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Veramente c'è un grande incremento ncll'industria

dclla

stampa. Qui

[

a

Milano] vediamo

i

giornali aumentare in grandi proporzioni. L'istruzione,

che

si

spande sempre più, rende più proficuo il commercio librario; vedo che

i •principali editori, non solo di Firenze ma anche di Milano in fatto di

opere scolastiche e d'altro genere fanno ottime pubblicazioni

6b;,_

Una prima caratteristica che contraddistinse lo sviluppo della

tipografia milanese

fu

la concentrazione degli stabilimenti nell'area

urbana, entro la cerchia dei navigli: si

è

già visto infatti che delle

70 tipografie esistenti nel 1873 ben 60 operavano in Milano città,

La concentrazione dell'industria nell'area cittadina e assai spesso

la concentrazione in una medesima zona all'interno della città

era naturalmente una circostanza destinata ad agevolare i contatti

tra gli operai delle varie tipografie, e rappresentò quindi indubbia–

mente un elemento non trascurabile che favori la compattezza

- sorprendente per molti aspetti - degli operai tipografi milanesi

già all'indomani dell'Unità. Una seconda caratteristica che emerge

immediatamente dai dati soprariferiti sulle dimensioni dell'industria

tipografica milanese

è

rappresentata dall'alto grado di meccanizza–

zione rispetto alla media nazionale. Si

è

infatti visto che nel 1873

in 70 tipografie di Milano e provincia operavano 130 torchi mecca–

nici, mentre in Italia su 911 tipografie si contavano solamente

745

torchi meccanici: ciò significa che la media di torchi meccanici

per tipografia in Milano era di circa due, mentre in Italia era assai

inferiore ad uno. E

fu

appunto a :Milanoche uscirono i primi quoti–

diani al alta tiratura, i quali richiedevano largo impiego di nuove

macchine, mentre

è

ancora a Milano che si assistette alla introdu–

zione di macchine compositrici meccaniche.

Il processo di modernizzazione e di industrializzazione non in–

teressò tuttavia tutti gli stabilimenti milanesi, ma si attuò in modo

estremamente squilibrato: accanto alla formazione e allo sviluppo

di una piccola pattuglia di 10-15 grandi tipografie moderne e mec–

canizzate operavano infatti , in modo spesso assai precario e ad un

livello nettamente artigianale, un gran numero di tipografie, le

quali svolgevano una funzione

«

satellite

»

rispetto alle imprese

guida.

L'industria tipografica milanese

fu

dunque caratterizzata in que–

sto primo periodo dalla esistenza di alcune grosse imprese leaders

che assorbivano gran parte della produzione, guidavano lo sviluppo

tecnologico del settore, coprivano l'intero ciclo della produzione

(spingendosi sino all'editoria), introducevano al proprio interno una

forte divisione del lavoro e riuscivano, conseguentemente, a ottenere

notevoli utili che venivano reinvestiti consentendo cosl la continua–

zione del processo di crescita: in una parola, insomma, assume,

vano

la

fisionomia di vere e proprie

«

fabbriche

»

nel senso capitali-

stico moderno della parola.

·

5

Biblioteca Gino Bianco