Vita fraterna - anno II - n. 5 - 15 marzo 1918

plica l'attività dell'essere che, in luce, in pat~, in ardore ben-3dicente, in umiltà operante, accelera il passo - e di quanto! - verso il punto aspirato .. Allo,ra anche i proletari della felicità, sono felici. Trovano sempre che molto .ebbero, vedono la vita con occhio nùcvo: si accorgono di supreme bellezze che li circondano. P"Mò essere, o grande ldcl'io, fino il più lieve filo d'erba mosso dal , ento e tacito, fino il quasi invisibile insettuccio che traversa la cart_a su cui scrivo, fino il chiodo infisso nella parete nuda: non rappresentano te, o Dio, nell'oTdine della loro fattura, delle lorcleggi, che sono te medesimo, mio Dio; o nel riverbero, che esprimono, di tutta la· scienza umana acquisita? · Interrogare tutte le cose animate e inànimate, anche le piccolissime, ~d apriranno il loro segreto splendore, occupando, colmando i vuoti della nostra vita, che ci parevano incolmabili. Non ·corriamo· sbadatamente. Per arrivare più presto e più lontano, noi saltiamo su cose preziose, calpestiamo una terra divinamente fiorita! Tutto il creato interiore ed esteriore è tempio, adoriamo tutto, pensiamo, amiamo : viviamo! Quando medito sulla nostra leggerezza che profana ad ogni passo, la _vita,. quando medito sull'insaziata curiosità dei nostri sensi, sulla inconte-ntahilità, · penso a quella fantasia di Platone: di un uomo, venuto su improvvisamente alla; luce del .sole da non so quale oscu·ra profondità: ove è cresciuto .. Pensate la sua estatica. meraviglia nel percepire per la prima volta le insospettate bellezze del creato, con l'intatta verginità· e con la piena maturit~ delle energie! _ Se guardiamo ben dentro .nella nostra vita, noi siamo an- t \ ~ ; . . cora troppo ficcati in quella oscura profondità, immemori, stolti, brutali, chiusi al sole. Sorgiam,a e contempliamo! . .. . Perciò ti ripeto, anima mia : liberati da questa schiavitù: la preoccupazione di ciò che non hai, capovolgi: godi quello che hai; ed oggi che la patria chiama così alto, così acuto, spezza l'anello che ancora ti tiene legata, come altri anelli spezzasti, uccidi in te quello che ti strozza la gola CDmeun atroce assurdo: la rinuncia alla tua porzione donati senza condizione, senza riserva; non fu il mondo brutale verso di te, ma tu cieca verso di lui. Sorgi al sole! l'osservante. BibliotecaGino Bianco

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