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innamorato, nei confronti del
partner,
le sue
frequenti e assurde accuse di furto e propo–
siti di vendetta ..
Certo, c'è tutto questo e altro ancora. Ma
che
il
presente libro sia un
«
oggetto perse–
cutore
»,
come lo definisce Fachinelli,
è
let–
teralmente parlando non altro che un errore
di
costruzione di Léautaud. Il
Journal par–
ticulier,
come
è
noto,
fu
pubblicato postumo
pochi mesi dopo la morte, avvenuta nel 1956,
dello scrittore: il quale ne aveva preparato il
testo
gli
ultimi tempi della sua vita, sull'onda
del tardo successo che attorno al 1950 aveva
capricciosamente trasformato
1a
vita
del
so–
litario
di
Fontenay-aux-Roses, concentrando–
vi la cronaca amorosa sua e della compagna,
che nei venti volumi del
Journal littéraire
si trovava alternata a storie
di
bestie, di
progetti letterari, di incontri con amici, di
piccoli problemi casalinghi. Ora, pare a me,
là quella cronaca prendeva il posto che le
PREUVES
p11bliedam son
,mméro
d'Oc tobre:
LEOPOLD LABEDZ
Les empires sont mortels:
Prague
1938, 1968
et après
D ENIS D E
RoUGEMONT
Vingt ans après
J
ACQUES
OzouF
Élections-traduction
RI CHARD 1\IIAYNE
Maigret et
le
Happening
BERNARD
CAZES
La perspective face
à
l'inconnu
J EAN
fOLLAIN
Antonin Caréme
PREUVES: 23,
ruede la Pépi,,ière
-
Paris(Shnt)
Le n° de 96 pp. ill.
-
France: 4 Frs 20
Étranger: 4 Frs 60
C.C.P. PARIS 178-00
Un anciet, numéro sera gracieusement envoyl
sur simple demande comme spécimen
Luigi Bàccolo
spettava
1
là era cronaca di« tutto Léautaud
»,
ossia
di
tutto un uomo, in
cui
anche l'in–
contro e gli scontri col
«
Flagello
»
assume–
vano il giusto
tono, toute proportion gardée.
L'assenza di quella proporzione e di quella
prospettiva conferirà a
Settore privato
il
ca–
rattere persecutorio che Fachinelli vi ravvi–
sa, ma falsa l'immagine di Léautaud agli oc–
chi soprattutto di lettori che lo accostassero
qui per la prima e forse per l'ultima volta:
ché quell 'uomo, a trovarsi da solo a sola con
una donna per quattrocento pagine di fila,
si impoverisce dei tanti interessi della sua
vita, mentre a guadagnarci inevitabilmente
è
la donna, pur vituperata senza risparmio.
Diventa lei, qui, la più accettabile pro–
tagonista: perché la sua storia è veramente
tutta in quel che Léautaud ne scrisse. «
Ma–
dame Cayssac, Marie dite Annette, était la
fille d'une concierge de la rue Saint André
des Arts
» ...
Incomincia cosl un appunto che
tengo dalla mano di Marie Dormoy, la cura–
trice del
Journal.
A venticinque anni, aveva
sposato un Henry Cayssac, un cinquantenne
di buona famiglia che dopo aver sperperato
il
patrimonio familiare si era poi trovato un
posto da piccolo burocrate in un ministero.
Madame Cayssac, «
un véritable poison
»,
mi
dice l'appunto
di
Marie Dormoy: un vero
castigo di Dio... Figlia di una portinaia di
Parigi, buona lingua plebea con tutt e le pre–
tensioni della piccola borghese, carnale più
che sensuale, irta di risentimenti e
di
suscet–
tibilità, egoista grossolana e volgare ai suoi
momenti buoni, con un bel naso e un bel
corpo
e,
all'epoca dell'incontro con Léautaud,
quarantacinque anni sonati: è
il
ritratto alleg–
gerito e abbellito che vien fuori dalla lettu–
ra del
Journal.
Dopo vent'anni di una
«
re–
lazione
»
che si nutre
di
grandi
sedute
e
cli
grandi
zuffe,
il
«
Flagello
»
scompare dalla
scena
1
per morire ottantenne in solitudine ,
proprio quando
il
suo cantore è baciato, an–
che lui sugli ottanta, dalla Gloria .
Si fa presto a dire
«
le Fléau!
»
quando si
ha il coltello dalla parte del manico, ossia la
penna in mano.
È
il
privilegio di cui si pre–
valse Restif de la Bretonne per vituperare la
consorte Agnès Lebègue, e ai nostri giorni
Marce! Jouhandeau per fare di Élise
il
de–
mone familiare (benché
di
recente Élise ha
afferrato a sua volta la penna rivolgendone la
punta contro Marce!). Ma - lasciamo quan–
to dal
Journal
stesso risulta esser stata diffi–
cile la vita con Léautaud, lui e il suo unico