dell'opera d'arte, sul suo costituirsi come cinema proprio al l interno

del processo per cui si basa su material! real! (e in questo Resnais porta

avanti un postulato fondamentale dell'arte moderna, orientata sostan-

(1) I n

cc L'Arc », n. 31, p. 98.

Biblioteca Gino Bianco

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