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NAKOU

La mia compagna, allora, aggrottò le ciglia, come se un

sospetto, da ragazza intelligente qual'era, le fosse balenato in

testa. Ma fece finta di nulla e disse con voce tranquilla :

- Perchè rimbrotti la piccola, signora Fotinì? Lascia che

dica ciò che vuole.

~

piccola ... chi le presterà fede...

- Ma vi dico

la

ve;rità, che l'abbiamo mangiato, il nostro

gatto ... - fece ancora l'acuta, infantile vocina della verità.

Si

confuse

allora, la mamma ... Tentò di dire qualcosa, ma

non poteva ... lnfiue la Sorella le domandò con volto severo:

- Ne han mangiato qualche

po',

i

ragazzi? Non abbiano

mangiato

il

gatto e

poi

si siano ammalati?

- Dio ci guardi, fece la donnetta tutta turbata, Dio ci

guardi ... Un boccone appena, saranno arrivati a mangiarne,

i

piccoli. Ma neanche forse uno intero, un ... Il mio Kostaki,

poi,

non

se

lo

è

neppure accostato alla bocca, ed

è

proprio

Jui

che s'è ammalato ...

- Un

bocc:oncino,'abbiamo mangiato, un bocconcino solo...

- dissero ad una voce

i

<lue bambini, facendosi eco.

- V'ammazzerei ... - si rivoltò e tempestò la madre

in-

furiata.

Allora ci avvicinammo alJe due bambine.

La

mia rompagna

sollevò in braccio la più piccina.

Era

davvero una bamboletta,

con una boccuccia così, quclh che aveva reclamato la verit:'t,

e

certi occhietti furbi, un visettino grazioso coi capellucci ca–

stani.

- Dunque, proprio un bocconcino, v'hanno dato? -

!.–

domandò ]a mia compagna, accarezzandole

i

capeJli.

·- Come ti chiam:1110?

- Mi chiamano Fofò ... - E guardò stupita, spalancando

gli occhi, quei nostri candidi colJetti inamidati, quei bianchi

grembiuli. Dovevano averle fatto grande .impressione e mera –

viglia le uniformi dell'ospedale, che noi indossavamo. E s'era

tutta rasserenata, la piccina, ·nel vedere · il viso gentile della

mia compagna,

- Dunque, Fofò ?

La bimbetta volse indietro, com.'era già in braccio, la sua

testi11a e disse con la stessa vocetta acuta :