

denza per motivi d i propaganda; ed ora, insieme ad al t r i del Comitato
di
mobilitazione, fece passare un appello per una marcia su Washington.
L'ultimo
tentativo serio di questo tipo era stato fatto nel 1963, e mentre doveva essere
un atto di sinistra, era stato riassorbito dall'Establishment. La marcia del 21
ottobre cominciò come un atto moderato, ma si trasformò in qualcosa di com-
pletamente differente. La dirigenza si rese conto dell'irrequietezza nel movi-
mento e decise che la marcia non sarebbe stato solo una protesta, ma avrebbe
tentato di chiudere i l Pentagono circondandolo completamente con una enorme
massa di gente. Gran parte della dirigenza non si pose seriamente i l problema
del come concludere. Quelli che lo fecero pensarono a una disobbedienza civile
tradizionale, in cui i l governo avrebbe tracciato una invisibile linea e avrebbe
gentilmente arrestato i dimostranti che l'avessero superata. Quelli più a sinistra
speravano di mettere in piedi qualcosa di più eversivo, ma i loro programmi
erano perfino meno approfonditi di quelli di prima della marcia del 15 aprile.
Prima della marcia d i Washington ci furono dei movimenti d i protesta
nelle università d i quasi tut to i l paese, che durarono circa una settimana.
L'oggetto delle proteste furono soprattutto le campagne di reclutamento nelle
università della Dow Chemical, l'azienda produttrice del napalm, e delle forze
armate, insieme a risentimenti più specifici contro l'università ridotta a fab-
brica di pezzi per l'industria. Alle dimostrazioni parteciparono vari gruppi,
ma
il più importante fu l'SDS. I n un'università dopo l'altra, la carica che si era
andata accumulando dall'estate esplodeva i n maniera aggressiva e violenta
erettori con i nervi poco saldi chiamavano la polizia a tenere a freno le dimo-
strazioni. Questo esasperò e coinvolse molti studenti che in un primo tempo
non avevano preso parte alle dimostrazioni e che reagirono quando videro
manganellare gl i studenti che facevano i picchetti. I n alcune università s i
circondarono i reclutatori e si impedì loro di andarsene o di uscire dalle mac-
chine per ore ed ore, a volte, in altre si fecero occupazioni, dibattiti, teatri per
le vie, ecc. Università lontane come Madison e Brooklyn videro un'ondata
di
attività senza precedenti nella loro storia; i n altre sedi c i furono scioperi
spontanei d i studenti. I l tono delle dimostrazioni indusse i l potente « New
York Times » a dichiarare più e più volte di essere d'accordo col dissenso solo
selegale. La stampa e gli altri mezzi di diffusione cominciarono ad ammonire
i dimostranti che ci sarebbero stati a Washington elementi irresponsabili. Più
di quindicimila uomini (1) furono raccolti da vari forti, mentre si dichiarava
che i l Pentagono non sarebbe stato chiuso. Agenti dell'FBI presero contatto
con le compagnie d i trasporti per chiedere l a cancellazione d i alcune corse
speciali. Molte aziende cedettero, lasciando centinaia di dimostranti i n alcuni
centri di raccolta senza mezzi per raggiungere la dimostrazione.
L'assedio al Pentagono
Malgrado tut te queste pressioni circa 50.000 persone arrivarono a Wa-
shington in una giornata di ottobre chiara e luminosa. Si trattava senza dubbio
della più giovane riunione contro la guerra mai tenuta: forse più dell'ottanta
per cento dei dimostranti erano sotto i 35. Erano presenti la maggior parte
dei più importanti gruppi contro la guerra, ma quel che saltava agli occhi era
(1) 2.000 poliziotti, 200 funzionari, 200 uomini della polizia militare con 7.000 soldati e uomini
della Guardia nazionale a Washington stessa e al t r i 20.000 soldati nei for t i circostanti.
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