

un po' della sua ideale atemporalità. La
seconda, d a l pun t o d i v i s ta, diciamo,
dei (pochi ) adul t i che non s'arrendono
alla « normale procedura degradante»
della cosiddetta crescita e che l a cono-
scenza s t i mo l i a sen t i t o proget to, è
quella della responsabilità di fronte agl i
Ar turo-Ar thur -Ar tù che hanno, i n real-
tà e d a sempre, se t e d i conoscenza,
di ma t ur i t à a t t i va e non sconf i t ta, d i
maturi tà da F P che possano veramen-
te cont r ibui re a che i l mondo d i ven t i
un mondo d i FT (Fel i c i Tut t i ) , — ed è
(-tuella del modo d i esser loro v i c i n i sì
da evi tare per i l •poco possibi le che di -
ventino dei v i n t i . degl i IM. Da l punto
di vista, inf ine, d i un'età d i transizio-
ne ( i n ogni senso), diciamo che — pu r
calato d i peso grazie a l MS — l'assun-
zione d i u n ruo l o d i « fratel lo-padre »,
cioè di un ,nossibile modello FP con tut -
t i i suoi di f f ici l i e magar i angosciant i
sentieri d i cresta. p e r ò anche «
», i
p i ù al leat i ,
h a t u t t ora r i levan-
za, e che d i f ronte a questa assunzione
di responsabi l i tà — che deve essere
anche del poeta, che se vuol contribuire
a l i be r a r e d a l « drago no t t u r no » l a
«cittA at ter r i ta » è costretto a pors i i l
problema de l l ' arma ( t r a que l l e a l u i
nossibili) d i mi g l i or uso l e « nonne»
favolose (come l a Morante tal vol ta s i
definisce), ma t t e maghe da l l a merav i -
ellosn e commovente dedizione e i n -
venzione, s i destinano (condannano) ad
un ruo l o t roppo secondario ed infer io-
re. I l r i f i u t o d i Edipo « perchè / mi
chiami padre? Nessuno è padre a u n
altro. Tu t t i da una stessa madre / sia-
mo par t or i t i . No n vog l i o essere chia-
mato padre. Vogl io scordarmi / di que-
sto nome... » — è ancora t roppo pieno
di r i svo l t i e ambigui tà per essere dav-
vero accettabile. Ma i n f i ne sa r à bene
ribadire, d i f r on t e a l l a ster i l i tà poet i -
ca contemporanea, c he se nonne de l
genere non esistessero mancherebbe al-
la nostra completezza umana e al la l im-
pidezza del nostro provet to qualcosa d i
difficilmente sos t i tu i b i l e e comunque,
come af fermava u n F P che pensava
a un mondo d i F T raggiungibi le at tra-
verso l ' un i ca s t rada possibi le, que l l a
della l ot ta d i classe — del t u t t o estra-
nea, hai lei , a l l a Morante —, a i poet i ,
quando l o sono davvero, mol to va per-
donato.
Goffredo Fo f i
André Malraux, «Aritimemorie », Bom-
piani 1968, L. 3500.
Se non s i dà scr i t tore senza vani tà,
e se Mal raux ne è sempre stato forni to
in mi sura superiore,- la dose d i van i tà
contenuta i n queste
Ant imemor ie
eclis-
sa ogn i precedente. Fo r se d e Gau l l e
credeva davvero al la Grandeur, a l De-
stino de l l a Franc i a , a l l ' Europa de l l e
Patrie ecc., ma dietro i l fumo di si ffat te
espressioni c ' era u n a rea l t à t u t t ' a l t r o
che anacronist ica: i l neocapi tal ismo
francese. Se quindi l e parole e l e pose
di de Gaul le vanno viste i n rapporto a
una pol i t ica, quel le d i Ma l raux — che
non h a m a i eserci tato nessun r ea l e
notere — restano fumo e basta. I l l ibro
è l o spettacolo degl i sforzi del l 'autore
per farc i credere i l contrar io.
Anche ne l l e
An t imemo r i e
Ma l r a u x
non trascura d i esibire i l suo coraggio
e le sue at t i tudini al comando — senza
mai rendersi conto del la sproporzione
tra l a relat i va modest ia de i f a t t i e I l
tono con cu i ne r i fer isce ( « Può darsi
che i o sia qu i pe r essere fuci lato, ma
certamente non per ascoltare i suoi ur-
li! Adesso basta!» — e i l piantone te-
desco, ovviamente, ammutol isce; oppu-
re l a scena i n cu i . f ugg i t i i tedeschi
e i n attesa degl i americani, i detenut i
lo acclamano comandnnte: « Salii s u
una cassa. "Al l i neatev i ! " Ecco l i i n f i -
lal... »: o ancora .11 viaggio al la Gujana
nel '58, i n segui to a l aualeaquesta pro-
vincia, g i à da t a p e r Perduta, vo t e r à
«si » al l ' 80%; ecc.). M a i p a n n i n e l
(mali prefer isce at teggiarsi sono o r a
nuelli de l savgio, come c i avver te su-
bito i l testo buddhista posto a epigra-
fe: « Di t u t t i e l i an ima l i l 'elefante è
i l
più
savgio, i l solo che s i r icordi del-
le sue v i t e anteriori... ». E In memor ia
del Nost ro è a prova d i secoli. I n Ara-
bia e l i rendono omaggio Salomone e la
reuina d i Saha. Rimbaud e T. E . L a -
wrence. i n Ev i t t o i Faraoni e Napoleo-
ne. i n C i na enn f uc l o . P i e r r e
Lot i
e g l i
Eroi d e l Ta t u . e così v i a . I l Nos t r o
non muove nasso senza una congrua
scorta d i Fondator i d i Stat i e d i Rel i -
gioni. Condot t ier i e Sant i , Avventur ie-
ri P Grandi
gniriti.
L e sue ambascerie
in I nd i a e i n C i na devono sembrare
smrat tut to de i col loqui con Neh r u e
Mao da va r i a par i e a l d i sopra degl i
uomini comun i e de i .loró piccol i pro-
blemi, v i s t i con i l « distacco » d i c h i
vive ne l l a dimensione del le Ve r i t à E -
terne. At t raverso Nehru egl i comunica
con i l Buddha, con Ramakr isna e con
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