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WIECHERT
giudicando che
i
miei libri e i miei discorsi fossero della cattiva
propaga nda, mi gettarono in carcere e nel campo di concen–
tramento, per sgomberare la strada al loro superuomo.
lo prevedevo la fine della .guerra e del nazionalsocialismo;
milioni dei miei seguaci la prevf'devano, nè passava notte senza
che si pregasse perch è la vittoria andasse ai nemici. Noi crede–
vamo che
i
grandi beni di questa povera terra sarebbero venuti
anche a noi, che sarebbero giunte s-ino a noi la giustizia, la
libertà, la verità
i
che la terra tedesca sarebbe stata liberata dai
demonii e dall'Anticristo;
che sar ebbe cominciata una nuova
epoca; che le mani e
i
cuori rimasti puri durante gli anni del–
l'amarezza sarebbero stati chiamati a proclamare il nuovo Verbo.
Molti credevano che la mia voce, oppressa e soffocata per tanti
anni, avrebbe trovato ascolto presso i vincitori come presso i
vinti.
Ma essa non trovò ascolto. Nessuno se ne curava, perchè
c'erano tante voci, grandi e piccole, più forti e più acute della
mia, che chiedevano ascolto. C'erano le voci dei politicanti e
dei generali, ed era più che giusto prestare loro orecchio;
in–
fatti, eravamo un paese vinto che echeggiava ancora degli ultimi
urli del demonio.
E c'erano le voci dei grandi emigrati, di Thomas Mann e
Franz \.Verfel; e forse non era molto giusto prestare loro ascolto,
perchè al primo incresparsi delle onde già tanto azzurre essi
avevano abbandonato la nave pericolante ed erano vissuti nella
pace e nella sicurezza. Si erano fatti ricchi e pasciut i mentre
il loro popolo
fu
costretto a vivere all'ombra delle forche e dietro
il
filo spinato, nella povertà e nella fame, nella guerra e nella
distruzione. Non era dunque tanto giusto prestare loro'ascolto,
ascoltare solo essi mentre la nave s'infrangeva sugli scogli e
mentre, rip arate nel porto sicuro, le loro voci gridavano agli
equipaggi naufraganti regole di condotta e ammonimenti sulla
grandezza delle colpe dei naviga nti.
C'erano poi le voci dei cardinali che domandavano ascolto.
Voci coraggiose e buone, sì; ma per tutto il corso della storia,