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So

CEL.1

- Proprio così: la poveretta s'è presa

la

lebbra ed ormai

è

in punto

di

morte. Non lo sapevate.

- No che non lo sapevo, donna Degna.

- Cosa volete, caro Ortiz, noi non siamo niente, proprio

un

bel

niente. Soltanto quelli che si preparano a servire il

Signore ...

Serafino se; tì un colpo al cuore all'udire quelle parole,

perchè gli venne in mente il suo figliolo. Non era affatto un

sent imentale, ma in quel momento poco mancò che piantasse

tutto e riprendesse l'u scio. Era tutto turbato quando si se–

dette di fronte alle due vecchie e,

L-ome

tutti

i

giorni, si vide

davanti

la

sua tazza di caffelatte, una tazzona senza manico,

tonda e bella come l'immagine dell'abbondanza.

Donna Degna continuò :

Vedete dunque, caro Ortiz, come vanno le cose. Chi l'a–

vrebbe mai pensata una disgrazia simile alla povera Erme –

linda?

- Certo, certo ...

- Così giovane! Cinquantun anni appena compiuti. Dio

l'accolga nel suo santo seno !

- Poveretta

!...

Serafino non sapeva più che cosa fare nè che cosa dire.

Si confuse, si scottò col caffelatte che non lasciò raffreddare,

tossi per darsi un contegno ... E donna Degna intanto seguitava:

- E' proprio vero che non si può mai sta r tranquilli.

Donna Perfetta, che come al solito rammendava le calze

con la testa sotto la lampada, non faceva a.ttro che sospira re,

sospironi profondi.

La sorella tornava a riprendere il filo della conversazione .

- In

quanto a noialtre, sappiamo benissimo che non siamo

più delle ragazzine... Credete pure, Ortiz : qualch e volta mi

vien da pensare che il Signore

è

fin troppo misericordioso con

noi, e che da un momento all'altro ci può chiamare a sè, accanto

alla nostra povera Basili ssa.

Serafino aveva paura, una paura strana e invincib ile; non

gli era mai successo così. E per fars i coraggio diceva tra sè :

- Guarda un po', un doganiefe che ha paura; bella roba. -

Ma non riusciva a vincersi, a dominarsi, perdeva ogni fiducia