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d i assumere importanza capitale nelle grandi lotte
decisive fra capitalo o lavoro a cui andiamo incontro.
Ma possiamo noi chiedere anche d i ^)iù dai
Soviet? I bolscevichi, che, insieme coi socialrivolu-
zionari d i sinistra, dopo la rivoluzione del novem–
bre 1917, ottennero la maggioranza nei Consigl i russi
di l avorator i , dopo la soppressione della Costituente
si proposero d i fare del Soviet, rimasto fin al lora la
organizzazione d i battagl ia d i una classe, l 'organiz–
zazione del lo Stato. Essi el iminarono la democrazia
che i l popolo
T I S S O
aveva conquistato nella r i vo l u –
zione di marzo : e, conforme a ciò, cessarono d i chia–
marsi socialdemocrat ici . Essi si designano come Co–
munist i .
Certamente non vogl iono r inunziare completa–
mente alla democrazia; Lenin indica nel suo discorso
del 28 apri le l'organizzazione dei Soviet come « un
tipo più elevato di democrazia »; una rot tura com–
pleta con la « caricatura borghese della democrazia ».
Ora fu stabi l i ta la piena libertà per i proletar i e per
i contadini pover i .
Ma per democrazia s'intende finora l'eguaglianza
dei d i r i t t i pol i t ici di tut t i i c i t tadi n i . Gl i strat i p r i –
vi legiat i dalla legge, avevano sempre la libertà di
movimento. Ma ciò non si chiama democrazia.
La repubbl ica dei Soviet deve essere l 'organiz–
zazione della di t tatura del proletariato,
l
'unica,
come
Len i n si esprime, « che rende possibile tt passaggio
senza dolore al socialismo». Questo deve cost i tuirsi
in modo che tutta la popolazione non rappresentala
nei Soviet venga privata dei d i r i t t i po l i t i c i .
Abbiamo già spiegato che cosa si possa di re del–
l'idea della di t tatura del proletariato. Ora facciamo
ancora alcune considerazioni intorno alla sua forma
nei Soviet.
Perchè questi devono rendere i l loro passaggio
a]
socialismo meno doloroso dì quanto esso sia po«-