Vita fraterna - anno II - n. 5 - 15 marzo 1918

Anho II, N. 5 - 15 Marzo 1918 Conto corr. colla Posta TERNA RIVISTA QUINDICINALE DI STUDIO E DI AZIONE SOMMARIO La parte dell'Italia - Calcoli - La leggenda - X marzo - Le parole che non si dicono - All'erta - Il bivio - Coprifuoco - Agir bene e parlar male - Per le infermiere di guerra - Conversazione. ABOBNAMENTI Ordinari Italia L. 6.- Estero L. 7.50 Sostenitori » » 10.- » >> 15.- Gli abbonamenti sono solamente annui Numero separato L. 0,30 - Arretrato L, 0,60 Esce Il 15 e il 30 d'ogni mese. DIREZIONE e Aì\1J\1INISTRAZIONE . Via SpigA. N. 25 - Milano Biblioteca Gino Bianco

(' PAGINETTE INTERNE 8-9 marzo (capoi:olgendo) Un giorno, guadando ben dentro nella vita, m'è parso che noi vivia1no a rovescio. Quel giorno, io tendevo le bra.ccia ad un possente luogo, a ciò che esso significava di bellezza, di amore, di gloria, in sè e oltre se; e tutto l'essere si pI\..,tendeva verso J bene .onta_ìc, lo reclamava col ruggito del diritto, fiamn1eggiando, mordendo. ~a a un r tratto m'avvidi de il-errore, e u 1.n subito inu. ai, mi ricomposi; e la fro,nte piegai, commosfa, ad .un peììsiero. Era, il pensiero, questa domanda ~en1plice c;he la mente gettava nel tumulto del mio essere: Perchè rodersi nel desiderio di ciò che ci 1nanca ir.ivece di gioire riel fatto di ciò che possediamo? Avremmo potuto avere di più? Quel più ci farebbe sovranamente felici? :M,1, avremmo- potuto, avere di meno. E quello che ci toccò fu già somma ventura. Chi misurerà la ventura d'avere conosciuto una possanza nuova? Ed ogni conoscenza, ogni beatitudine in essa, non ,è fonte di" mirabile vita? Mi dite: ma appl}.pto per questo, perchè quel briciolo f~ tanto tesoro, perchè una quantità maggiore sarà tesoro incalcolabilmente maggiore, si' desidera, ·si chiede, - si soffre se non si ottiene, e tùttociò · è legittimo, è nobile .. So! :Ma adagio ... Si nasconde lì dentro un sofisma, 11n tranello sottile. Quando il desiderio oltrepassa la sua missione di luminosa leva gigantesca che sospinge verso la meta, - per o-scurarsi in un'agitaz_io'ne, in un tiseiitìmento, nella tortura di essere ancora lnntani, esso degenera, consuma le sacre en~rgie che ci furono date, ci diminuisce ... E ci allontana da1la m.eta, senza che ce ne avvediamo. Ecco il tranello· nascosto! Così succede, perchè nel guardare con impazienza avanti, perdemmo di vista ciò che era presso a noi, lo svalutammo senza volerlo. Rif acciamoici al giorno in cui, con preziosa ingenuità, lo stimammo infinito! Era infinito! Ed è bene tornare ingenui, nella vita, semplici! Riaddentrandoci nel hene ric_evuto, si scopre un suo più grande valore, se ne trae 11n.più grande profitto; e si moltiBibliotecaGino Bianco

Milano - Anno Il.· 15 Marzo 1918 - N. 5 VITA ·FRATERNA RIVISTA QUINDICINALE DI STUDIO E DI AZIONE. Abbon. annuo ordinario L. 6 c:::::i~ Abbon. annuo aostenifore L. 10 La pàrte -dell'Ita-Iia Dunque J.a guerra ·durerà .ancora de,g1i anru.. Ma ip,erchè 1ne dllll'Ì qu8.Jlcuno di meno e v.enga ia ,q,ua;Lche!r.isuJtato •dii 1p 1 iù, -0ocorre ·che anche chi .gov,erna compl'lend:a quaJ'è J.a parte d<elJ.'Intesa, e non solo a,ssai v.agamiente e inrdietermiinatamente coiine si feoe flino.ra, € qual'è in parti.001,ar,e, la ,parte dehl'Italia. Ch:e ha da ,esse·I'le1p-amteprinci.fpail.e. E chi so.rrà.tde, indicando J.a aipJ.;>°ar:isc,oote -re.al'tà d'o,g'b°'i., è da èompatiirsi - v,e,de ipoc·o lontano - è •p·ersona del passato, ·quant,o ~8.Jrecooi •r-imorchi,ati.,gov,erinanti. . ~ · · Non -assali,ta, ,come la Senbi.a, la Rus~li.a, :la Fr,amc,ia, ,ma ,e.ntr.ata hberaimente m1ella lotta, non Jegata d,a un p-atto d'o,norie ,come l'Lnghiil.terr:a, ,al •contrairio ·da iun patto d1 isono•rato -do1 v:endo&i··scio,ghl,ere, non senti.mentalmente disinteressata com,e l'Am-er:ica, s•ent.e,nidoainz.i nel cuo.re i:l. ir.ichiam,o idoltoco.so d•ei ifli:glri. staccati. ,a.a 1e-i ,e opU)r,essi, se a1tr,e ragion.i dii privilegio non .ave-ss.e,questa ,maggiore ·comp'lec:- ,s:ità e p.i,enezza di atto ,avrebbe l'Italia. Ma ha altre r.agioni. In tanto .arduo J.,aiv-0rocompil.icruto ,e aggravato ooll',instdia memiica, ,e ,paù dal1a oolpa e odall'eiI-rore idei suoi· ùl•On migliori f.igli (s'i.a'll fra quelli chee i.ntender-eibbe.ro .gove1I'llatrJa,s.ian ,f:ra ,quelli -che l.a dovr-e·bbe;roubbiidir,e), l!)Toprio ,m,entrie :il lavoro .1e•si fa i!)iù .arduo, e.ocol-a cihe si Jeva s:u, ,con queJ.J.,aser,ema ,e tr,anqu.illa ba.lcta.nz.a •che è dei if·orti ,e dei multipotenti, ,peir avviarsi in quella sua più l,a1r•ga e -priecis.a,vi.a sulla ·quaJie è chti.amata. . Siaino sue tutte ie f,ier,aim,ent-emunu,te ì,e Alipi .sue·: qu.csto è non picooJo J.avOiromateri,ale, ma è 1questione di tem1 po .•e ,cii r,es1st,cnz~, sia pr-os:tr.ato J.'o:rigogllio,g,er.manico, questa è ,c-011:aborazio,n,epeir .lei, nel.l'atto, oggi, eguale collabo;razio.ne ;per fare ghistizia; ,ma J.o sguardo suo •scrutatoTe ,e ardente è volto aJ idi :là dai mami a if:rr.igane l'oriente inquieto, ·ma il suo o.rieccll!i:o imtento spi-a le voci molteplici che d!i Jà giiungono, ma iJ. isuo icuo;riev.asto palpita peir la Hbeirazione e 1p. miser•icordia, e ill •suo inteùetto oridinator.e ,chi,ede la g-iusti.z.ia ,e -la 1eg-g,e. Ori·e.nie, ,ori•oo.te!ora è !ben tem·po .che ·tri. volga a costei, che ha s,emrp,re,conserv:ato Ja 1nostalgia id.ii te •e .che, dopo tanti secoli i.n ,cui f-u ·occupata a 1!)1rodigaDie suoi donn d•i legge ,e di cih=i,ar,ezzall'occidente -e al settentrione, tanto che nre r!imase pr,ostrata, ora ,vuol il:'ende.r.ein ifo.rza a .te quel che un temip.o tu [1e9-estiiin ibeJJ.e.zza,in Tealtà quel •che tu le d1esti i.n ilderule. BibliotecaGino Bianco

66 iRATERNA A J.·ac,coJtachiama i 'PO'poli o -pr,imitivi o 1 per opp:riessJ.o,ne,avviliti, a. r.acco.lta co.ntro Le .siig,norieidi ,ogni n,ef,ain:dezz·aAust,ria ,e Turchi.a, destin.a;te a ;sparill',e; la Jugos.lavia torm-entata, l.a Polonia diLan i,a ta, l'•im.qui,efa Alb-an1a, la ìVLacedonia decaJduta., J'Armeni-a ,ciiiec,i volte c.rocef'i.ssa, tutt,e ·tutte chiama, come ·maigig.iore.&oTiella,rulla rfiscossa6; ,a ,dignità di n.1az.i-0,nini d~penldent,i, a d,jg,nHà di po1pio1lii'beri, a -dignità di u.òmini. E sar.a,n.no !b.aluairdo ·co,ntro J.a cupi,di.gia ,e la pre-pote.nza germani-ca ·a d'itfesa deJ. mondo •ad ori-ente ed· al m,ezzo;giiorno, come le altr,e naziolili mature sono già ogig'i ad o.cctidente, reontJro ogni ,PTepo,nderanza ,e .o,gni ingiustizja, per il :soJo equiliibrio pos•s·1bUee 1:a .soì.a pace 1possihi1e, 1pog.gi.anti sulla Ubertà ,e sulla l,egge. A questo B ,c.hiiam,aia IIlOS'traDonna dei mari ,e dei c,ampii, e se i governanti ;non l'intendono, ;rallenteranno il suo destino; .e se -pospongo-no il 'l)roigrarruna ma&simo ,e dioo,n.o: ·per ora .non 1 p:ens.i.amo a ,smembrtaire l'Austria, per ,oca .nom iCi occuip.i-amo deUa Tur,chia; prolungheranno 1 la guerra . .Noin ieh-e &i (Pemsi po.ss1ibdJ,es'Ulblito, di punto i.n bianco, la formazione di tutti quegli Stati. ori,entali, ,forti, comp.l,eti, ~e.rf;etti; ,ma iperchè è solo chie-de.ndo il p1 iù, che ,qual,che cosa !:li ottiene, iè solo volen<iro Ll ver.o ·che ad esso ci si av,vi,a: le mezze misure ,e 1e strade f·als,e non 1portamo, - se -ci iprnrtamo- cl11 e a ris.ul tati da rif ar:e. E mi pare iche tanto :sa,nigue .e tanito ,dolore e tanto .s,acrid'iieio meritino di ,essere o.tf1erti alla v,er.ità ,e ·al ,più gra;nde nostro ,die.s1.ino! Vorreste forse ti.nvece ,che .fossero serviti soltanto a .meschrini risultati ,da Ccorr,eggeme,e .impor;r,e :ai f,ig1iÌ.nostri Jo ,stesso terribile compito ,nostro. -centuplicato? ...... Maria Carp"l A rpesani. Calcoli. - E' ,quando si !fa ,conto sulla lunga dura:ta di una cosa, com,e :se d.i'Vooisiseuno stato norm.aie, è s,oJ·o:allora .che ci,. si fa ad essa, che si org,amtzza una ve.r.a rrnieintaJ.itàdeHa medies·im,a. Ma quando la si ,giudii.ca, iei·oè :1..a si aesiodera, ·brev,e, transitoria: ,si ,woceode con una ·specie di so,s,pe:n,s,i.one,,di ri·serva conti,nuata che taglia a, mezzo ~•.esser,enostrio ,e ,g,e.ner.a:uri'az·tone ,rachiticia. Uno d,ei segreti dieJla tenacia ·co1mhattiva german:ic.a d:eive ,e•s- !:ore .ruppunto la ,conceziolile ,e J,a volontà ,di una durata ii.lil'd<Bifinit.a dona guerra, che ,or,ea -dieiveri nervi di guerra, be.n sa1dati, cioè sopra- una d:isc~plina ,s·i,stematica, non turbata da .commozioni di t:ro1.p. !po Yici.ne ,scadenz,e. Dalla ,parte ,dffil'In,t,es-a., -è 11a,fùemma hritan,nica, pr-oprio ,quando fa ,que.lJe· .cif.re di 1anni chie .spaventano trroppi, è essa cJl.e iin qu:iesto sen5o, pos·si,ede Ja miglio.re mentalità cdi •gu€trra. La ,quai.e -m,en°t!al?itàabbr:81\T'j-a J guerra, . jp.erchè non c'è ·com,e i,l !;ua:rda,re urui,ca,m,e.ntelo scopo ·senz·a l:i.·miti td1 te.mp-0, ·come di mezzi e di s.acrifi·ci, ·non c'è come il ,g,gttarsi .in llizz:a a corpo 1perduto, che dia fondo raptdo ,ed ,esauri,e.nte a iquah.111que•imipr-esa. E vitt.Q(rioso. J I mom.ento in -cu1 c,esseiremo dal riteinierci ·alJa vi;g1i.J.rdi:eaJJ.,a fine, deponendo cioè ogni i-m(Pazienza, ientr-eirem-0nella vi.g.iJia delta fan-e. XI! - I.II - XVIII. indipendente. BibliotecaGino Bianco i-

VITA FRATERNA 67 LA LEGGENDA. Mentre la pace ignominiosa veniva firmata, o Russia, noi non· abbiamo esecrato nè imprecato. Benchè la tua fatalità sia fa tale an~he per noi, soffriamo di te come d'una sorella sventurata. · O grande Russia~ proprio mentre la bruta realtà ti percuote ripercotendosi anche su noi, risale dietro di essa la leggenda, come una maggiore realtà: la realtà del tuo grande destino, o grande Russia, che non falliva a chi ha troppo sofferto, e ti aspetta dove un orrendo destino aspetta l'orrendo invasore, l'orrenda frode, la sopraffazione, la crudeltà. Leggenda pareva, leggenda pare nel misterioso fascino che ci attraeva a te, dagli anni, dai secoli: idealità pareva e pare di sogno vano, ma l'idealità non è mai sogno, ma non è vanità, è la sola sopravvivente realtà, lo specchio del destino. Cade la grande rivoluzione, cade su sè, perchè la tua gente, o Russia, non si conoscceva tra se. Correvan tutti sbandati da anni, da secoli, verso l'idealità, la libertà, come fanciulli, ignorando il terreno: l'autoGrate attendeva sulla via, uccideva man mano, divideva, opprimeva. - ' 11. russo ribelle al servaggio, che si dava bandito alla cam- ~agna, cantava: / . O madre selva, fa tacere lo stormire delle tue_ querce che non distolgano un tuo figlio dall'audacia di pensare i suoi pensieri: forse domani al mattino io sarò giudicato da un ter:ribile giudice, dallo stesso Tzar: e lo Tzar 'mi interrogherà e mi dirà: - Dì su, giovinotto, dì su, contadino, c9n chi ti sei bandito? Quanti sono i tuoi compagni? ., - O Tzar, fedele e.redente,. speianza di tutto un popolo, io ti dirò la verità, la verità tutta intera. lo 1n'ebbi fuorusciti con 1ne quattro forti co1npagni. il primo fu la notte tenebTosa; il secondo un pugnale affilato; il terzo il mio ardente destriero; l'ulti?no compagno è l'arco ben teso, e le sottili freccie mi servono come abili rnessaggeri. Allora lo Tzar gravemente mi risponderà: Onore e salute a ·te, valoroso giovane, perchè tu sapesti essere audace bandito, ed hai voluto lealrnente rispondermi. BibliotecaGino Bianco

68 VITA FRATERNA In ricarnbio io farò a te erigere un palazzo in legno, un palazzo che avrà due pali perpendicolari riuniti in alto da una trave resistente. Lo T_?ar è caduto, o Russia, ma un altro autocrate peggiore, ti ha tenuto lo stesso linguaggio. lVIacadrà anche questo autocrate, cadrà, o Russia, e la sua ora sarà peggiore di quello dello Tzar. 12 m,arzo 1918. ucenitza. :X. iv.r.A.RZ O « La Tradizione d'Italia è una serie éi'iniziative che l'Europa non ha dimenticato. L'Italia è chiamata a edificare la propria unità di Nazione in un tempo nel quale la nazionalità è invoc~ta dai popoli come stromento del progresso, e la prima Nazione che sorga per tuttit in nome, non del proprio interesse, ma deL principio, è certa d'esser seguita. L'Italia ha. dalla natura il primato del Mediterraneo, del mare intorno al quale si decisero fin quasi ai nostri giorni i fati dei popoli. L'Italia ha in pugno l'immensa questione dell'Oriente Europeo: ricordi di civiltà diffusa in' passato su tutti i suoi punti ma! rittimi, unità di razza coll'elemento Romano, fratellanza tradizionale coll'elemento Elieniço, comunione· d'interessi, attraverso l'Adriatico ·cogli Slavi meridionali, l'alleanza dei quali sarebbe poco dopo anello tra noi, gli Slavi del centro e quelli del Nord. L'Italia ha schiuso innanzi, al proprio commercio, alla propria influenza, le tre grandi vie che congiungono l'Europa e l'Asia. Germi preziosi di fratellanza esistono fra la nostra terra, la penisolà Iberica e la Polonia. Le nostre condizioni geografiche e le sorgenti di ricchezza agricola, industriale e mercantile che- esistono fra i nostri confini naturali, tolgono a noi ogni incitamento a conquiste funeste, ai popoli ogni pre- ·testo di gelosie e di sospetti. E Dio ha dato a l'ltalia Roma, santuario del mondo, e nella lotta inevitabile col Papato, occasione, necessità d'una trasformazione religiosa, vero e ònnipotente. battesimo ad un popolo iniziatore. GIUSEPPE MAZZINI. Biblioteca Gino Bianco

VITA FRATERNA 69 .Le parole che non si dicono « Dove ·vai, mamma?» domandano per la ventesima volta i --due bambini, ritti sull-'uscio della: camera da letto, mentre la mamma si appunta in te.sta il cappello. La mamma frena un atto di impazienza. Una ventina di volte, essa ha dato una risposta chiara· ed esauriente all'identica domanda. ·Ma questo è l'innocente ostruzionismo dei piccoli. Quando non possono impedire un atto delle persone gr:andi che sembra lederli in un I.oro .diritto, ne domandano ripetutamente la ragione e sembrano non comprendere mai. Dunque la mamma trattiene l'esclamazione di impazienza che le salirebbe spontaneamente alle labbra se... se non fosse troppo tfi.ste disporsi ad andare a trovar.e un'.anima luminosa, senza neppure -saper domare le proprie reazioni. · « Vado a trov.are il Tenente P. all'ospedale. Quante volte ve l'ho detto, pensate un po' biricchini?i> La su.a voce ·è calma. « E perchè non conàuci anche noi?» chiede il più piccolo. Anche questa domanda è antica. Ma la voce della mamma rimane im·perturbabilei. «-Perchè i bambini non po_ssono venire all'ospedale ». . _ << Anche noi pe_rò siamo venuti una volta con te, e abbiamo veduto il tenente con le gambe malate. ·Perchè, mamma?» E' la sorella maggiore che interroga, con l'aria d'aver trovato un argomento nuovo. « Perchè quella volta il Tenente P. parlava in una scuola. Così ho potuto condurvJ. » « Nelle scuole ci veng-0no i bambini, vero?» « Se P. torna in una scuola ci conduci anche noi? » << Sì, sì. Vi condurrò .certamente.» La mamma è pronta, ormai. Anche papà è pronto. I due li accompagnano gravemente fino alla porta. Prima di uscire, una racoom.andazione: « Mamma, di' al tenente P. che io ci voglio bene. Ci voglio bene fino a Gesù». Questo curioso termine di paragone è un'invenzione di Giulio. La Giuseppina, per esprimere lo stesso concetto, dice di solito : « Fino al Cielo, e anche di più! » ·Questa volta però disdegna di plagiare il fratello e si accontent~ di ag- · giungere: « Anch'io gli· v,oglio bene. Ricordati, man1ma, di dirglielo·». Biblioteca Gino Bianco

70 VITA FRATERNA E' una giornata radiosa di gennaio. Il cielo è a,zzuri'o trasparente, -e il sole risplende. La mamma, lungo· la strada, cerca di raccogliersi. 1 Anche p,apà non parla. Sentono di andare verso qualche cosa che deve renderli migliori". E il loro pensiero commosso cerca istintivamente le due testoline irrequiete, rimaste a casa. Poichè, è per loro, sopra tutto, che essi vorrebbero salire, salire senza posa lungo il cammino della vita. Quando sono introdotti nella bianca cameretta d'o_spedale, trovano che parecchie persone li hanno preceduti. Alcune se ne vanno. Due qIDiche della mamma restano. E il disc.orso continua, interessante, sopra un argomento politico di importanza capitale in quel momento. Ma solo papà vi prende parte. La m.amn1a non 1Satrovare parole nè argomenti. E neppure, ahim·è, riesce a fisare su ciò che ode la sua attenzi.one. Essa è seduta .accanto al letto dell'infermo. I suoi occhi vanno istintivamente dal -suo viso a quello della signora vestita di nero, che fa la calza dall'altro lato. La Madre. Le due faccie si rassomigliano. Ferma, serena, pacata, l'una, sotto i cap·elli già quasi bianchi, con un sorriso lfeve, unite e triste, straordinariamente fresco e radioso. L'altra così giovane ancora, dalla fronte potente, sotto cui gli occhi azzurri hanno strani bagliori infantili, pur nella pr.ofondità raccolta dell'espressione, dal .sorriso intraducibile, fatto di dolore e- di forza, di dolcezza consapevole che,· più che rassegnazione, 'è gioia di trasfigurazione nel sacrificio. Attraverso quali abissi di $Offerenza e di immolazione sono passate le due anime, di cui la profonda luce traspare, e- -~i comunica a chi li accosta? La mamma pensa alla giovinezza m.agnifica di promesse e - di .salute, prima, ora inchiodata per sempre sulla carrozzella, bisognosa ·di tutto, per p.oter coptinuare a vivere in un corpo spietatamente colpito. " E l.Jl,madre .... Dei due, la madre· porta la croce più pes~nte. Essa vorrebbe dirle almeno una parola di venerazione e di gratitudine. Essa che sa, che ha !_asciato a casa un bimbo fiorente di salute e di gi,oia innocente di vivere. Vorrebbe dirle BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 71 che il suo sacrificio sale al di là della Patria, al di là di ogni idealie di fratellanza, più in alto ancora, stilla di sangue vivo nel sangue divino che ha redento e redime giorno per giorno I l'umanità. Vorrebbe prometterle che anche per sè, per i suoi figliuoli, il doppio martirio non sarà vano. l\.'Ia.quando la mamma riprende frettolosamente la via di casa, sotto il sole, a fianco di papà, il peso grave dell~ parole non dette le opprime m~to il cuore. Essa non Sii prova neppure .a esprimere la sua peria, poi- _ohè uno sguardo intenso dei cari ,occhi che le leggono nell'anima basta a darle la sicurezza di essere capita. Quando apre la porta di casa, ecco Giulio correrle incon-~ tr,o, con ia br.accine tese : « Ci hai detto. che ci v,oglio bene?i> Un istante di esitazi,one. . Dal corridoio, l'altra vocina, dalle inflessioni ·più gravi, grida verso di lei : « Gli hai detto che gli voglio bene fino al Cielo e anche di più?» · Anoora un attimo di silenzio. La mamma non ha .mai mentito ai suoi figliuoli. 1\ilauna forza irresistibile sale da lei, e per essa le parole escono, eludendo ogni controllo volontario. « Sì,· bambini, gli.el'ho detto. E' stato tanto tanto contento». Più tardi, la sera, a letto, la mamma fatica a dormire. Le~ ore più intense della sua giornata le stanno· davanti, nella· vlva realtà favorita dalle tenebre e dal silenzio. Un silenzio così dolce, cullato dal doppio r~spiro dei bimbi addormentati! - La mamma pensa... No, essa non ha mentito. Cerca confusamente di rievocare le poche parole dette, le. .altre 'molte udite, nell'ora indimenticabile, tanto attesa e preparata nell'intimo. Quelle parol,e, sì, non erano verità. - Suoni vuoti di significato, piccoli lembi ,strappati da una réaltà troppo grande per poter essere dispersa e frantumata. Oh, perchè gli uomini si ostinano a mettersi una maschera sul viso, a sformarsi sotto strati innumerevoli di superfici accumulate, così che quando la loro anima sente l'anima del fratello palpitare e _irràdiare, e vorrebbe sprigionarsi, e gridargli : « Non sono comé te. Ma in te sento lddio! :Ma per te voglio ascendere! » non hanno più la forza di e,sprimersi, ·e pare cbe un'occulta malìa li stringa e li soffochi nei propri legami, col peso morto del loro impeto represso? BibliotecaGino Bianco

72 VITA FRATERNA Pure, grazie a Dio, non solo le parole dicono. - La mam1na pensa ai lunghi silenzi, in cui essa ha gettato a piene mani, dal più profondo del suo essere, l'intima commozione di una più intensa vita. Che importa se non ha parlato? Qualche cosa è partito da lei, - la sua ammirazione, la sua tenerezza riverente, i s~oi accesi propositi di bene - e, insieme, la dolce· offerta delle piccqle anime ingenue - e ha incontrato le due anin1e grandi al di sopra e all'infuori di ogni convenzionalità uma:pa; là do.ve ogni anelito, ogni sforzo, ogni più piccolo soffrire si congiunge nell'oceano dell'immenso olocausto di dolore e di amore che sale· dagli uolJ).ini, verso Dio, per ritornare sugli uomini. SOFIA VAGGI REBUSCHINI. All'erta I C'è bisogno di un forte richiamo a noi stessi, e ne è ben l'ora. Ne è l'ora, p,oiichè 1a pausa invernale, sta per chiudersi, e la quarta primavera di guerra è per sbocciare. Pausa invernale?! Può chi-amarsi una pausa questo mirabile inverno di intensa prepai,azione, di accesa propaganda per la resistenza, che abbiamo visto svolgersi qui ~ per tutt'Italia, c~n alla testa quelli che già all'Italia più avevano dato. di sè stessi? -E' stata _una v~va « campagna invernale » del fronte interno. - Il « fronte interno » è diventato una realtà, dacchè nelle sue file, nelle sue trincee sono entrati i reduci prov~ti e gloriosi del fr•onte di fuoco. Ma se per molti, per i più- forti, è stato così - per moltissimi purtroppo no : , e bisogna riconoscerlo, e badaryi. Per moltissimi la pausa al fronte nelle operazioni- belliche irnposta dalla stagione, la relativa calma fattasi nel ritmo dei bollettil)i quotidiani, ha permesso il rifarsi del loro miserabile eqnilibrio- stabile, scosso un momento solo dallo sgomento dì quest'autunno :. ha permesso. loro di riaddorme:ntarsi nello stato d'animo di prima, di distrarsi ancora dal pensiero della guerra che non li tocca ·_personalmente (v_i·sono ancora troppi che la guerra ·personalmente _non tocca!), di (\hrertirsi, divertirsi, divertirsi!. .. BibliotecaGino Bianco

.... VITA FRATERNA 73 Ha permesso per moltissimi di abituarsi allo stato delle cose come se fosse definitivo, come se si potesse amm1 ettere e tollerare che fosse definitiv-0' (L'abitudine· è un terribilmente f.econdo terreno per il bacillo così insidioso e logorante della superficialità). Ha permesso a troppi di noi di _dirnenticarè gli errori, i pericoli, le minacce che av_evamo pur dovuto vedere, constatare, riconoscere dol)o Caporetto, _, e che avevamo giurato di non dimenticare, di non tollerare più .... Di tutto questo, certo il nemico (straniero e domestico_) tien ~ conto e approfitta: ce:M,01esso lavora intensamente a coltivare, a sfruttare quest.o' stato d'animo vario ma tutto ugualmente utile per lui, a prepararsi la sua primavera. Se non siamo distratti, nè assuefatti ormai alla condizione ~ttuale d'Italia,.· nè dimentichi, non può sfuggirci infatti il pullulare qua di una stolta e pigra fiducia, là di un non più illuminato allarmismo, oggi di una 1espressione contagiosa_ di stanchezza o di compassione anemica, domani di un 'insinuazione diffidente verso gli Alleati. .. Sono saggi, semi che il nemico getta e· diffonde nel nostro . terreno, come i foglietti dai suoi aeroplani, o forse piuttosto per vie sca;vate nel sottosuolo più basso del paese : per preparare la sua azione bellioa, la sua ripresa. Riprendiamoci, prepariamoci noi! Rifacciamoci al pensiero di quest'autunno. Ricordiamo! Ricordiamo! Ricordiamo! Ricordiamo gli errori nostri, anzitutto, soprattutto, per evitarli, e riparare. Ricord:hamo · 1e minacce dall'interno alla salute del paese, da qualunque parte esse siano venute, per combatterle: perchè non sono cessate. Ricordiamo! il -pericolo corso allora dall'Italia: e ·che ancora esiste! Ricordiamo l'angoscia, 1a vergogna, lo strazio di quei giorni.... ricordiamo come ne siamo ri,sorti; per sorgere anche ora così. E guardiamo, con fermezza e chiarrnveggenza, al prossimo futuro, alla prova durissima che è imminente per noi, alla nuov1a violenza della lotta che sta per scatenarsi, ai nuovi e maggiori sacrifici che ci saranno chiesti e imp-0sti... - Non per sgomentarci, m.a per vedere quanto ci bisogna esser forti - e per e,sserlo. adar . .._ In omaggio al Decreto Luogotenenziale per la limitazione del consumo della carta, questo fascicolo esce di 16 pagine, anzichè di 20. - Per questo rimandiamo· al prossimo mese le 4 pagine staccabili "VITTOR!A" per i ·soldati. Biblioteca Gino Bianco

74 VITA FRATERNA IL BIVIO. Ci si domanda se le Autorità abbiano la consapevolezza che stian10 attraversando un momento di gravità decisiva. L'altro giorno un soldato diceva, alludendo agli scandali dei cascami e agli arresti di pezzi grossi : « S.e v-eramente faranno giustizia, non può cre.dere che effetto. otterranno sui soldati. - Riprenderanno tutto quepo che è stato perduto, come niente! » Era un soldato che wveva perso un occhio in guerra. Parlava con una certa sfiducia, come se le troppe ingiustinzie vedute ,e patite mettessero un velo tra la propria anima e la fede negli uomini che stanno in alto. l\1i pare che e.gli dicesse una grande verità, e che noi avremmo bisogno di- meditarla, tutti. Noi .che ,direttam•ente non possiamo np.lla, per invocare la giustizia; per battere e ribattere e chiedere senza stancarci, colle armi della persuazione, prima, poi con qualunque _arma, pur di ottenere. Perchè - è inutile negarlo - passati i primi giQrni in cui, nello sbalordimento delle prime notizie, sentimenti complessi e diversi ci agitavano: - indignazione, orrore, fa~e e sete di giustizia - qualche cosa di nuolVo si è fatto strada, carne ùn microb.o che avvelenasse l'aria. - Il timore che t'esempio che il popolo reclama non venga dato. Ed ecco la radice di ·quel timore. (Poichè rè necessario parlarci chiaro, e gttardare le còse nella loro spietata realtà). Gli uomin~ che sono stati arrestati non sono isolati -· non s,ono diversi da molti altri. Ho sentito dire, nei primi giorni, da un'anima retta. « Quello che mi fa più sens,01 è di pensare a tutti gli altri, ai commercianti e_agli industriali che magari sono rius'citi meglio nel loro triste giuoco o che non hanno fatto come costoro perchè non hanno potuto. » • E questo non è tutto. Non si p.uq scindere la re.sponsabilità di. questi incoscienti assetati di milioni, da. quella di un'Au- . torità che li tollerava. Noi non sappiamo i dietro scena. Non possiamo parlare di tatti di cui non· possediamo la documentazione. Ma ci sono verità che si fanno strada attraverso le dense nebbie dell'apatia, .dell'abitudine, dell'inconsapevolezza in cui BibliotecaGino Bianco

VITA FRATERNA 75 si è troppo adagiata l.a vita dei più. Si sentono così la:ippanti, che ormai non si potrebbe negarle, -senza negare la luce del ·sole. Di modo che il fatto di aver tradito o no, di ayer fatto , milioni col sangue dei soldati, o ·di non averne fatti, di aver permesso sotto pretesti di convenienza, di opportunità, .con sapienti circonlocuzioni politiche, cose che ai .semplici e agli onesti fanno drizzare i capelli sulla testa (.e magari di aver dato quei perinessi in modo così abile da· rasentare la lettera della. legge senza eluderla!) diventa in un .certo senso secondario, di fronte allo spirito eh~ anin1ava tutta questa gente; come, per la diagnosi di un medico, diventano secondari i fatti esterni di un oorp.01 ammalato, di fronte alle condizi,oni generali e profonde dell'organismo. Risalire alle cause, dunque. Mettersi davanti il quadro senza chiaroscuri, -senza sfumature, senza me~ze tinte. Da una p.arte soldati e ufficiali che si sacrificano, che soffrono l'indicibile, che muoiono, che restano rovinati per tutta la vita - e lè loro famiglie, martiri~zate e straziate nell' anima, anche più di loro, spesso divorate dalla miseria e dalla fame; dall'altra, altri ufficiali tiepidi e incoscienti E; inetti, per non dire di peggio, e ·tutta una folla di gente, cominciando da quelli che stanno più in .alto, da chi ra.ppresenta nominalmente la Nazione, che· non cerca che il proprio tornaconto, che trova una logica per le speculazioni più indegne, che intasca iniUoni, ' che vive allegramente. Se noi pensassimo bene, non andremmo tanto lontano di qui a cercare le profonde ragioni di Caporetto. Il m-ale non era esploso, ma minava già le radici. Ora qualche piccolo! varco si è aperto, ma è troppo poco. Bisogna tagliare nettamente, usar.e mezzi spietati, .aver orrore delle mezze 1nisure. - Ne va di mezzo la vita della Patria. E' un bivio da cui non si esce che nettamente vincitori - cioè col trionfo del bene, dell'onestà, della verità; per modo eh~ chi ha ,sofferto e lottato e donato tutto se stesso possa vedere, · anche su questa terra, gli effetti rinnovatori del proprio saèrificio. · Domandiamoci dunque, ciascuno nella propria coscienza, che cosa si può fare. E lavoriamo con tutte le ·nostre. (orze, su di noi, prima, per estirpare dal nostro intimo, _se vi ·fosse, qualBiblioteca Giri.o ~ianco

76 VITA FRATERNA che' sottile propaggine del terribile microbo devastatore, purificandoci l'anima fino in fondo, fino a s·coprire le radici della nostra ,onestà. Poi, non diamoci tregua, non concediamoci riposo, finchè le volontà buone non si imp.omg.ano, -non trionfino, finchè giustizia non sia fatta. - SOFIA VAGGI REBUSCHINI. Coprifuoco - Inutile! Poteva essere in dolo fin che si volesse, poteva perfino avere evitata con studio la nonna, metà della giornata, per quell'interno imbarazzo che rimane da un dissenso non cornposto - capri.ccio impenitente. da una parte, soste·nutezza ammonitrice dall'altra - .... ma quando il giorno declinava... e declinavano le forze delle gambette irrequie_te, e di tutto il corpicino di quattro anni, ah, quando· arrivava l'ora del coprifuoco: inutile! il cuore, e dietro il cuore, le gambette, convergevano lì... « Nonina!. .. » Due piccole braccia abbracciavano piano piano il bracio della nonna, una testina si accostava discreta a quella 'testa già piegante, essa pure, ·per stanchezza. « Nonina!. .. » Quanta preghiera e che invito, nella piccola voce di Giulia, nell'arresa, n·ell'atto dolce d'istinto, d'imperio della dolce ·natura! · Oh, il trascendente significato! Dimentica! perdona! amami! Stringiamoci ancora! E' così bello essere in pace! E' la sola bellezza.· É' tutta la gioia della vita. La vita è breve: Domattina possiam,o non esserci più ... La nonna si scherrniva, un pgco; f çiceva del suo meglio, non lo· nego, con mezze parolette agrodolci; per difendere sè, per salvare la propria autorità... ma inutilé! si vedevàno, di . lì a pochissimo, testa e testina perfettamente riconciliate! Ora, io penso che noi a~biamo tr9ppo perduto il generàso e uniile inipulso della nostra infanzia,, abbiamo troppo perduto l'infanzia! Ah, se a sera di ogni gi~rno, se a sera di ogni atto, non tratèrno, non buono, avessi1no, quel moto obbediente alla legge! se ricercassimo· con ansietà chi abbiamo offeso o chi ci ha offesi, se pri1na di fare l'offerta all'altare,. ci purificassimo ogni volta; come si farebbe pure la vita e grande. Ora del ~oprifuoco, otto marzo. · BibliotecaGino Bianco X.

VITA FRATERNA 77 ~ « Agir bene e parlar male >. - Da due anni e mezzo il nostro paese è afflitto da un nuovo microbo nazionale: la persona che opera bene e parla male. E' la signora elegante, la quale; perchè l}a due bravi figliuoli al fronte, si crede in diritto di tenere discorsi germanofili al tea-room; il senatore, che tiene in treno çonf erenze pessimiste, sotto il manto di aver votato a favore della guerra; il ricco industriale, che tuona al caffè contro la Francia e l'Inghilterra, ma ha contribuito largamente alla sottoscrizione per i richiamati; l'infermiera diligente, che ai soldati mesce insieme medicine efficaci e consigli disfattisti; il titolato, che fa il patriotta in Consiglio comunale ed il neutralista convinto al circolo; il prete, che unisce subdole teorie .pacifiste ai soccqrsi ~eramente evangelici; l'ufficiale, che porta sul petto il nastrino dell'anno, di guerra e magari de_llamedaglia àl valore, e. ne approfitta per far discorsi pauristi nei crocchi degli amici, recriminare sui piani dello Stat~ Maggiore, vilipendere i giornali interventisti, ecc. In molti casi si tratta di leggerezza intellettuale, di. scilinguagnolo troppo sciolto, della vanità di mostr~re di saperla lunga, cli quello strano piacere che si prova a tagliare i panni addosso al « Governo ladro>> _in UJ) paese, dove la libertà~ politica è intesa da tutti in questo modo: che i cittadini devono disprezzare ad alta voce il Governo, e il Governo deve lasciarsi disprezzare e fare a modo _suo p·roprio, maltrattando· a suo beneplaci_to i cittadini. · Ma in parecchi altri casi; _·si tratta di vera e pr,opria malvagità consapevole, che cerca nelle buone azioni un alibi morale, che consenta di sfogare impunemente le cattive parole; le quali cattive parole, poi, sono oggi cattive e pericolosissime azio_ni, perchè tèndono a _demolire quella resistenza morale che è la base di ogni resistenza materiale. ·Questa gente compie alcuni atti buoni, unicamente per acquistare una tessera, -cp.eapra libero transito alla loro azione dtsfattista. negli abienti nazionali. Razzola bene per poter predicare maie. Copre con la bandiera delle opere italiane la merce avariata del pensiero e della pr,opaganda germanica. Queste mascherine pseudo-patriottiche bisogna saperle riconoscere? e saperle disprezzare. (Da L'Unità, 2 febbraio '19-18)·. Biblioteca Gino Bianco

... . 78 VITA FRATERNA Per· le Infermiere di guerra. Piccole osservazioni e proposte pratiche sul. nostro compito patriottiço (c-sposte nel convegno di Vit~ Fraterna del 2-1 febbraio). - E' f,r·eqiueintefra i nostri soldati, nel tp,arlare ,deUa guerra e del1 la P,atri,a, un tono irontco, come un'ostentazione di ·s·cettici.s.mo, qua.sii uTu ,gusto di auto,dieni,grazione, quanto ia,l va1o,re, ,al patrdottismo. - Buona tattica è mostmarci ,a .nostra vo)ta scetti·che rliguwdo a questo loro 1 s,oettki:S1mo: « S'i, sì, lei ·dice così or:a; .ma 1so1I.1st_cma ch1 e quando eTa 1-a;Ssù.avrà fatto benissimo il suo -dovere! » : buttar l,o:ro in faccia la no.stra ifiducia 'i:noroUabUe. - Questo .modo dli consiidemar1i e dì trattarli, ,ele.va i[ loro morale, :Stimola n :loro b1 uon o.rgogl.io, e .spesso li incoraggia a confessarci certi.i loro noiba.li ,attii,- d.i guerra ich·e .spe.sso e a Lungo invec•e nasoorndo,no! - Non -si 1~.ipeteràmari abbastanza di n.01n:esagerrur,e :nelle espT,essioni idi compiamto per le ,sof,ferenze idei nostrii soldati lin .o-s,ped,al,e. il c,ompi.anto non è ,con.torto; trio:p·po faciJme-nte amz:i aUinenta :nei mal.ati o .nei feriti (di cui g,e,ner.aJ,mente il sis.t,ema neirvoso è scosso eoc,itato ,e susoettibile) ù'opi.nionie ,della ,grélJvUà del lo.ro mal,e, l'aJPJ>Tensi,ome,La •triste-zza ; e li ,dep.rì,me. · Bellissii.ma .1a ·risposta c.he -abbi:uamo,s,eintito rda1ne .a una isignorin.a che ,prordigava d. :suoi « 'POVeTletto!1Poverimo! » _ n ;paziente ,impaz 1 ieintito, l'à.nt 1 er.rup1P-ecosì: « Non 1m'impoverisca tanto! » No, -non impoveriamo ,chi so:f.fire. Proponi.amo.ci ,e s-tudi:amo1ciinvece di ,diminui.I'ie -industni·osa.memte e ,amoros-amen te 1,e loro ,pena materiali 1 e rno,raH, •e di -corifo;rt8!I'lesempire. Pro.pomiam,oc.i 'i,n parti.colar,e ·di. arricchire ,quelli che solfifrono per aa Patria ,de.Ua coscrienza, delfuti:lità umana e d,eUval.ore sacro deUe lo!I'o :s.offerenz-e. Noi po.s1Siamo fiar questo! - Si ieons.ig.Iia, 1co•me-,moltorimpo,rtQ,nte, idi aifd'ìigg,ere.alle parrerti delle corsìe (,e saranno molto più effìicaci IP•er.1a.cultura ,d,el patriotti,smo diei so11dati, 1cihe,non i ,carùelli con 1di-sticio motti rehe tr.oP[)o s,pesso ,eccitano anzitutto J'istinto 1canz0inato.rio di .q-uei ir1 agazzi...> dei -carteHi rec,anti notizi1e ,e indicazioni Pi.guardo atl.Jie iprovvidenz,e, alle iniziativ,e gov,ern.ative o nazi,omali in favore dei combattenti, e delle loro famiglie (-assi-curazioni, p;e;nsi-0ni, iaJssi.stenza oivi1e, ecc., ,Queste ,notizi·e e inidicazrioni ,devono pure es,sere d:ate e .spiegate .da noi. - I no,stli 1 s.oldati •.wranno ,c.osì una p,r,ova ·r,eale (,e m.olto ;più graid.ita, certo, di tutte l,e beJle fr,a'Si di ·glor.i.a che poco ,lii tocc,ano) idella Tii:conos,c.eihzadel ip.aes,e, e potranno essere iaiutati in molte loro 1Piccole ·o girandi di.ffìicoltà. . Questo giov,erà pur molto a difesa del governo; una cosa molto i.mportante, e cJrn dobbi.am 1proporc:i... ,quwl.u1I1queopi-nion.e iI),oUtica abb'iamo p,ersomalme.nte. Perchè hl gov,erno, ,ne:lilam·ente del ,solidato~· Biblioteca·Gino Bianco

• VITA FRATERNA 79 queno dJi ,cui .egli d·ice ,mail,e,aid ogni _m,c,rrnento,e eh-e aocusa idi tutti · i suoi patimenti e di molti.ssim·e ingu_ustizie, .non è questo 1 0 .queJ gruppo di mi.nistri, ma è 1 i,l 1 potere igno.to .a iClliÌ € -0-bibJ.i_g,aat,o s.eJ'- vi:re, sotto J.a cui disciplina -sì ,trova, e ,eh.e gli ·ch·iede fin l.a v.ita: è, i,n fondo', .non altro che .:ii P:a1es,e, J'a Patri.a. - No'Ì -dobbiamo II'li~bilitame ne11a mente del soldato 1questo « governo! » - Ail. tempo ,ct,ell'offens:iva iptacifi1sta che pr,e,cedettie di ,poc,o OapoI'letto, oétbbi.amo s,e,ntito .spesso, d.a una pi.e.cola suora igna:ra e -ct.ocù..lrei, 1 p.etere .a.i -solda:tli, . a piropos1to d'Ì. q·ualu01Jquetlco.rolarnen.to sul r.a.ncio, .sulle J.iioenze, sul tra-tta:m-ento: « DitJeiglielo .a,1 vos~tro governo! »•.• Noi dobtbiìamo i!n·v.ec.efar os·servare ai ,so1dat:i quanto spess·o !i. J.amenti -e J,e accuise che da }oTo si indirizza:no al « gov-erno », -dovrebbero - ,secondo •giustizia - e-ssere r1ecap1itatli,molto vicino .... - Una ·cosa ,tJroppo S\P•e-ssotràscur:ata, e l.a ,cui trascuranzç1, è dep,lo.r,evohssima, ,dia ,p,airte ,de;}.leIn.f•ermi,eT.evolontari-e: l'economia dei consumi. La quale $i può .e si dieivell)rati,c.ar,e.anche i,n ospediaJ.e. - Pe.r es·em,pio: è .i:nutn.e ,c,oncedere :ai soldati pe,r ioondir1e l',i,nsaiLa:ta « fuori ordinamz-a » l'oli-o d'oliva assegnato !I)er :medicinal,e, m,entr-e -si .s.a quanto esso -non so•v:r'laJb.bondi... Si può, e si deve, ,srup 1 err r,i.fiutare .q:ueste 'PU!r piocole .goJo_~,ità, in o,magg,io a un~ d'isci·plitna d1e.i consumi, a una ,economia ohe ,si impone ain.ohe in questa. ip,aJrti- -colar.i 'Pel Taggi.ungirrnento deJ,la vittoria; si può -e &i deve S(Pi,egar-e, .e anche .far accettare, q;u.es.tìir.i:fiuti .ai •no'Stri yaigazzi, sie si•amo conv.inte td:i fare 'C-osì:ainche il loro bene . - Per questo puTe è consii-gliaib'iile,1nella distr'ibuzione deJ. pane, di f,are .come ·moJto be.ne .sCfa i.n quaJ.c,he ,oscp,edaLe: pur ,mettendo a di-spo.siz,i.one l'irnt,e,ra razione assegnata, .consegnarla a f,ette. sd.. c.chè ogmuno 1Prencta 'Solo quelJ•o .che i1nt.ende d.i <::onsuma.re, -e non J..aoci poi avanzi s-b.occ,o.n-ce.llati ,e sbriciolati: spreco pe.no'Sis,simo oggi, tr.op.po fl'equente negli oscped:rulidi soldati. a. Per Il problema degli uomini e la mobilitazione civile. Proposta mandata da un'Amica nostra al « Oorriere della Sera.» il gennaio scot•so, proposta ottima che merita di essere appoggiata ed attuata. Leggo sul Corriere del 18 ge.nnrui,o, J'a.rticrnlo « Il problema degli uomini » e penso sia dove.ne di ogni li.tallano c.ontrilbui::re ,a J'ii- .solverlo, co11',eSU),erienza ipersonale -ah.e si ~ •acquistata .nei aiversi campi .nei ,quali ha ,e'Sp1ie-atoJ.a ipropria att:i-vità, idflJ.,r.antela igruer:r.a. DaJ. p.ritnc-i;pioc1e.lJ,a,guerra ,io fnequento gli ,o,spe,dali .c·o·me i:nf,oomi,e,r.av,o.lo,ntaria ,e ho notato ,che negi1i 0.spedali d:i Sanità M·U:ita!'e, le i,nfe.rrniere che pur pnestano -notèvo,le aiuto nel ,se,rvrizio, 1pot,I'lebbe,ro,esser.e .meglio util.izz:atie, ,e .sostdtuire molti uomini ,abili, aibiliss:imi .alle ·fatiche di -gueirra. . Neg'Jii ·ospeidaH -di Croce Rossa, tutte le mansioni c!he negli ,o~ec1a.1i •di Sanità sono aiff.idate a1i ,cosi d-etti aiutanti e ,ai capo.raJi cli r.eparto, sono ,aifif'iidate-alle 1 irnf10mnier,e,Je ,qua:li Le di1si,mpegma.no co.Jla massima, pr-eeii,si.,oI).e sooupolosità. • f BibliotecaGino Bianco

80 VITA FRATERNA Perchè un simile pToivvedimiento noiil vie.ne ;preso -dalla San.i tà Miilitar,e, tanto negli osp.eda.li teir:ritoI"i..alic, hie negli .ospediaJ.ida cam- ,po de.lJe ;r;etirov!i.e? C.re,do,ch,e •Sipotr€ibbe così efifettuare una notevole ,economia di uomini. L'obiezione c'h,e si .fa g:ene:r.almente è cihe sul coo:tributo volontario ,femmtniùe, noiil si •p.uù ,contare, p·erehè non è s1 i.'curio,non essendo i-1 se·rvtz·io .femminiJ,e ,olbblig.ator:io.• Il rim,e.dio mi iSffillIDTfaacile. Mobilizzate qÙeste forze iehie si offflono vol-0ntariamie.nte, in wttesa dell,a oo,m_pl~tamobilitazdoine civile ; sarà uirr giurs.to r,icooosci,men.to deiltl'attività f emminiiLe, e qualunque ,impegmo ·e ,s,acll'iifrcio ci possa ,impoIT-e, il sott01porcli a un regim,e milita'fle, sarà da .noi racc-ettato con 'gi,oia, c-ome un onore; .ci sentir.e.mo ipiù rutillli .all'Italia nostira, ,memo ,indegne dei nostri if,:riatelli oo,e combattono. Una infermier_a volontaria deUa Croce Rossa . . CONVERSAZIONE Parole della Direzione L'ultima dom,einica i:li questo m,ese è Pasqua. Per questo il Convegno mensile di Vita Frate.r.na vie.ne traspoTtato a1la (I)II'imad-0meinica di_Aprile .. E iri1mane per in , egui to strubitlito sempr•e la prima domenica di ogni mese, - aJJ.ie ore 16 - in v,ia Bigli 15, (Centro di lavoro rpier i soldati). Le conversazi-o·ni di prop•aga:nda .patri,ottica per le donne del pofl}o!lo,avranno luogo ·a.Ha Scuola femmi,nHe di vi.a Stoppani, tutte le dornenich'e, salvo la prima del mese. aJ1e ore 16. Per la diffusione di Vita Fratern~ r,accomanaiamo ad ami-che ed .a;m·iciiehe ci d.ain.n.oii,ndi.rizz.i,p,er .nurne.rd.di saggio, dei·appo,ggiaiI'e questi saggi, ohe no.i mandiamo regolarmente, con una loro tparoJ..a o una loro riga che raccomandi l'abbon 1am,ento alla rivista a chi .r'i-cev,erà il saggio. Dli.iffondietela rivista ,f1ra1lre Infermiere V9lontarie, .fra i gioivani Ufficiali al fronte; ·tnteressate ·aiLlasua diffusione le Associazioni di «,ssistenza e di propaganda patria; interessate queste partic-olarmente .aiue pagine staccabili .p,er i soJ.datJi e p,eirH PO'POJo,ohe po.ssono utilizzare aoqui,stando.ne -copie. Vittoria! e R-esistenz.al Ricordi.amo che gli abbonati sostenitori e que1li .c-hteprocurano almen·o 10 nuovi abbonamenti alla rivi.sta rie<everanno iin ,clono U/Ila Jitografia ori@inwl,edel 1pi.ttore ,ten. AwdoC8irp,i, imp;ressa da tlui appositamente •per Vita Fratenna, 1 tntito,lata l'Ardito. Il Centro di lavoro per i soldati (viia Biglò. 15) è aperto iJ m,e1rcOJedi ,eJa domenica da:Ue 14.30 :alle 17. Lfn.t7pia-TiPoCr, A. Gorlini e O. - Mazzini, 7 L. MAIOOOHI Gerente resp. BibljotecaGino Bianco •

plica l'attività dell'essere che, in luce, in pat~, in ardore ben-3dicente, in umiltà operante, accelera il passo - e di quanto! - verso il punto aspirato .. Allo,ra anche i proletari della felicità, sono felici. Trovano sempre che molto .ebbero, vedono la vita con occhio nùcvo: si accorgono di supreme bellezze che li circondano. P"Mò essere, o grande ldcl'io, fino il più lieve filo d'erba mosso dal , ento e tacito, fino il quasi invisibile insettuccio che traversa la cart_a su cui scrivo, fino il chiodo infisso nella parete nuda: non rappresentano te, o Dio, nell'oTdine della loro fattura, delle lorcleggi, che sono te medesimo, mio Dio; o nel riverbero, che esprimono, di tutta la· scienza umana acquisita? · Interrogare tutte le cose animate e inànimate, anche le piccolissime, ~d apriranno il loro segreto splendore, occupando, colmando i vuoti della nostra vita, che ci parevano incolmabili. Non ·corriamo· sbadatamente. Per arrivare più presto e più lontano, noi saltiamo su cose preziose, calpestiamo una terra divinamente fiorita! Tutto il creato interiore ed esteriore è tempio, adoriamo tutto, pensiamo, amiamo : viviamo! Quando medito sulla nostra leggerezza che profana ad ogni passo, la _vita,. quando medito sull'insaziata curiosità dei nostri sensi, sulla inconte-ntahilità, · penso a quella fantasia di Platone: di un uomo, venuto su improvvisamente alla; luce del .sole da non so quale oscu·ra profondità: ove è cresciuto .. Pensate la sua estatica. meraviglia nel percepire per la prima volta le insospettate bellezze del creato, con l'intatta verginità· e con la piena maturit~ delle energie! _ Se guardiamo ben dentro .nella nostra vita, noi siamo an- t \ ~ ; . . cora troppo ficcati in quella oscura profondità, immemori, stolti, brutali, chiusi al sole. Sorgiam,a e contempliamo! . .. . Perciò ti ripeto, anima mia : liberati da questa schiavitù: la preoccupazione di ciò che non hai, capovolgi: godi quello che hai; ed oggi che la patria chiama così alto, così acuto, spezza l'anello che ancora ti tiene legata, come altri anelli spezzasti, uccidi in te quello che ti strozza la gola CDmeun atroce assurdo: la rinuncia alla tua porzione donati senza condizione, senza riserva; non fu il mondo brutale verso di te, ma tu cieca verso di lui. Sorgi al sole! l'osservante. BibliotecaGino Bianco

La guenra dal Venite a noit spiriti che viveste la NAZIONE, uomini che intuiste il rinnovamento, forze di salute 1 Morti e morituri fondiamoci nella vita che germina la gloria ai nascituri 1 come sveglia e egoistico (Dai discorsi Militari di Giovanni Boine - Maggio 1914). Ciò che solitam.ente guarisce una nazione ... è un entusiasm.o co.mune che strappi viol0ntem.ente se da se ciascuno, e lo rifaccia ind1viduo, al più da gregario o di famiglia o di corporazione, cittadino cosciente. E può essere un co1.nune il.olore, può essere un avvenimento grande, una religione nuova, qualcosa che com.unque appassioni e scuota .... E più solitamente com.e per legge C09Inica è LA. GUERRA. Arriva la guerra ed ogni altra voce nella nazione tace; la nazione divisa si :tonde, pende tutta ad una cosa sola, è attenta tutta come un sol uomo, ansiosa, a quel che succede; s1 ritrova tutta consenziente, di un sentim.ento solo, di un desiderio solo intensissimo .... LA NAZIONE SI RICONOSCE. Biblioteca Gino Bianco , . .. ,. .. • • i

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==