

la giovinezza dei dimostranti. La riunione ufficiale si tenne davanti alla vasca
del Lincoln Memorial. Salvo per alcune centinaia d i foto d i Che Guevara
distribuite dalla Free School of New York, la riunione fu come tante altre
precedenti. I discorsi davano una linea dura, ma mettevano sempre l'accento
sulla necessità dell'ordine, della calma, del ritegno, della responsabilità. Po-
chissimi neri erano presenti e la maggior parte se ne andarono subito per
partecipare ad un loro raduno che si teneva nel ghetto.
Stanchi di discorsi, un piccolo gruppo d i quelli d i sinistra lasciarono la
zona del Lincoln Memorial, cercando di trascinare quanta più gente possibile.
Ancora una volta la bandiera del FLN era in testa. Avvicinandosi al Penta-
gono i l corteo arrivò ad un parcheggio dove i l Comitato d i mobilitazione
aveva organizzato un secondo raduno, un'esca che avrebbe trattenuto migliaia
di persone per gran parte del pomeriggio. Gl i attivisti passarono oltre ed
entrarono rapidamente nella zona proibita, avviandosi verso i marciapiedi che
portano al Pentagono, dove una dozzina di funzionari bloccavano la strada.
Una carica di slancio avrebbe disperso i funzionari, ma i l gruppo esitò, e imme-
diatamente un gruppo d i soldati con le baionette i n canna rafforzarono i l
blocco. Ci fu un azzuffarsi per bandiere e bastoni, ma lo slancio era perduto,
quando qualcuno gridò che una rete di protezione era stata abbattuta. Cen-
tinaia e poi migliaia di persone passarono attraverso i l varco. Fu in quest'area
che un po più tardi venne arrestato Norman Mailer, con altra gente nota.
Un paio di migliaia di persone si rovesciarono sulle rampe del Pentagono verso
l'ingresso principale dove si trovarono d i fronte quattro fi le d i soldati e d i
funzionari. La colonna aveva già superato i l imiti stabiliti. I gradini del Pen-
tagono furono occupati e lo sarebbero rimasti per trentadue ore. Sui gradini si
sviluppò un dibattito tra quelli che si rifacevano alle tattiche di Ghandi e quelli
che parlavano i n termini marxisti. I funzionari tentarono d i spingere d i l à
dal muro un oratore del SDS con un megafono, ma furono respinti. 'Sul. muro
opposto invece i soldati riuscirono a respingere i dimostranti, a, uno dei quali
fu spezzata una gamba. La situazione si era stabilizzata, ma intanto la notizia
di ciò che la colonna aveva fatto cominciava a raggiungere i l prato del raduno.
Cominciarono a formarsi nuove colonne e la dimostrazione perdette i l primi-
tivo carattere per trasformarsi in un assedio.
Una delle colonne, di cui facevano parte membri di Youth Against War
and Fascism passarono attraverso la zona dove prima erano stati fermati quelli
con le bandiere del FLN. Raggiunsero i gradini del Pentagono sul lato destro
ed arrivarono alla porta, dove una quarantina di persone entrarono. A questo
punto la colonna esitò. Se avesse continuato a muoversi migliaia d i persone
avrebbero invaso i l Pentagono obbligando i l governo all'uso massiccio della
forza per ricacciarle. Così invece i soldati e i funzionari arrivarono di volata.
Qui si verificarono le cariche più violente e « cattive », e da una parte c'erano
bastoni e baionette, dall'altra i pugni. La massa della colonna cominciò a
gettare oggetti contro le truppe e i membri di un sottogruppo hippy, i Diggers,
usarono i gas lacrimogeni. L'assedio al Pentagono, i l centro della macchina da
guerra americana, era ora una battaglia sanguinosa; d i cui •la stampa non
ufficiale ha descritto chiaramente l a natura. La sinistra bianca aveva alfine
sfidato i l governo con un'azione offensiva. Dall'altra parte dell'ingresso era in
corso ancora un'altra battaglia. I fi lm girati dal servizio stampa non ufficiale
mostrano la paura sulle facce dei soldati e gl i scontri i n cui i dimostranti
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