

Francesco Ciafaloni
NOTE SULLA CRISI POLITICA ITALIANA
«Vi sono momenti in cui dal corso degli eventi matura ed emerge un obiettivo
preminente su ogni altro, e i l compito delle forze rivoluzionarie e di progresso è
allora quello di concentrare tutte le energie perchè l'obiettivo sia raggiunto. Così è
nel periodo che stiamo vivendo. L'obiettivo nazionale oggi preminente è quello di
impedire che la crisi della società italiana precipiti verso lo sfacelo, di risalire la
china e di avviare la ripresa e i l rinnovamento nazionale. L'aggravamento della
situazione economica italiana — come abbiamo sempre affermato — è in larga
misura il riflesso della crisi che attraversa tutto il mondo capitalistico. Ma èanche la
conseguenza di storture particolari della società italiana—caratterizzata da storici
squilibri e da pesantissime posizioni di rendita e parassitismo—nonché di errori lon-
tani e vicini compiuti dai governi e dai dirigenti della DC».
Così Berlinguer comincia la seconda sezione, quella dedicata ai problemi
interni della società italiana, nel quadro internazionale tracciato nella prima sezione,
del suo rapporto al XIV congresso del PCI. L'intero quadro della situazione interna
ècentrato sulla crisi. Ed ugualmente centrato sulla crisi è il quadro internazionale,
che torna a contrapporre come in anni trascorsi al regresso produttivo degli ultimi
mesi dei maggiori paesi capitalistici i tassi di sviluppo della Russia sovietica e dei
paesi dell'Europa orientale. I l socialismo, economicamente, «paga». La ricetta per
uscire dalla crisi economica è in generale il socialismo; nel caso particolare dell'Ita-
lia, nelle circostanze storiche presenti, i l compromesso storico.
Il modo di valutare l'evoluzione economica dei paesi industrializzati è anzi uno
dei mutamenti più appariscenti tra il tono e l'impostazione della relazione prelimi-
nare con cui si era aperto il dibattito congressuale e questo rapporto. La relazione
faceva proprie le preoccupazioni ecologiche, le accentuazioni sulla qualità della
vita, il senso della crisi, la non inevitabilità del «progresso»; il rapporto è tornato a
una più sicura connessione terzinternazionalista tra socialismo e produttività.
Ancora più accentuata la sottolineatura di Amendola della gravità della cri-
si: «Bisogna prendere piéna coscienza della gravità della crisi economica mon-
diale che, se è una crisi del ciclo, segna la fine di un lungo periodo, come quella del
1870 (che rappresentò l'inizio dell'imperialismo), e quella del 1929 (che stimolò la
formazione del sistema del capitale monopolistico di stato). Questo sistema, che per-
mise all'economia capitalistica.., la ricostruzione post-bellica e la lunga espansione
degli anni 'SO, è oggi messo in crisi dalla incapacità degli Stati... di assicurare il pro-
cesso di valorizzazione del capitale. ...Noi abbiamo indicato sin dal '70 l'avvicinarsi
della crisi... I l fallimento del capitalismo indica la necessità del passaggio al socia-
lismo... Indicare la necessità storica del passaggio al socialismo non basta... Bisogna
trovare le vie del passaggio al socialismo... c'è sempre i l problema politico delle
grandi e differenziate masse di piccola emedia borghesia. E ciò richiede che la classe
operaia unita sappia promuovere l'unità della grande maggioranza del popolo. I l
pericolo che la crisi giunga ad una soluzione reazionaria e fascista è sempre presen-
te... Nel contesto della crisi economica mondiale e delle necessarie riconversioni del-
l'economia italiana si pone il problema del 'compromesso storico' come problema
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