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no r imast i corporazioni local i , l imi tat i alle singole

città. Quel l i del 1917 furono non soltanto assai più

numerosi , essi si col legarono anche strettamente fra

loro, i singol i Soviet, si associarono in grandi leghe,

le qual i alla l oro volta si raccolsero in un organiz–

zazione abbracciatile tut to l ' impero, i l cui organo

furono temporaneamente i congressi panrussi dei

Soviet, e un comitato esecutivo centrale fìsso.

Ogg i l'organizzazione dei Soviet può contem–

plare dietro di sè una grande e famosa stor ia.

E

una storia ancor più formidabi le le sta dinnanzi , c

veramente non nella sola Russia.

Dappertutto

si ve–

ri f ica che. di fronte alle forze gigantesche di cui d i –

spone economicamente e pol iticamente i l capitale

della finanza, i metodi finora usal i dal proletar iato

nella sua lotta economica e pol i t ica non hanno più

valore. Essi non si devono el iminare,

rimangono

necessari per tempi norma l i , ma sono talora posti d i

fronte a còmpiti a cui non possono bastare, quando

soltanto la raccolta d i tut t i i mezzi di forza pol i t i c i

ed economici della classe operaia promette i l suc–

cesso.

La rivoluzione russa del 1905 aveva generato

nella socialdemocrazia tedesca l'idea del lo sciopero

di masse. I l congresso del par t i to nel 1905 Io rico–

nobbe. Poi quellù del 1906 cercò d i scartare le sen–

sibilità e i t imor i dei funzionari dei Sindacat i ; esso

decise circa lo sciopero d i masse :

« Quando la direzione del part i to considera come

data la necessità di uno sciopero di masse pol i t ico,

deve mettersi in collegamento con la commissione

generale dei Sindacati e prendere tutte le misure ne–

cessarie a condurre a buon termine l'azione. »

Secondo tutte le esperienze relative allo sciopero

d i masse noi sappiamo oggi che quella decisione fu

fondamentalmente errata. Anz i tut to perchè uno scio–

pero d i masse tanto più promette esito felice, quan-